“Se solo avesse avuto la testa”. Una carriera consumata intorno a questa frase,un marchio di fabbrica, la sforbiciata, (girata, mezza rovesciata che dir si voglia) gesto tecnico che può permettersi solo chi sa giocare a pallone, solo chi non gioca per soldi o per la gloria ma per far divertire i propri tifosi. È tutta in quella torsione spettacolare la mentalità di Francesco Flachi. 19 dicembre 2009, al Rigamonti di Brescia si sta giocando Brescia-Modena, le rondinelle allenate da Iachini sono a secco di vittorie da quasi un mese. Il freddo sembra farla da padrone, la neve intorno al rettangolo di gioco, i tifosi infreddoliti sugli spalti e una partita avvilente in campo. 34’ del secondo tempo, esce Possanzini entra Francesco Flachi, passano soltanto 8 minuti, Bega dalla destra lancia per Flachi, sforbiciata, goal, una rete di rara bellezza, capace di scaldare il glaciale Rigamonti. Questa è.. .e probabilmente sarà, l’ultima gemma di Francesco Flachi da Campi Bisenzio. come ci ricorda “Lacrime di Borghetti”. Nascere alle porte di Firenze e giocare con la Fiorentina, un sogno diventato realtà per il giovane Francesco che in un intervista fatta a soli 13 anni dichiarava che gli sarebbe “garbato” giocare con la Fiorentina (altrimenti in caso contrario sarebbe andato volentieri al Napoli). Alla fine arrivò in viola, esordio prima in serie B nel ‘93 e l’anno successivo in serie A. Passa per una stagione al Bari in prestito, una ventina di presenze e 3 goal, ottime prestazioni che convincono la dirigenza fiorentina a riportare il figliol prodigo nel capoluogo toscano, salvo poi girarlo nuovamente in prestito all’Ancona nel gennaio ‘97.
Con i dorici 10 goal in 17 match e ancora un ritorno in riva all’Arno, l’ultimo. Nel 1998 la Sampdoria, dopo 16 anni consecutivi di serie A, uno scudetto, 4 Coppe italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa italiana e una finale di Coppa dei Campioni, retrocede malamente in serie B a seguito della sciagurata gestione Spalletti-Platt-Spalletti. I liguri vanno rifondati, la scelta per l’attacco cade proprio sul fiorentino mai apprezzato dai dirigenti viola. Flachi accetta la doria e mai decisione fu più corretta. In 8 anni di Samp diventa l’idolo incontrastato della gradinata sud, specialmente quando salva i blucerchiati dal baratro della C1 grazie ad una stagione da incorniciare, senza contare che nel momento peggiore della storia dei genovesi, rinuncia alle lusinghe e ai soldi del Monaco, che regalava inoltre a Francesco la possibilità di giocare in Champions.
Come già detto Flachi non gioca per la gloria o il denaro, gioca per l’amore della gente e in quel momento la felicità di una tifoseria che si salva è più stimolante degli onori della massima manifestazione calcistica europea. Finiscono i tempi bui, arriva Riccardo Garrone al timone dei liguri, con lui, Novellino e Beppe Marotta. Novellino è l’allenatore della svolta per la Samp e per Francesco. Arrivano anche 16 nuovi acquisti tra cui Bazzani che si rivelerà il partner d’attacco perfetto. La doria centra la promozione, Flachi non è titolare fisso ma riesce comunque a portare a casa un buon bottino di reti(12) 2 delle quali messe a segno contro il Cagliari nella giornata che sancisce il ritorno della Samp in A. La prima “vera” stagione nella massima serie, arriva quindi a ben 28 anni suonati, supera l’accanita concorrenza in attacco di Marazzina, Colombo e il nipponico Yanagisawa (l’avevate rimosso??) va a segno 11 volte e trascina la doria all’ottava posizione, meglio ancora l’anno seguente dove va a segno 14 volte e i liguri vedono sfumare la qualificazione in Champions proprio all’ultimo a vantaggio dell’Udinese di Vincenzo Spalletti.
Nel 2006 però cominciano i guai. Qualche giorno prima del derby di Roma del 2005 viene intercettata una sua telefonata a Fabio Bazzani (allora giocatore della Lazio), dove chiedeva informazioni relative al risultato. Verrà squalificato 2 mesi nel settembre 2006 (nonostante la prestigiosa difesa dell’avvocato Giulia Buongiorno) per violazione dell’articolo 1. Rientra in campo ma nel gennaio 2007 al termine di Sampdoria-Inter 0-2, viene trovato positivo alla cocaina, le controanalisi richieste dal giocatore confermano, Francesco assicura che a sua insaputa aveva fumato una sigaretta “modificata”.
Il 24 maggio del 2007 viene squalificato per 16 mesi. Termina così il grande idillio calcistico tra Francesco e la sua Sampdoria ma rimane nella storia come il terzo marcatore di sempre, dopo Mancini e Vialli con ben 85 goal in campionato, 17 in Coppa Italia e 2 in Uefa. Il 28 febbraio del 2009 torna in campo con la maglietta dell’Empoli nel derby contro il Livorno, finirà 0 a 0.mIl 18 Aprile del 2009 al 75’ di Empoli-Treviso Buscè entra in area e serve solo davanti alla porta Flachi è il goal del 2 a 0, è la fine di un incubo, non succedeva da ben 3 anni.
Scade il contratto con l’Empoli si accasa al Brescia, dopo essere stato ad un passo dalla Reggina di Novellino. Il 18 Marzo 2010 la procura antidoping chiede la squalifica a vita di Francesco Flachi perchè recidivo.
Finisce probabilmente così la carriera del folletto di Campi Bisenzio, del ragazzaccio che gli garbava Gullit e la Fiorentina, finisce a 35 anni come per molti altri calciatori, solo che per lui non ci saranno passerelle e tappeti rossi, uscirà in punta di piedi, così come è entrato, forse rodendosi un po’ per quel che poteva essere e non è stato. Ma con la convinzione che “Se solo avesse avuto la testa”… probabilmente non sarebbe stato Francesco Flachi, quello che per l’amore di una tifoseria ha rifiutato i soldi e la Champions, un uomo capace di salutare il gioco del calcio regalando a chi ama questo sport un ultima spettacolare sforbiciata da tre punti. E a noi ci “garba”così.