Carate Brianza, 5 aprile 1949, nasce Antonio Rigamonti, un numero uno che, oltre a difendere la propria porta, fu capace, quando vestì la casacca del Como negli anni ’70, di segnare ben 6 reti. Le marcature, insolite visto il ruolo ricoperto, gli permisero di staccare un altro portiere goleador, Lucidio Sentimenti, meglio noto come Sentimenti IV, che, tra gli anni ’40 e gli anni ’50, con: Modena, Juventus e Lazio, di reti ne realizzò 5. Dietro a loro, con una rete ciascuna, ma messa a segno su azione, vi sono: Jgor Jankole, Michelangelo Rampulla, Massimo Taibi, Marco Amelia, Alberto Brignoli e Ivan Provedel.
Dopo aver difeso i pali del Lilion Snia Varedo in Serie D, nel 1970 Rigamonti si trasferì all’Atalanta come dodicesimo di Roberto Anzolin portiere dal fisico filiforme giunto proprio quell’anno dalla Juventus.
La promozione in Serie A dei bergamaschi gli valse la maglia da titolare, ma un incidente automobilistico, che rischiò di comprometterne la carriera, lo tenne lontano dai campi per oltre un anno. Una volta ripresosi ripartì dalla Serie C con la Cremonese trasferendosi, poi, al Como dove sostituì Renato Cipollini ceduto all’Atalanta. La prima “vittima” di Rigamonti fu il portiere del Novara Gian Nicola Pinotti.
Correva la stagione 1973-‘74 e il Como era sotto di 2-0 quando l’allenatore Giuseppe Marchioro, che l’aveva designato come rigorista pochi giorni prima vedendo che negli allenamenti era particolarmente a suo agio nel calciare i tiri dagli undici metri, si sbraccia urlandogli di andare a battere il calcio di rigore assegnato ai lariani. Rigamonti si precipitò per battere il tiro dal dischetto siglando la rete del 2-1.
Era il 10 marzo 1974 e quella partita si concluse 2-2. Nello stesso campionato di Serie B le altre squadre alle quali segnò furono il Parma (battuto 2-0) e il Perugia (battuto 3-2). Non fece, invece, altrettanto contro il Bari, partita che finì 0-0 con Rigamonti che si fece parare il calcio di rigore dal portiere Franco Mancini.
La stagione seguente Rigamonti rimase a secco, ma il Como, giungendo secondo, venne promosso in Serie A assieme a Perugia ed Hellas Verona. Categoria nella quale Rigamonti si ripeté altre tre volte dal dischetto contro l’Hellas Verona (vittoria scaligera 3-2), contro il Bologna (battuto 2-1, in porta c’era Franco Mancini) e a San Siro contro il Milan in quella che per lui fu la segnatura più prestigiosa.
Finì 2-2 e Rigamonti, nonostante fosse dolorante per un problema muscolare, segnò al vicecampione del mondo Ricky Albertosi. Sette giorni dopo contro il Cagliari (partita che finì 3-0 per il Como) fu, invece, Renato Copparoni a parargli quello che sarebbe stato l’ottavo e ultimo calcio di rigore battuto in tutta la sua carriera. Al termine della stagione 1975-‘76 il Como retrocesse in Serie B ma per Rigamonti si spalancarono le porte del Milan dove fu secondo dello stesso Albertosi.
In maglia rossonera vi rimase quattro anni vincendo uno Scudetto (quello della stella) e una Coppa Italia anche se mise insieme appena 19 presenze giocando con continuità solo al termine della stagione 1979-‘80 quando Albertosi fu squalificato per il coinvolgimento nelle vicende legate al Totonero che portò al declassamento del Milan in Serie B.
Dopo aver giocato con il Milan, Rigamonti vestì le casacche di: Varese, Terranova Gela, Messina (con cui vinse il campionato di Serie C2 nel 1982-‘83), Cremonese e Akragas chiudendo la carriera nel 1986 a 37 anni.