Pelé fu ospite in due occasioni nel Riminese, una volta per il match amichevole con il suo Santos allo stadio di Riccione, ma anche per il suo matrimonio. Nel 1966 era stato in viaggio di nozze (con la prima moglie Rosemeri dos Reis Cholbi) a Riccione “ospite dell’industriale tedesco Rolan Endler che a Riccione aveva una villa e per il quale io fungevo da segretario-interprete”, ricorda Edmo Vandi, a lungo capo ufficio stampa del Comune di Riccione. Pelè in quell’occasione fece tappa anche a Venezia, Firenze e Roma.
La stella del Brasile aveva un rapporto particolare con la città di Riccione che si andò consolidando nel giugno del 1967, quando lo stadio comunale ospitò l’amichevole di lusso Santos-Venezia. “Una serata caldissima, afosa e straordinaria”, la descrisse l’allora giovanissimo cronista, poi divenuto anche consigliere comunale di Riccione, Marzio Cesarini. Era martedì 20 giugno del 1967.
“L’incasso, favoloso, fu devoluto interamente agli ospiti della Casa Serena (oggi Residenza Felice Pullè)”, ricorda ancora Vandi. “In quell’occasione a me fu affidato il compito da fargli da guida per una visita alla Repubblica di San Marino. Ci fermammo anche per uno spuntino durante il quale il celebre calciatore mi raccontò brevemente come da una infanzia nelle favelas si poteva arrivare a livelli inimmaginabili, auspicando lo stesso destino per i tanti ragazzi che in tutto il mondo scendono in campo”.
Il Santos si impose per 1-0 sui neroverdi, che avevano appena concluso il campionato di Serie A con la retrocessione. A marcare Pelè, in quella gara, fu Sergio Santarini, in prestito dal Rimini.
Durante il soggiorno a Riccione, Pelè andò a comprarsi delle scarpette da Silvano Saponi. La Scarpa d’Oro di Riccione Paese era già un laboratorio artigianale rinomatissimo nel mondo del calcio.
E infatti O Rey vi incontrò un altro grande campione di quegli anni, il centrocampista tedesco Helmuth Haller (celebre la foto al porto di Riccione con Pelè e il fotografo Epimaco Zangheri detto Pico) allora stella del Bologna, “che tremare il mondo fa”, si diceva di lui.
“Di Pelè, questo grande campione – conclude Vandi -, posso ricordare l’estrema disponibilità, la gentilezza e il suo amore per l’Italia ‘vero scrigno – mi disse – di arte e cultura’”.
Stefano Zavagli