Juan Manuel Basurco Ulacia, spagnolo, ai più non dice granchè, ma in Ecuador gli appassionati di calcio lo ricordano bene, specie quelli di una certa età. Basurco ha infatti giocato nel Barcellona, quello ecuadoreno, di Guayaquil, nel quale ha collezionato solo 8 presenze e 2 gol, ma uno di questi è rimasto memorabile. Un’altra caratteristica di questo attaccante era quella che il suo mestiere principale non era quello di fare il calciatore, bensì il parroco di una chiesa a Quevedo, nella provincia di Los Ríos.
Basurco è morto il 20 marzo 2014 a San Sebastián in Spagna, ma a Guayaquil nessuno può dimenticare questo prete-calciatore, che non si allenava con la squadra a causa della sua attività sacerdotale, ma si presentava la domenica in campo, concentrato per la partita. Il suo nome resta negli annali della storia del calcio ecuadoriano e del Barcellona grazie al gol realizzato il 29 aprile 1971 e che permise alla sua squadra di battere, in Copa Libertadores, il fortissimo Estudiantes de La Plata.
Una vittoria ottenuta in casa di quella che in quel momento era considerata una delle squadre più forti al mondo e che in Ecuador ricordano come la Hazaña de la Plata (l’impresa de La Plata). Un successo che era impensabile contro un avversario di tal fama e valore, ma che padre Basurco rese possibile. Luciano Macías, compagno di squadra di Basurco in quegli anni, ricorda che inizialmente c’era un po’ di diffidenza nei suoi confronti perchè era davvero inusuale vedere un sacerdote all’interno di una squadra di calcio. Poi, una volta avuto modo di apprezzare le sue doti di attaccante, venne accolto con grande affetto sia dal pubblico, sia dagli altri calciatori del Barcellona. “Ricordo che arrivava il giorno stesso della partita, faceva qualche esercizio di riscaldamento, cercava la giusta concentrazione e poi era pronto a scendere in campo”, racconta Macias.
Sulla famosa Hazaña de La Plata, l’ex giocatore del Barcellona, racconta che gli argentini erano convinti di fare una passeggiata contro la formazione ecuadoriana, che avevano catalogato come una squadra di terza categoria. “Probabilmente questo loro atteggiamento è servito anche a noi per battere i tre volte campione della Libertadores. Ricordo che Basurco qualche minuto prima della partita disse che le cose sarebbero andate bene. Così fu”.
Basurco non terminò la stagione con la squadra di Guayaquil, tornò alla sua parrocchia e continuò a giocare nella Liga Sportiva Universitaria di Portoviejo, squadra nella quale riusciva meglio a far coincidere i suoi lavori, quello di calciatore e di sacerdote. Qualche anno dopo tornò in Spagna, lasciò il sacerdozio, si sposò, ebbe dei figli e si dedicò all’insegnamento a San Sebastian, dove è morto all’età di 70 anni.