Transilvania, Romania. Hunedoara ha offerto negli anni ’80 una delle storie più belle del calcio rumeno. È stato Gelu Simoc a portare Mircea Lucescu all’ombra delle torri siderurgiche.
Le palline da tennis gorgogliavano da un’estremità all’altra del campo. Due ragazze erano in piedi su entrambi i lati della rete. “Manana, quanto è stato bello questo tuo tiro lungo!”. Mariana Simionescu conforta la sua avversaria. Manana Ciogolea stringe i denti.
Dietro il terreno, un uomo li segue da vicino. Manana è la moglie di Radu Nunweiller. Nel corso degli anni, Mariana Simionescu diventerà la moglie di Bjorn Borg, considerato uno tra i più grandi tennista di tutti i tempi.
Radu Nunweiller era il calciatore sul quale contava moltissimo il Ct della Romania Angelo Niculescu, al Mondiale del 1970. Ebbe modo di dichiarare che “quando stavo facendo la squadra avrei piazzato Radu e accanto a lui altri dieci giocatori”.
“Manana, pensi che possiamo portare Radu al Corvinul?”. La voce era quella di Gelu Simoc, un grande amante del calcio e capo del personale presso il più importante complesso siderurgico di Hunedoara, dove lavoravano circa 25.000 persone, e che finanziava la squadra di calcio.
È così che Radu Nunweiller, uno dei simboli della Dinamo Bucarest, arrivò al Corvinul. In breve tempo, anche Mircea Lucescu giunse a Hunedoara, anche lui proveniente dal club della Polizia.
Era stato proprio Radu Nunweiller ad inviargli lettere nelle quali il capitano di Guadalajara aveva appreso degli ambiziosi progetti del Corvinul.
Nell’estate del 1977, Gelu Simoc portò Lucescu a Hunedoara.
Ebbe così inizio una delle storie più belle del calcio romeno. Dalla Divisione B, il Corvinul scalò gli ostacoli sino a giungere alle Coppe europee. Mircea Lucescu, che aveva ormai 35 anni, scese ancora in campo pur ricoprendo il ruolo di allenatore. In una partita con il Bihor, disputata il giorno di Pasqua, il Corvinul vinse 3-1 e in una delle reti, Lucescu fece tutto il campo con una micidiale sgroppata!
Il Corvinul di quegli anni significava Mircea Lucescu, Mircea Pascu, Remus Vlad, Radu Nunweiller, Mişa Klein, Dumitrache, Gabor, Andone, Rednic, Petcu, Văetuș, Nicșa e molti altri.
L’anima della squadra si chiamava Gelu Simoc. Ognuno di loro ha contribuito a scrivere la storia del calcio della Romania. Nell’estate del 1982, quando lasciò Hunedoara per andare a guidare la nazionale maggiore, Mircea Lucescu regalò a Gelu Simoc un paio scarpe da gioco e il suo tesserino da giocatore. “Tienili Gelu, nel tempo il mondo ricorderà il mio passaggio a Hunedoara”.
Il calcio a Hunedoara non è iniziato certamente solo con Mircea Lucescu. Ma allora si parlava di una squadra e di giocatori diventati famosi soprattutto grazie al “Luce”.
La vera grande storia di questa quadra è terminata definitivamente con la scomparsa di Gelu Simoc quattro anni fa.
Mario Bocchio