Non è cambiato. È sempre l’estroso, simpaticissimo, Giorgio Bonfante che tutti gli sportivi biturgensi si ricordano. Ora vive in Valdarno, ma ha sempre Sansepolcro presente nel cuore.
“Se è presente? Certo, ci dice, respiro ancora l’aria di quella splendida città in cui ho giocato per tre anni e in cui sono stato veramente bene e dove ho amici veri”.
E a proposito di anni, nel 2019 sono stati quarant’anni dalla vittoria in serie D e dall’approdo del Sansepolcro in C2; tu eri in quella mitica rosa.
“Non sono mica rin…to, certo che me lo ricordo e quella fu una stagione veramente da incorniciare, giocavamo un calcio che, oggi come oggi, è difficile da rivedere”.
A proposito, pensi che il gioco di allora sia diverso da quello odierno?
“Premetto che ora seguo il calcio molto poco, conservo però dei ricordi fantastici di quegli anni settanta, in particolare della stagione 1978-’79 in cui assieme al Città di Castello vincemmo il campionato. Il calcio, è vero, è cambiato, anche se non si possono fare paragoni precisi in proposito. Però mi ricordo, ad esempio, il giocatore nordirlandese George Best del Manchester United, un fenomeno. Sia di sregolatezza che di classe e, oggi come oggi, elementi come lui non ci sono più. Certo, campioni ce ne sono, ma a quei livelli, secondo il mio parere, non ne sono arrivati più”.
Che ricordi hai di quel campionato di quarant’anni fa?
“Belli, mi ricordo le tagliatelle della mamma di Mario….”.
Mario?
“Barculli, naturalmente, quando ero ospite da lui e dai suoi mi facevo delle mangiate incredibili. Mi ricordo Beppino del ristorante, di ‘Molotov’, di tutte le amicizie alle quali ancora tengo moltissimo. Ma il ricordo più bello, passando al calcio giocato, fu vincere, dopo tanti anni, a Città di Castello. Quelli sono momenti che assieme agli altri che ti ho detto, non si possono scordare. Quando la palla di Magara gonfiò quella rete, fu una cosa incredibile. Non me lo scorderò mai”.
E poi c’era il “Buitoni”, quello stadio che ha visto i trionfi tuoi e del Sansepolcro.
“Lo stadio dell’ombra, ecco un altro ricordo”.
In che senso dell’ombra?
“Nel primo tempo, in particolare nei periodi caldi, stavo sotto la tribuna, perché era una zona del campo ombreggiata”.
Ma nella ripresa?
“Chiedevo a Grassi di spostarmi, per motivi legati al nostro reparto avanzato, sempre sotto la zona della tribuna, così restavo… all’ombra”.
Sì, però avevi quei lampi di genio…
“Ora non esagerare, era tutta la squadra che andava alla grande, era un Sansepolcro che penso sia stato tra le più forti realtà calcistiche della storia bianconera. Giocavamo un calcio di altri tempi”.
Ed ora, questa estate ci dovrebbe essere anche una cena per festeggiare e suggellare questi quarant’anni.
“Mi raccomando, avvisatemi in tempo, almeno una settimana prima”.
Hai tanti impegni?
“No, no, è che, come quando giocavo al calcio, prendo sempre le cose con calma, ma poi alla fine… “.
Giorgio Bonfante, artista, ora artigiano, come si definisce lui, personaggio indimenticabile nella Sansepolcro calcistica dove arrivò nella stagione 1976-’77 e mise a segno sei reti, era l’anno di Marchini capocannoniere bianconero, poi nel 1977-’78 fu lui il miglior marcatore del Sansepolcro con 7 reti, quindi la storica stagione 1978-’79, con 8 centri, dietro a Olinto Magara. Ed ora la speranza di poterlo rivedere a Sansepolcro, questa estate, per festeggiare quella storica stagione 1978-’79.
vasansepolcro.it
Fotografie dell’archivio di Mauretto Pala