I Mondiali in Cile raccontati dalle figurine
Gen 10, 2023
Il logo della competizione

I Mondiali del 1962 si svolsero in Cile – nelle città di Arica, Rancagua, Santiago e Viña del Mar – dal 30 maggio al 17 giugno. Essendo l’ultimo campionato del mondo a non disporre dell’adeguata copertura satellitare, i filmati delle partite erano trasmessi in replica differita.

L’assegnazione del torneo allo stato cileno avvenne nel 1956, durante una conferenza della FIFA a Lisbona. Tale decisione fu contestata per le carenze infrastrutturali del Paese, su cui pesò oltremodo il sisma del 1960. Malgrado l’entità dei danni provocati dal terremoto, ciò non incise sotto il profilo organizzativo.

Fu confermata la formula del Mondiale svedese, con 4 gironi all’italiana composti da altrettante formazioni ciascuno. A dispetto dei pronostici la compagine ospitante si rivelò un’avversaria competitiva già dal debutto, in cui sconfisse per 3-1 la Svizzera. A conferire maggior fama al torneo fu però l’incontro con l’Italia, disputatosi nella capitale Santiago il 2 giugno 1962. L’ambiente fu surriscaldato da articoli che la stampa europea, in particolar modo italiana, aveva pubblicato prima del torneo denunciando la povertà e l’arretratezza del paese cileno sul piano economico e culturale; la reazione locale fu peraltro fomentata dalla radio, diretta e gestita da emigrati tedeschi.

Il Brasile campione

Oltre che dal punto di vista agonistico, la veemenza poi riversata in campo dai cileni era ascrivibile alla diffusa usanza dell’Italia di impiegare calciatori oriundi e naturalizzati.

L’acceso dissapore sfociò sul terreno di gioco, con i padroni di casa distintisi per un ricorso alla violenza pressoché duraturo: complice la discussa gestione di gara dell’arbitro inglese Aston – il quale allontanò gli azzurri Ferrini e David – la squadra italiana perse 2-0 un incontro passato alla storia col soprannome di battaglia di Santiago. La situazione degli altri raggruppamenti fu invece lineare con le aspettative della vigilia: il primo turno venne superato dalle favorite Unione Sovietica, Ungheria, Brasile, Germania Ovest, Inghilterra, Cecoslovacchia e Jugoslavia. Non conobbe invece compimento il tentativo di rimonta degli azzurri, che pur battendo gli elvetici nell’ultimo incontro terminarono il loro girone alle spalle di cileni e tedeschi.

L’Italia di Paolo Mazza e Giovanni Ferrari

Nei quarti di finale il Cile regolò di misura i sovietici, allo stesso modo di quanto avvenne per i cechi con i magiari e per gli slavi con i teutonici: il Brasile travolse nettamente gli inglesi, completando il quadro delle semifinaliste. I verdeoro ebbero quindi ragione della Rojas con il punteggio di 4-2, mentre la Cecoslovacchia inflisse un 3-1 alla Jugoslavia.

La Cecoslovacchia di Josef Masopust

La finale di consolazione registrò una vittoria dei cileni, che colsero con il terzo posto il miglior risultato della propria storia nei Mondiali.

L’album delle figurine “Caramelos”

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I brasiliani – pur privi di Pelé, infortunatosi gravemente nella prima fase della competizione – vinsero per 3-1 contro i boemi, confermandosi sul trono mondiale dopo il successo in Svezia del 1958.

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