Allora ero un bambino di otto anni e il calcio era la mia preoccupazione. Mio padre era un grande tifoso del Partizan di Belgrado e grazie a lui ho amato quel club. Mi sono goduto ogni vittoria, ogni gol. Tutti i miei amici tifavano per il Partizan o per la Stella Rossa. Questi club erano grandi rivali.
Il mio vicino tifava per la Stella Rossa. Era un cinquantenne e si divertiva a scherzare con me, specialmente prima e dopo ogni partita di entrambe le squadre. Nella stagione 1982-’83, il Partizan è stato il campione di Jugoslavia. Dopo ogni vittoria, andavo da lui, dal mio vicino, con gioia. Elogiavo il mio idolo, Dragan Mance.
Mi ha detto che i tifosi della Stella Rossa gli avrebbero rotto una gamba e che non avrebbe più segnato gol. Questo mi ha fatto arrabbiare e la mia rabbia era divertente per lui. Quella stagione Mance fu il miglior marcatore del Partizan. Nella partita più importante, contro la Stella Rossa realizzò due gol. Dopo queste due reti, è diventato uno dei preferiti dai tifosi del Partizan.
Nel campionat0o successivo il Partizan non giocò bene come nel precedente. Dopo ogni sconfitta ho pianto. I genitori hanno cercato senza successo di spiegarmi che le sconfitte nello sport sono inevitabili. Quell’anno, Mance ha segnato solo sei gol.
Nella stagione 1984-‘85 il Partizan ottenne una clamorosa vittoria nel secondo turno di Coppa UEFA. In Inghilterra venne sconfitto 6-2 dal Queens Park Rangers e a Belgrado vinse 4-0. Nella prima partita, Mance ha segnò un gol spettacolare, e nella seconda mise a segno la prima rete. Concluse la stagione come miglior marcatore del Partizan.
Il 3 settembre 1985 tornai da scuola e incontrai il mio vicino. Era molto serio e mi ha detto che Mance non avrebbe mai più segnato gol. Ha pianto e le parole successive sono state “Mance è morto in un incidente d’auto”. Mi ha offerto la mano e ha stretto forte la mia. Quando tornai a casa mio padre mi confermò la cattiva notizia. Ho letto il giornale e ho pianto. Nel tentativo di scansare una donna in strada, sterzò improvvisamente con la sua Peugeot 205 andandosi a schiantare su un palo morendo sul colpo.
La sua tragedia è stata raccontata in tutti i notiziari radiofonici e televisivi. Al suo funerale hanno partecipato più di trentamila tifosi. Indossavano sciarpe e bandiere bianche e nere e cantavano canzoni tristi. Per tutta la stagione allo stadio del Partizan i tifosi hanno cantato di lui. Io e molti ragazzi avevamo perso l’idolo.
Sono passati ormai tanti anni e tutti noi che amiamo il Partizan parliamo ancora di lui e del suo gol spettacolare. Quando ci ha lasciato aveva solo 23 anni, ed era già il migliore. Che fuoriclasse sarebbe diventato se avesse potuto continuare a giocare?
Nelle nostre storie, nei nostri cuori è ancora presente, vive ancora.
Le parole liberamente impostate in prima persona sono state ricostruite attraverso libri, interviste e altre fonti storiche, e sono tutte ispirate a fatti realmente accaduti.
Mario Bocchio