Cuba è stato il primo paese della CONCACAF a raggiungere i quarti di finale in una Coppa del Mondo . Siamo nel 1938. Il calcio a Cuba ha 111 anni di vita. Nel 1938, comedetto, raggiunse i quarti di finale ai Mondiali in Francia. Terra di grandi atleti, questo paese non ha potuto ripetere quella ormai lontana prestazione. Tramite Fidel, la nazionale cubana voleva addirittura avere Maradona come allenatore. Si dice che il calcio cubano sia nato il 10 febbraio 1910, una squadra ispano-cubana giocò contro un gruppo di marinai di una nave inglese arrivata da poco all’Avana. I giovani cubani e spagnoli vinsero 8-0. Quattro giorni dopo, a Cienfuegos, si svolse un’altra partita: i membri dell’equipaggio di un’altra nave inglese sconfissero lo Sport Club 2-0.
Il 1 aprile 1930 Cuba gioca contro la Nazionale salvadoregna, che all’Avana si impone 5 a 2. Fu il germogliare di quella gloriosa Nazionale del 1938. El Salvador viene invitata a giocare i Mondiali del 1938 in Francia, nessuno voleva fare il viaggio in nave, serviva solo una partita di qualificazione contro Cuba, non avevano i soldi per arrivare all’Avana, per cui Cuba partecipò al suo posto. In un primo momento anche Cuba disse di no, per solidarietà, perché la sede originale della rassegna iridata avrebbe dovuto essere l’Argentina, ma per quei “trucchi” della FIFA, a Berlino 1936, fu deciso di designare la sede in Francia. El Salvador ricevette un invito esplicito dopo questo rifiuto, fu costretto a giocare una partita ad eliminazione all’Avana contro Cuba e non appena iniziarono a raccogliere i soldi per i biglietti per Cuba, fu deciso che la squadra non si sarebbe presentata.
Cuba, superando le previsioni, partì per la Francia. Il match con la Romania si concluse con un rocambolesco 3-3 dopo i tempi supplementari, con gli europei che dovettero acciuffare il pareggio. Al tempo non erano previsti i calci di rigore, per cui fu necessario giocare una nuova partita, il 9 giugno 1938, allo stadio Chapou: Cuba ottenne la prima vittoria di una squadra caraibica ai Mondiali. Quel pomeriggio giocò gli ottavi di finale contro la Romania e vinse 2-1. C’era grinta e convinzione in quella squadra che aveva raggiunto la Coppa del Mondo in Francia a causa dei rifiuti di Costa Rica, Guyana olandese (oggi Repubblica del Suriname), Messico e El Salvador.
Torniamo a Cuba-Romania, in cinque minuti, tra Socorro e Maquina – i due marcatori, al 5’ e 10’ del secondo tempo – hanno trasformato lo svantaggio in una vittoria memorabile, l’unica nell’unica partecipazione cubana. Il coraggio e le mani del portiere Ayra riuscirono a confezionare l’iimpresa.
Nei quarti di finale, tre giorni dopo al Du Fort Carrè di Antibes, l’incantesimo si spezzò contro la Svezia: 8-0 e addio. Juan Tuñas, detto Romperredes, lo “spacca-reti”, – l’ultimo sopravvissuto di quella partita, scomparso nel 2011 a Città del Messico – ha raccontato in un’ intervista: “Prima della partita ci consideravano i favoriti, per il modo in cui avevamo giocato. Ma è successo qualcosa che non ci aspettavamo: ha piovuto e il campo è stato allagato. Non eravamo abituati, siamo scivolati più e più volte e abbiamo finito per perdere 8-0”.
Furono eliminati nella consapevolezza di aver comunque già scritto il capitolo più felice della storia del calcio cubano. Con un dettaglio in più: nessuna squadra della CONCACAF (nemmeno Messico e Stati Uniti in casa) ha mai superato i quarti di finale di Coppa del Mondo.
E poi che fine ha fatto il calcio cubano? Nel 1941, Tuñas firmò un contratto con il Real Club España di Città del Messico, divenendo il primo calciatore professionista del calcio cubano.
Cuba non potrebbe mai più ripetere quell’impresa. Anche perchè non ha mai più partecipato ad una fase finale della Coppa del Mondo. Oltre a due presenze olimpiche, non è riuscita a diventare forte anche a livello di CONCACAF: per esempio, non ha mai vinto l’oro nella Coppa dei Caraibi.
Come mai? I calciatori cubani sono tutti dilettanti, lavorano e si allenano, vengono pagati come dei dilettanti… quando vengono pagati .
La creazione del Segretariato Cubano della Gioventù, della Ricreazione e dello Sport, fondato e attuato dopo la Rivoluzione del 1959, ha imposto lo schema del dilettantismo, per questo motivo i cubani sono stati una potenza nei Giochi Olimpici dove il dilettantismo prevaleva e hanno avuto tanto successo negli sport individuali.
Vari calciatori, nel corso del tempo, hanno approfittato di sfide e tornei all’estero per la fuga – come Eduardo Sebrango, Maykel Galindo e Osvaldo Alonso – andando a cimentarsi nel campionato statunitense.
Cuba è il paese dello sport, si può vedere in ogni quartiere di ogni città dell’isola. Ma la preferenza storica per il baseball, la boxe e l’atletica leggera sorpassa quella calcistica. Secondo il grande censimento FIFA del 2006, meno del 10% dei cubani pratica il calcio. Il calcio fa perciò fatica a decollare.
Mario Bocchio