L’Alessandria è il grande malato del calcio piemontese. Non preoccupa tanto l’ultimo posto ad un solo punto (visto che il Novara ha pareggiato), frutto della quarta sconfitta consecutiva nelle prime cinque giornate, 0-3 in casa per mano del Lumezzane. A rendere tesa la situazione sono le vicende societarie, la cui gravità è tutta riconducibile all’aggressione denunciata dal diesse Umberto Quistelli la scorsa settimana negli uffici della società. La sua denuncia: “Picchiato perché non mi sono dimesso”.
Il dirigente si è rivolto ai carabinieri dopo essere stato picchiato, questo il suo racconto, dal market maker Michel Stojkovic, alla presenza del presidente Enea Benedetto. Un pugno al volto ed allo stomaco tanto violenti da rendere necessario il trasporto in ospedale. La colpa? Non essersi dimesso come richiesto dal club. La proprietà ha risposto con un comunicato in cui ha annunciato la sospensione di Quistelli per via di atteggiamenti aggressivi ed intimidatori scatenando la risposta dello stesso pronto a una querela per diffamazione. Il presidente in un post sui social, poi cancellato, aveva scritto che Quistelli si sarebbe picchiato da solo.
Prima però c’era stato il tumultuoso allontanamento del direttore generale Rinaldo Zerbo e alla vigilia del match contro il Lumezzane è stato sollevato dall’incarico il tecnico Fulvio Fiorin, ingaggiato per il classico tozzo di pane, e rimpiazzato con l’allenatore dell’Under 15.
Ma la situazione in casa grigia è sempre stata complicata sin dall’inizio, quando Luca Di Masi ha ceduto la mano. Tra i due soci – Benedetto e il francese Alain Pedretti, detentori rispettivamente del 60 e del 40 per cento delle quote del club – sono quasi subito volati gli stracci, tanto che ci sono stati gli addii di tutte le figure scelte e portate in società dall’ex patron del Cannes. A partire dall’allenatore René Lobello e dal consulente di mercato Michel Milojević. Dopo che almeno tre tecnici di categoria declinarono l’offerta non fidandosi, era stato scelto Fiorin dalla Primavera, ed è stato condotto un mercato all’insegna della svendita dei pezzi migliori, rimpiazzati da giocatori non di categoria e reduci da seri infortuni, molti dei quali giunti in riva al Tanaro con il dubbio di aver addirittura comprato il proprio ingaggio. Chi è rimasto o chi ha voluto ritornare in Grigio, come Simone Ciancio ormai agli sgoccioli della carriera, sono sempre meno allettati dal caos regnante in casa alessandrina. Grottesca anche la vicenda riguardante il direttore sportivo Malu Mpasinkatu, prima annunciato e poi scaricato nello spazio di dieci giorni visto che il suo contratto in Lega non era mai stato depositato.
Finora la squadra ha raccolto l’unico punto nel derby contro il Novara giocato nella prima giornata. Se questo è il buongiorno (si fa per dire) che si vede dal mattino, siamo certi che quest’anno l’Alessandria ci darà darà parecchio materiale su cui scrivere e discutere. Un club che dopo gli anni ruggenti e i tanti investimenti del passato, con il ritorno in B dopo oltre quarant’anni, rischia di non trovare pace. Se non i fallimenti gestionali e sportivi.
Fonti: “RaiNews” e “TuttoC”.