Il 18 maggio 2019 è stato un secolo esatto da quando la squadra di una piccola città sulla costa atlantica nel territorio storico di Biscaglia, situata sulla sponda destra dell’estuario di Ibaizabal-Nervión, ha battuto il Barcellona nella finale di Coppa. Con il campionato spagnolo ancora da nascere, la Copa del Rey era il torneo di calcio più prestigioso del paese.
L’Arenas Club de Getxo raggiunse la finale, lasciando dietro di sé squadre come l’Athletic Bilbao in una sorta di campionato del Nord, il Racing Club de Madrid nei quarti e il Vigo Sporting in semifinale. Da parte sua, il Barcellona aveva eliminato prima la Real Sociedad nel fango poi il Sevilla.
L’Arenas non si fece intimidire dal lignaggio del rivale che aveva già vinto tre Coppe e si apprestava a disputare quella partita nel gremito stadio Paseo Martínez Campos di Madrid, con impudenza e ambizione.
Il Barcellona si schierò dall’inizio con: Brú, Reguera, Costa, Torralba, Sancho, Blanco, Viñals, Garchitorena, Martínez, Alcántara e Lakatos. L’Arenas, da parte sua, fece scendere in campo: Jáuregui, Vallana, Careaga, Uriarte, Arruza, J.M. Peña, Ibaibarriaga, Pagaza, Sesúmaga, Barturen e F. Peña.
Il primo gol dell’Arena arrivò al 12′ con Sesúmaga. Il Barcellona fu abile a rimontare e addirittura a portarsi in vantaggio con le reti di Viñals al 33′ e di Lakatos al 55′ su passaggio di Garchi. Gli areneros sembravano alle corde come era successo due edizioni prima contro il Real Madrid. Tuttavia, Sesúmaga scacciò quei fantasmi segnando il suo secondo gol a dieci minuti dalla fine, costringendo così le due squadre ai tempi supplementari.
Dove l’Arenas ebbe la meglio su un Barça deliquescente portandiosi in vantaggio al minuto 96, sempre con Sesúmaga, che trafisse la porta di Brú per la terza volta e si impose come l’autentico protagonista del pomeriggio. Il quarto gol fu messo a segno da Peña, mentre Ibaibarriaga siglò la quinta e ultima rete contro un Barcellona morente. La partita si concluse con una fragorosa ovazione per il vincitore ei costeños furono portati sulle spalle dalla folla.
L’Arenas de Getxo aveva appena fatto la storia vincendo il suo primo campionato spagnolo. Sesúmaga fu senza dubbio il protagonista di quella squadra segnando 15 gol in sole sei partite e la sua straordinaria prestazione gli valse la firma per il Barcellona quello stesso anno, dove riuscì a vincere la sua seconda Coppa. L’uomo di Lejona fece parte della squadra spagnola che conquistò la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Anversa nel 1920 contribuendo con quattro gol.
La vittoria in Coppa permise all’Arenas di far parte dei club che giocarono per la prima volta nella Prima Divisione spagnola nel 1929. Il campionato era composto da dieci squadre, sei delle quali furono scelte per aver precedentemente vinto la Coppa.
Un secolo dopo, l’Arenas Club de Getxo aveva lasciato da anni l’élite del calcio spagnolo e giocava le sue partite nella Seconda Divisione “B”. Tuttavia, la portata della sua vittoria ci riporta a quei primi anni di calcio in Spagna dove il professionismo non era ancora stato previsto e il calcio basco, così in voga, ha dominato il resto del territorio, vincendo dieci dei primi venti campionati spagnoli.
Quella della squadra nata in un paesino costiero di poco più di 11.000 abitanti, fa venire nostalgia delle imprese, prima così frequenti, delle squadre modeste che hanno saputo compiere al cospetto dei potenti e che, purtroppo, sono sempre più inconcepibili nel contesto del calcio moderno di oggi.
Mario Bocchio