È il 1986 ed il giocatore sovietico vince il Pallone d’oro.
Il 30 dicembre 1986 viene assegnato uno dei Palloni d’oro più controversi della storia del torneo: a vincere è l’attaccante della Dinamo Kiev Ihor Bjelanov. Decisiva una partita dei Mondiali giocata in estate in Messico, la più spettacolare della rassegna iridata: l’ottavo di finale Belgio-Unione Sovietica 4-3, dove Belanov si rende protagonista di una tripletta.
Il premio è soprattutto alla Dinamo Kiev, protagonista in quell’anno di un calcio mai visto prima, tanto da essere definito “calcio del 2000”. Una squadra che nel 1986 vincerà la Coppa delle Coppe e che comporrà quasi del tutto l’ossatura della nazionale sovietica.
Dietro Bjelanov finiscono Gary Lineker, centravanti inglese fresco capocannoniere dei Mondiali, ed Emilio Butragueño. Alessandro Altobelli, unico italiano presente in classifica, chiude al 10° posto. Carattere umile ma talento appariscente: Bjelanov rappresentò il simbolo della Dinamo Kiev e della nazionale sovietica del colonnello Lobanovsky.
Per sua stessa ammissione la carriera di Ihor Bjelanov è stata condizionata dall’errore dal dischetto in occasione di Olanda-Unione Sovietica, finale del Campionato europeo 1988, ma all’attaccante di Odessa non sono mancate soddisfazioni in quasi vent’anni di onorata professione, tra le quali, come detto, l’ottimo Mondiale disputato in Messico nel 1986.
Bjelanov fu il trascinatore della vittoria di due campionati e due coppe e fu l’artefice della strepitosa conquista della Coppa delle Coppe. Sotto l’esperta guida del tecnico Valerij Lobanovsky, la Dinamo Kiev raggiunse la finale con il favorito Atlético Madrid di Luis Aragonés. Dinamo Kiev- Atlético terminò 3-0 con reti di Zavarov, Blochin e Jevtušenko.
Il p almarès di Ihor Bjelanov ha come vittorie di spicco una Coppa delle Coppe, due titoli e due coppe nazionali. Affermazioni tutte ottenute con la maglia della Dinamo Kiev. Giocò anche in Germania nel Borussia Mönchengladbach e nell’ Eintracht Braunschweig.