Un cavallo pazzo che ha percorso la corsia destra del campo avanti e indietro per tutta la carriera: Carlo Nervo è senza dubbio uno dei calciatori più rappresentativi della storia del Bologna. Corsa, dribbling e sterzate, caratteristiche unite a una buona tecnica di base e a un grande fiuto del gol. Sono 40 le reti in rossoblù, molte delle quali segnate grazie a inserimenti fulminei e in qualche occasione a spettacolari acrobazie. Non male per un tornante. Quello dell’ex centrocampista di fascia veneto è un nome che evoca nostalgia e che riporta con prepotenza la memoria agli anni a cavallo del nuovo millennio. Il classico calciatore che il tifoso idolatra e in cui s’identifica, grazie allo spirito di sacrificio mostrato in campo, grazie a quella maglia sempre sudata.
Una vita – come ha scritto il “Guerin Sportivo” – vissuta a 100 all’ora anche fuori dal campo, dove è stato addirittura eletto sindaco del suo paese natale, Solagna, mandato intrapreso nel 2009 una volta appesi gli scarpini al chiodo. Nato il 29 ottobre 1971, cresce ammirando gli anni d’oro del calcio italiano e con un idolo atipico pensando al ruolo di esterno che avrebbe poi ricoperto: Bruno Giordano, straordinario bomber che dopo gli anni d’oro vissuti con Lazio e Napoli transitò anche per la “sua” Bologna.
Nervo si forma calcisticamente nel Bassano Virtus, milita poi a Cittadella e Mantova, prima di approdare al Bologna nell’estate del 1994. Dei rossoblù diventerà una vera e propria bandiera, arrivando a vestirne la casacca in ben 417 occasioni in tutte le competizioni. Le stesse dello storico bomber Carlo Reguzzoni, meno solo di due mostri sacri come Giacomo Bulgarelli (486) e Tazio Roversi (459).
“Ulivieri mi ha fatto crescere come calciatore. Mi ha insegnato tante cose a livello tattico dove ero grezzo. Gli devo molto”. Quando Nervo approda al Bologna nel ’94, il tecnico toscano siede sulla panchina rossoblù. È sotto la sua guida che la squadra compie il doppio salto di categoria: dalla Serie C alla Serie A, doppia promozione che permette ai felsinei di tornare tra le grandi del nostro calcio. Il primo è un campionato senza storia, vinto con 22 punti sulla Pistoiese, mentre il secondo è più combattuto, ma termina con un’altra vittoria.
L’esterno veneto gioca così il suo primo campionato in massima serie nel ’96, segna la sua prima rete già alla seconda giornata con uno splendido pallonetto acrobatico contro il Verona e si toglie la soddisfazione di firmare il successo all’Olimpico sulla Lazio. Nell’ultimo anno di Ulivieri si ritrova a giocare con Baggio: “Prima del suo arrivo eravamo dei bravi ragazzi, un po’ provincialotti. Grazie a Roberto ci siamo sentiti tutti più importanti, le luci della cronaca erano tutte per noi… In quel momento è cambiata la storia del Bologna. Se non fosse arrivato Baggio non sarebbe arrivato Signori, un altro campionissimo”.
Con Roby centra l’ottavo posto che vale l’Intertoto e grazie al quale vivrà quello che resta il suo più bel ricordo in rossoblù: il gol segnato nel primo turno della Coppa Uefa 1998-‘99 allo stadio José Alvalade di Lisbona, al quale ne seguirà un altro nel ritorno al Dall’Ara che consentirà al Bologna di eliminare lo Sporting.
La cavalcata della squadra allenata da Mazzone si ferma solo al minuto 87 della semifinale di ritorno, quando un calcio di rigore trasformato da Blanc nega al Bologna il derby in finale contro il Parma. Un vero peccato, per Nervo e per il calcio italiano.
Seguono altre cinque ottime stagioni dove il Bologna si piazza sempre a metà classifica: Carlo Nervo si è ormai trasformato in un veterano del nostro campionato. Le sue prestazioni lo portano addirittura nel giro della Nazionale allenata da Giovanni Trapattoni con cui scende in campo in sei occasioni: l’indimenticabile debutto il 20 novembre 2002, quando viene schierato tra i titolari. Al termine della stagione 2004-‘05 il momento più triste: “Abbiamo perso lo spareggio col Parma per restare in Serie A. È stata durissima, in quel momento ho pensato di cambiare vita e di fare un altro lavoro dopo il calcio. Mi devo ancora riprendere da quello spareggio”.
Un anno di prestito al Catanzaro in Serie B prima del ritorno a Bologna dove disputa la sua ultima stagione tra i professionisti nella cadetteria 2006-‘07.
Oggi Carlo Nervo passa le giornate all’interno di “Kela”, il suo showroom di mobili. Una passione quella per il legno trasmessa dal papà falegname: “Una professione fighissima, ci pensavo da 20 anni. Ho aperto un negozio che si chiama Kela, costruiamo mobili in legno e sfruttiamo la rete commerciale di mio fratello”. Dalla fascia destra del Bologna, passando per quella di sindaco di Solagna, fino all’imprenditoria. Un uomo che non si è mai fermato, in campo come nella vita.