Ha un esito sorprendente, l’undicesima edizione della Coppa Uefa, quella 1981-’82. Per la prima volta nella storia delle competizioni europee è il calcio svedese a imporsi grazie ai semiprofessionisti del Göteborg guidati in panchina dall’emergente Sven Göran Eriksson, la cui eccellente carriera internazionale prenderà il via proprio da questo trionfo. Partita dopo partita, turno dopo turno, gli scandinavi avanzano la loro candidatura dopo che in avvio di torneo nessuno li aveva considerati.
Si pensava all’Ipswich detentore del titolo (uscito invece di scena al primo turno per mano dell’Aberdeen) o alle compagini tedesche attese alla riscossa dopo l’ultima deludente partecipazione, invece è proprio la formazione di Eriksson a svettare con alcuni giocatori che useranno questa Uefa come trampolino di lancio verso carriere internazionali di alto livello (Glenn Hysén ,Tord e Tommy Holmgren e Torbjörn Nilsson, il capocannoniere del torneo con nove reti). Per l’Italia il capitolo Europa è ancora una volta nerissimo: il Napoli non va oltre il primo turno arrendendosi al Radnički, che raggiungerà poi le semifinali, mentre l’Inter viene fatta fuori dalla Dinamo Bucarest nel secondo. Il Göteborg invece supera in silenzio i primi due avversari, l’Haka Valkeakosken e lo Sturm Graz, ma si impone all’attenzione generale avendo la meglio sulla Dinamo Bucarest, che aveva appena fatto fuori l’Inter, nel terzo turno. Per gli scandinavi i quarti di finale presentano il difficile impegno con il Valencia e soprattutto l’incognita della condizione fisica dopo che per tutto inverno il campionato svedese era stato fermo per la consueta pausa. Nell’andata in Spagna la partita ha un avvio fiammeggiante con le quattro reti del 2-2 finale segnate nei primi 17 minuti e tutti i sospetti sulla preparazione svedese fugati in un attimo.
In casa il Göteborg non smette di stupire e con un classico 2-0 (Holmgren, Fredriksson) si concede il lusso di eliminare il Valencia. Marca male per la Spagna che perde anche il Real Madrid di Vujadin Boškov protagonista di una débâcle clamorosa a Kaiserslautern dove soccombe per 5-0 dopo la vittoria per 3-1 al Bernabeu. In semifinale alla formazione di Eriksson toccano in sorte proprio i tedeschi. Ormai nessuno rimane più indifferente al cospetto degli svedesi come a inizio torneo; il Göteborg infatti non mostra paura neppure in Germania e con Corneliusson che ribatte a Hofeditz strappa un importante 1-1. Nel ritorno la partita va in archivio con lo stesso punteggio ed è un rigore del difensore Fredriksson nel supplementare a mettere il visto per la finale sul passaporto del Göteborg. Che questa volta se la vedrà con l’Amburgo allenato dal santone Ernst Happel e da tutti indicato come grande favorito. Per la verità Magath e compagni avevano affrontato il torneo con troppa sufficienza e spesso erano stati protagonisti di prove opache, l’ultima delle quali in semifinale contro il Radničk perdendo in trasferta 2-1 prima di sprigionare tutto il potenziale in casa nel 5-1 con doppietta del giovane von Heesen rivelazione della stagione. Si comincia in Svezia davanti ai 45.000 spettatori dello stadio Ullevi e sotto una pioggia torrenziale che rende quasi impraticabile il terreno di gioco. Il Göteborg fa la partita ma dopo venti minuti perde per infortunio il suo uomo di spicco, Torbjörn Nilsson, in uno scontro con Groh e nell’intervallo deve rinunciare, ancora per problemi fisici, a Tommy Holmgren.
Malgrado ciò sono gli svedesi a fare più gioco, l’Amburgo quasi non esiste e si affida a qualche sporadico contropiede piuttosto inoffensivo vista la lentezza di Hrubesch. A tre minuti dal 90′ arriva il meritato gol del meccanico Tord Holmgren con un tiro angolato alla sinistra di Stein.
In Germania l’Amburgo commette l’errore di sottovalutare i dilettanti svedesi pensando di poter ribaltare facilmente lo 0-1. Alla fine invece il Göteborg non solo batte la supponente compagine tedesca, ma la surclassa anche sul piano fisico e tecnico. Il primo gol di Corneliusson gela lo stadio di Amburgo, mentre il contropiede di Nilsson e il rigore di Fredriksson che danno il 3-0 finale proiettano in orbita i dilettanti scandinavi guidati da Eriksson.