E così, Ciccio Mascetti va a fare compagnia a quello che sta diventando davvero un Verona al top, quello votato dai lettori de “La Cronaca di Verona”. Garella tra i pali, Ferroni e De Agostini come terzini, Tricella e Fontolan coppia di difensori centrali. A centrocampo, accanto a Briegel ecco Mascetti, scelto come miglior numero 8 della storia. Mascetti ha battuto anche Gigi Sacchetti, “eroe” dello scudetto, che si è arreso a un grandissimo e che per questo non deve certo sentirsi sminuito. Mascetti è nella storia, è stato a lungo, pur giocando a centrocampo, il miglior cannoniere gialloblù in serie A, prima dell’avvento del ciclone-Toni.
E poi, Ciccio, come lo chiamano tutti, è stato capitano, leader, bandiera di quel Verona anni ‘70, che senza vincere campionati, è rimasto nel cuore della gente. Il Verona di Busatta e Maddè, di Zigoni e Mazzanti, di Luppi e Batistoni. Di quel Verona. Ciccio Mascetti fu il simbolo, il leader riconosciuto per le sue qualità tecniche e umane. Ecco perchè non stupisce che abbia dominato la corsa alla maglia numero 8.
Calcisticamente nato nel Como, la sua città natale, Mascetti venne ceduto successivamente al Pisa per costruire poi una carriera di undici anni nel Verona, con cui ottenne la promozione in massima serie nella stagione 1967-‘68 e con cui, nel corso di undici stagioni, stabilì il record di presenze in Serie A (232) della società scaligera.
Per oltre tre decenni ha inoltre detenuto anche il primato di reti in massima categoria dei gialloblù, superato solo nel 2015come detto, da Toni. La lunga esperienza veneta fu intervallata da due annate nel Torino (dal 1973 al 1975, e nella fase finale della Coppa Italia 1977-ì78), prima di concludere la carriera agonistica nella stagione 1979-‘80, all’età di trentasette anni, appunto nel Verona nel frattempo retrocesso in Serie B.
In carriera ha collezionato 282 presenze e 37 reti in Serie A e 108 presenze e 8 reti in Serie B. Una volta appesi gli scarpini al chiodo, seguirono nove anni da direttore sportivo nello stesso Verona con lo storico traguardo tricolore nella stagione 1984-‘85, prima della proposta del presidente romanista Dino Viola. Con i giallorossi ha lavorato per otto campionati, dal 1988 al 1996, vincendo una Coppa Italia e portando la compagine capitolina in finale di Coppa UEFA. Dal 1996 al 2002 è stato direttore sportivo all’Atalanta, mentre in seguito ha collaborato con la Sampdoria. Putroppo se ne è andato nel 2022 a 79 anni.