In questo articolo viene analizzato il rapporto tra Biella e lo sport (o meglio, il calcio) negli anni della crisi del 1929: può essere infatti interessante far notare che tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta anche la Biellese calcio attraversò una fase difficile, caratterizzata da vicissitudini societarie e da deludenti risultati sportivi, e solo dal campionato di Prima Divisione 1933-‘34 la squadra diede incoraggianti segnali di ripresa.
Proprio di questo campionato intendiamo qui parlare. L’Unione Sportiva Biellese aveva conquistato nella stagione 1927-‘28 la promozione dalla Prima Divisione alla Divisione Nazionale (che dalla stagione 1929-‘30 sarebbe diventata serie A a girone unico) arrivando prima nel suo girone con 24 punti; nella stagione successiva, a causa della cessione degli elementi migliori necessaria per sopperire agli elevati costi di gestione della massima serie, si era piazzata al decimo posto, retrocedendo nella serie B di nuova istituzione. Le crescenti difficoltà economiche della società furono alla base anche della seconda retrocessione consecutiva (quindicesimo posto nel campionato di B 1930-‘31, davanti a Reggiana, Prato e Fiumana). Nel 1930 l’US Biellese cessò di esistere: a fronte dei debiti accumulati dalla società bianconera (che avevano raggiunto la ragguardevole cifra di 165mila Lire) stava infatti la scarsa propensione degli uomini d’affari biellesi ad investire nella società calcistica.
A partire dalla stagione 1930-‘31 la nuova Biellese assunse la denominazione di Associazione Sportiva Biellese, con presidente Gino Ramma, pioniere del calcio biellese e membro della società fin dal 1919. La AS Biellese, finalmente risanata dal punto di vista societario, dopo tre anonimi campionati di Prima Divisione (6° posto nel 1930-‘31, 10° nel 1931-‘32, 9° a pari punti con Crema e Clarense nel 1932-‘33) si preparò a disputare da protagonista la stagione 1933-‘34. Per la campagna acquisti, la società pescò a piene mani tra le riserve di importanti squadre di serie A come Torino e Juventus: dalla prima arrivarono i fratelli argentini Domingos e Cèsar Bertolo e la mezzala Francesco Tagliani, dalla seconda il portiere Giuseppe Gamba e il centrocampista Giovanni Greppi; gli altri elementi di spicco giunti a Biella per completare l’organico affidato a mister Giuseppe Aliberti (ex giocatore della Biellese nei primi anni Venti) erano l’ala destra Rinaldo Costanzo, l’ala sinistra Paolo Vigna e il mediano torinese Franco Maja.
La Biellese, inserita nel girone C di Prima Divisione, si sarebbe confrontata con le squadre riserve di tre grandi del campionato di serie A: Juventus, Torino e Casale. Le due vittoriose amichevoli contro il Santhià (3-1) e la squadra riserve dell’Ambrosiana Inter (2-0) instillarono negli animi degli appassionati biellesi la convinzione che la stagione potesse riservare delle belle soddisfazioni: «Il campionato batte alla porte – annunciava “il Biellese” – e fra poco più di una settimana anche gli sportivi biellesi saranno chiamati in causa per sostenere col loro incitamento l’undici cittadino impegnato nella grande contesa […] l’attesa è vivissima ma non è accompagnata da quelle preoccupazioni che nelle ultime stagioni provocavano quella serie di commenti, molte volte pessimistici, sulle sorti della squadra granata (rosso granata era il colore della divisa della Biellese, completata da pantaloncini bianchi; la maglia da trasferta era invece nerazzurra a strisce verticali)».
La Biellese esordì domenica 24 settembre 1933 ad Asti con questa formazione: Gamba; Savoia, Tibi; Maja, Bertolo II, Greppi; Costanzo I, Pagliano, Costanzo II, Tagliani. Dopo un avvio incerto, che aveva permesso ai padroni di casa di portarsi avanti 2 a 0, i granata di Aliberti riuscirono a raggiungere il pareggio con reti di Bertolo I (Cèsar) e Costanzo II (Giovanni, detto Nino) e a sfiorare nel finale la vittoria. Discreto il numero di tifosi al seguito della squadra: degni di nota i tre che avevano raggiunto Asti in bicicletta. La domenica successiva la Biellese osservò un turno di riposo, approfittandone per disputare un’amichevole con la squadra B della Pro Patria (6 a 2 per i biellesi). Domenica 1 ottobre 1933 arrivò a Biella il Torino riserve, sconfitto la settimana precedente dal Casale. La partita si concluse con la vittoria per 2 a 1 dei granata torinesi, nettamente superiori sia tatticamente che tecnicamente.
La sconfitta non ebbe ripercussioni negative sui giocatori biellesi, che nelle tre domeniche successive colsero tre vittorie, tutte per 2 a 0, contro la Marelli di Sesto San Giovanni, la Sestese di Sesto Calende e il Fanfulla: decisivo Costanzo II (Nino) autore di quattro delle sei reti realizzate. Meno agevole la vittoria nella partita contro il Saronno (2 a 1), disputata mercoledì 1 novembre, più per la scarsa vena dei giocatori biellesi che per il valore dell’avversario: «L’incontro con il Saronno non ha forse accontentato tutti ma alla fine quello che conta è il risultato e quello è stato raggiunto. Non sempre la squadra può svolgere un gioco tale da mandare in visibilio il pubblico e nello stesso tempo vincere» (“il Biellese”, 3 novembre 1933). La partita di domenica 5 novembre contro la Cusiana a Omegna fu sospesa per impraticabilità di campo al 30’ del primo tempo sul risultato di 1 a 1: il recupero, giocato l’8 dicembre, si concluse con identico punteggio. Nel turno casalingo del 12 novembre, la Biellese regolò la Juventus riserve con un secco 2 a 0 (doppietta di Pagliano).
L’entusiasmo per la vittoria sulla squadra bianconera fu però ridimensionato nella domenica successiva: la Biellese perse infatti in casa 1 a 0 contro il modesto Gallarate. Reduci da una sconfitta, i granata biellesi si presentarono domenica 26 novembre a Casale, contro un’altra delle corazzate del campionato. Era l’occasione giusta per dimostrare quale fosse la reale dimensione della Biellese: «L’incontro di Casale – scriveva “il Biellese” – giunge a buon punto per dirci se la compagine di Aliberti può seriamente aspirare alla vittoria fra le squadre promovende e tentare il passo decisivo nelle finali».
La partita, rinviata per impraticabilità del campo, fu giocata il 3 dicembre su un terreno pesantissimo (al termine dell’incontro i giocatori erano così ricoperti di fango da essere quasi irriconoscibili) e si concluse con il risultato di 1 a 1. Un altro pareggio, questa volta per 2 a 2, segnò l’incontro giocato a Intra contro la squadra locale: i biellesi, sotto di due goal, riuscirono a rimontare con una doppietta di Tagliani. Le ultime tre giornate di andata videro altrettante vittorie della Biellese: 8 a 0 contro il Piacenza, «la più temuta e pericolosa avversaria» del girone, 2 a 0 a tavolino contro il Varese (la squadra lombarda si era presentata a Biella oltre il termine dei 45 minuti di ritardo previsto dal regolamento) e 2 a 1 contro il Pinerolo. Al termine del girone di andata la Biellese era quarta con 18 punti. Il girone di ritorno si aprì domenica 7 gennaio 1934: la Biellese iniziò il nuovo anno sconfiggendo l’Asti per 4 a 0. Dopo il turno di riposo, i lanieri scesero in campo a Torino contro la squadra riserve dei granata, nell’incontro clou della terza giornata. La partita, giocata mercoledì 24 gennaio dopo il rinvio per neve, terminò sul risultato di 1 a 1: «La squadra ha fornito una delle più belle prove del campionato. Tecnicamente e moralmente preparati da quel saggio istruttore che è Nuccio Aliberti, i biellesi hanno assolto il loro gravoso compito con una esemplare bravura. Il loro motto è stato “tutti per uno, uno per tutti” (…) Tutti i giocatori indistintamente sono stati all’altezza della situazione: la squadra è stata un blocco solo» (“il Biellese”, 26 gennaio 1935).
Il buon risultato conseguito contro la squadra destinata a chiudere in testa il campionato mise le ali ai piedi dei giocatori biellesi: nelle successive sei partite la squadra di Aliberti totalizzò dieci punti, perdendo solo contro il Saronno. Prestigiosa fu la vittoria per 3 a 1 raccolta a Torino contro la Juventus riserve, celebrata così dal cronista sportivo de “il Biellese”: «Opposta ad una Juventus che, oltre al vantaggio di giocare in campo proprio, disponeva di elementi di indiscusso valore, la bella squadra granata ha saputo dare la più bella prova del suo valore chiudendo il combattuto incontro con un punteggio all’attivo che non ammette discussioni».
La vittoriosa gara (3 a 2) sul campo del Gallarate precedette la sfida giocata a Biella contro il Casale e decisa in extremis da Costanzo II (Nino) al minuto 89: «Il tempo stava per scadere ed il pubblico era già esultante per il conquistato pareggio dei biellesi (la Biellese era andata in svantaggio di due reti nel primo tempo, NdA). Azione fulminea dell’attacco biellese, la difesa nero stellata presa d’infilata e Costanzo II segna il goal della vittoria. Il campo parve tramutarsi in una bolgia: le acclamazioni salirono alle stelle e sul terreno di gioco Costanzo era mezzo soffocato dai compagni» (“il Biellese”, 3 aprile 1935). Alla vittoria sul Casale fece seguito quella sull’Intra (7 a 2); nelle ultime tre partite la Biellese racimolò solo due punti, frutto di due pareggi con Varese e Pinerolo e della sconfitta con il Piacenza, sufficienti comunque per chiudere il campionato al secondo posto con 39 punti (dietro al Torino riserve primo con 43 punti) e accedere così alle finali per la promozione in serie B.
La composizione dei gironi fu resa nota all’inizio di maggio: la Biellese fu inclusa nel 4° girone di finale, con Catania, Savona e Reggiana. Non si trattò di un sorteggio fortunato, come si affrettò a sottolineare “il Biellese”: «(…) i commenti sono stati disparati ma la conclusione è stata una sola: la Biellese è incappata male (…) Il Savona è capolista nel suo girone (…) la Reggiana è a pari punti col Parma (…) il Catania è in testa al suo girone precedendo Siracusa e Salerno». Proprio la squadra siciliana era quella che incuteva più timore, dal momento che schierava un organico di prim’ordine e puntava dichiaratamente alla serie A; non trascurabili erano anche le difficoltà legate alla trasferta in terra siciliana, che avrebbe pesato sulle casse societarie per quasi 10.000 Lire. La Biellese disputò la prima partita il 13 maggio 1934, giocando in casa contro la Reggiana: risultato finale 4 a 0 per i lanieri, con tre goal di Costanzo II e uno di Tagliani; nell’altra partita, il Catania regolò la pratica Savona con un secco 2 a 0. La domenica successiva la squadra di Aliberti vanificò l’ottima prestazione contro la Reggiana perdendo 3 a 0 a Savona, mentre il Catania si imponeva 4 a 3 a Reggio Emilia. Dopo la sosta di circa un mese per gli impegni della nazionale di Vittorio Pozzo (che stava disputando il campionato del mondo, vinto poi nella finale di Roma) ripresero le partite dei gironi di finale della Prima Divisione: domenica 17 giugno si giocò al campo Rivetti l’incontro più atteso, Biellese – Catania. I biellesi riuscirono a imporsi per 2 a 0, con reti di Costanzo I e Tagliani: «Vittoria netta e convincente, vittoria che ha riconciliato il pubblico biellese con la propria squadra dopo l’infausta giornata di Savona e ha ridato fiducia a giocatori e dirigenti» (“il Biellese”, 19 giugno 1934).
I giochi per la promozione sembravano ancora apertissimi per la Biellese, che con quattro punti si trovava alla pari con Catania e Savona. La sconfitta con la Reggiana (2 a 3) e il pareggio con il Savona (1 a 1) pregiudicarono però il cammino della squadra laniera: la Biellese arrivò all’incontro di ritorno con il Catania staccata di un punto dai siciliani e di due dalla squadra ligure. Serviva quindi vincere e sperare nella sconfitta del Savona, impegnato a Reggio Emilia. «Molti sorrideranno: vincere a Catania? È assolutamente impossibile. Siamo d’accordo fino a un certo punto (…) Non bisogna dimenticare che ogni partita fa storia a sé e che tante, troppe volte, si è verificato il caso di una clamorosa resa della squadra ospitante, magari uno squadrone, di fronte ad una cenerentola».
Il miracolo auspicato dal cronista de “il Biellese” purtroppo non si materializzò: la Biellese fu sonoramente sconfitta per 4 a 0 dal Catania (mentre il Savona perdeva 3 a 1 con la Reggiana) e dovette abbandonare i sogni di promozione in serie B. Rimase comunque la soddisfazione per l’ottimo campionato disputato.
Fonte:
Rota Davide, Brognara Silvio, Football dal 1902 – Storia della Biellese, Ed. Il Biellese, Biella 1996