Giorgio Ascarelli, il fondatore del Napoli in una stagione segnata da tante felici intuizioni. Renato Sacerdoti, il presidente che per primo fece assaporare ai tifosi della Roma il sogno tricolore. Sono due dei straordinari innovatori del nostro calcio, oggi quasi del tutto dimenticati. Il terzo è Raffaele Jaffe, colui che costruì lo storico Scudetto del Casale. Sono loro i protagonisti di Presidenti, il libro di Adam Smulevich, pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Giuntina.
Fu il fascismo, e più precisamente furono le leggi razziste del 1938, a renderli degli indesiderati. Ascarelli era già morto da tempo quando le leggi entrarono in vigore. Ma ciò non gli evitò una feroce ritorsione postuma. Jaffe e Sacerdoti, pur convertiti al cristianesimo da tempo, furono messi ai margini della società. Il preludio a quello che sarebbe successo di lì a poco. Sacerdoti, in clandestinità, riuscì a scamparla. Jaffe invece, arrestato da militi in camicia nera, terminò la sua vita ad Auschwitz.
Il libro ricostruisce le loro storie, non accontentandosi di ripercorrere cronologicamente fatti e situazioni. È uno sguardo d’insieme a una stagione di scelte e responsabilità, in ogni senso. Perché l’orrenda pagina del pregiudizio e della violenza fascista, spiega l’autore, riguarda un po’ tutti.
E rileggerla attraverso lo sport, linguaggio universale per eccellenza, può forse aiutare a fare chiarezza. E al tempo stesso contribuire ad aprire nuove strade, a rafforzare la sfida di una Memoria realmente consapevole.
Ascarelli padre del Napoli calcio e promotore di varie iniziative imprenditoriali e filantropiche, muore a 36 anni nel 1930 poche settimane dopo aver inaugurato lo stadio del Napoli. Era un stadio di proprietà, il che dimostra quanto fosse avanti con le sue intuizioni. La targa con il suo nome viene rimossa quando nel 1934, durante i Mondiali di calcio che si svolgono in Italia, la nazionale tedesca gioca a Napoli.
La Germania vince la finale per il terzo posto contro l’Austria ed è curioso che il miglior risultato calcistico della Nazionale tedesca negli anni della dittatura di Hitler sia ottenuto in uno stadio dedicato in origine a un ebreo, per giunta socialista. Comunque diversi giornali dell’epoca, pubblicando il tabellino della partita, scrissero ancora Stadio Ascarelli.
Sacerdoti fu membro della milizia, un fascista della prima ora molto convinto, che partecipa alla marcia su Roma. Però con le leggi razziali anche lui, sia pure convertito al cristianesimo, diventa un ebreo da allontanare da ogni incarico.
Per diffamarlo viene costruita ad arte una violentissima campagna di stampa negli stessi giorni in cui le leggi razziali prendono la strada dell’ufficialità.
Sacerdoti viene accusato di esportazione illecita di soldi in Francia, così viene mandato al confino per cinque anni. Eppure Sacedoti era popolarissimo, amatissimo a Roma, dove aveva fatto costruire il campo di calcio di Testaccio. Dopo l’8 settembre 1943 Sacerdoti si nasconde in un convento travestito da frate francescano. Poi negli anni ’50 torna nella dirigenza della Roma.