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Gli oriundi hanno fatto costantemente parte della Nazionale italiana. Anche ai recenti Europei, giocatori come Eder e Thiago Motta hanno fatto la loro parte; senza dimenticare l’apporto dei vari Enrique Guaita, Luis Monti e Raimundo Orsi nella conquista dei nostri primi titoli mondiali. Ma c’è stato un periodo dove gli stranieri erano raus! e non potevano nemmeno essere schierati nel campionato.
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Ecco perché pochi conoscono Delio Onnis, il protagonista della storia che stiamo per raccontare. Che, a conti fatti, era nato nel nostro paese ma divenne famoso in Francia, con 299 gol segnati nella vecchia Division 1.
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Di origini sarde, Nurallao, Onnis nasce a Giuliano di Roma, in Ciociaria, il 24 marzo del 1948. Il suo cognome rivela le origini sarde. Sono tempi duri e la famiglia si trasferisce presto in Argentina, nazione della quale prende la cittadinanza e muove i primi passi calcistici nell’Almagro.
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Nel 1969 viene ingaggiato dal più blasonato Gimnasia La Plata, e in breve tempo si afferma come un bomber di successo. Attira l’attenzione delle società europee e nel 1971 sbarca in Francia per militare nelle file dello Stade Reims, club famoso per aver annoverato in rosa il celebre attaccante Just Fontaine e per aver disputato due finali della neonata Coppa dei Campioni, entrambe perse contro il Real Madrid.
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A Reims il possente Onnis esplode: segna ben 45 gol in due stagioni e passa al Monaco. Non sono anni di gloria per il club monegasco, tutt’altro: si lotta per non retrocedere e a fare la differenza è proprio Onnis, che nei suoi trascorsi biancorossi vince due volte la classifica cannonieri e spesso supera le trenta reti stagionali.
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Incredibilmente, per lui non arriva nessuna convocazione in nazionale, pur avendo diritto in teoria a giocare in due selezioni diverse.
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L’Argentina, va detto, può vantare su un pacchetto offensivo mostruoso con Yazalde, Kempes, Luque, Valdano e poi un certo giovanotto di nome Maradona. Tuttavia, “azzurramente” parlando, Onnis non sfigurerebbe tra i vari Boninsegna, Riva, Chinaglia, Bettega e Graziani che orbitano nella nostra squadra a quei tempi. Prova ne è che i club italiani provano ad acquistarlo, ma le rigide regole della federazione parlano chiaro.
In Azzurro possono andarci solo gli italianissimi, e non è possibile comprare giocatori provenienti dall’estero. Una beffa, visto che Delio è un ciociaro naturalizzato argentino.
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La sua carriera, comunque, ha un’improvvisa impennata. Nel 1977 il Monaco retrocede; ma dopo un anno di purgatorio torna nella massima serie e trascinato dai gol di Delio Onnis e Christian Dalger si fregia del titolo di campione nazionale.
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Nel 1980 i biancorossi vincono pure la coppa nazionale. Forse Onnis inizia a essere considerato anziano e pertanto lascia il Principato per trasferirsi nel Tours FC. Il viale tramonto?
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Ma neanche per idea! Delio, come il vino, invecchiando migliora. Vince per due anni di fila la classifica cannonieri e si ripete anche nel 1984 con la casacca del Tolone.
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Anche alla soglia dei quaranta continua a essere il pericolo pubblico numero uno delle difese transalpine, grazie all’opportunismo e l’innato senso del gol. Un buteur ineguagliabile.
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Appende gli scarpini al chiodo nel 1986, con il gagliardo bottino di 461 reti in 707 presenze. Ancora oggi detiene il record di miglior marcatore della storia della Division 1 e del Monaco.
Curiosamente, l’altro “penta-capocannoniere” della massima serie francese è un altro argentino, il ben noto Carlos Bianchi.
Anche il futuro allenatore del Boca viene ignorato dalla nazionale argentina, una volta trasferitosi nel Vecchio Continente.