In porta ad Avellino
Mar 9, 2024

Avellino chiama, il cuore risponde. Al primo squillo. Troppo forte è il legame con i calciatori che hanno fatto la storia della compagine irpina. Un portiere, di quelli bravi. Due stagioni in biancoverde. Quarantasette presenze. Dal 1983 al 1985. Due stagioni, la prima dopo alcune giornate proveniente dal Catanzaro, con rispettive salvezze. Inutile rimarcare che ogni anno in massima serie era uno scudetto per la città e tutti i suoi calorosi tifosi. Mario Paradisi è nato ad Acqualagna, in provincia di Pesaro ed Urbino, nel 1959.

Paradisi nella Fiorentina (a sinistra) e nel Catanzaro

È arrivato ad Avellino a ventiquattro anni, dopo aver vestito le maglie di Fiorentina, Empoli e Catanzaro. Sapevate che per comprare su Ebay una figurina, usata, di Paradisi dovete tirar fuori almeno due euro ? Lo abbiamo contattato via telefono ed è stato di una disponibilità unica. Aveva degli impegni calcistici e ci ha chiesto di poterlo chiamare più tardi. Presto detto. Gli diciamo della figurina e lui ci risponde: “Cosi poco? Eppure nella foto avevo i capelli…”

Simpatico appunto, il gigante buono si scioglie ed incomincia a raccontarci del suo passato. Era quello che volevamo. Inizia l’intervista.

Partiamo dall’inizio, lei arriva ad ottobre del 1983, dopo aver giocato alcune partite con il Catanzaro in cadetteria.

“Lo sai che non volevo venire ad Avellino ? Io ero sceso di categoria lasciando la Fiorentina  per giocare. Davanti a me c’era Galli ed io volevo misurarmi per poter giocare titolare.  A Catanzaro giocai tutte le gare dell’inizio di stagione e quando mi dissero che potevo venire da voi, in un primo momento mi rifiutai. All’Avellino c’era Zaninelli e quindi temevo di fare solo panchina. Poi mi andò bene, dopo cinque gare, iniziai a giocare e da li filò tutto liscio”.

Nalla “rosa” dell’Avellino 1983-’84

Qualche rimpianto?

“Nessuno. Avellino fu il mio trampolino di lancio. Venire a giocare in Irpinia significava molto per i giovani che volevano mettersi in luce. Una occasione che non si poteva perdere”.

Nell’Avellino sulle figurine “Panini”

Avellino in quegli anni cosa significava nel panorama calcistico italiano?

“Un ‘oasi felice. La salvezza era una grande vittoria per tutti i tifosi. Ricordo con commozione l’affetto dei sostenitori. Nei loro occhi c’era la voglia di riscatto. Mi fermavano per strada, giovani, mamme e papà. Ci esortavano a dare tutto, a farli vivere quella favola il più possibile. Qualcosa di indescrivibile, era una carica che ci permetteva di sfidare tutti con la convinzione che giocavamo per una intera comunità”.

Cosa avevate in più agli altri, come mai eravate sempre all’altezza di qualsiasi sfida?

“Ad Avellino c’era una sinergia unica. Tifosi, giocatori e società. Un tutt’uno e poi chi veniva ad Avellino aveva fame. Tutti sapevano che indossando la maglia biancoverde potevano ambire al grande salto nelle squadre di alta classifica”.

Ai tempi del Como, contro la Juventus, in uscita volante su Altobelli

Due anni, tante battaglie, ci ricorda qualche aneddoto curioso?

“Mi viene in mente la gara con la Roma. Eravamo sotto di due reti. Allo scadere della gara il grande Tagliaferri segnò da trenta metri. Un boato accompagnò la realizzazione dell’indimenticato Gianpietro. La cosa che mi fa ancora sorridere mi capitò contro il Verona. Con gli scaligeri giocava Bruni, avevamo fatto assieme la Primavera della Fiorentina. Ebbene prima della gara gli dissi che avrebbe dovuto fare attenzione, se si fosse impegnato lo avrei fatto bastonare dai miei colleghi in campo. Chiaramente scherzavo, sai bene che in quel periodo tutti temevamo l’ambiente del ‘Partenio’. Alla prima azione Bruni salta due avversari e proprio nel cerchio di centrocampo, manco farlo a posta, viene falciato da un mio compagno di squadra. Ricordo che da terra mi cercava con gli occhi, credeva davvero che avessi detto di stenderlo. Io glielo feci credere, ne andava della nostra fama di cattivi. A fine partita, vinta da noi con un gol di Colombo, andammo a cena assieme”.

Vai all’articolo originale

Condividi su: