Nel secolo scorso hanno costituito a lungo un appuntamento d’eccezione per poter ammirare, in una sola gara, la crema del football mondiale. Erano le partite che vedevano in campo rappresentative “all stars”, ossia selezioni formate con alcuni fra i migliori giocatori del pianeta.
Una di queste fu la memorabile sfida fra Argentina e Resto del Mondo, giocata a Buenos Aires il 25 giugno 1979 per celebrare, a un anno esatto di distanza, la conquista del primo titolo iridato da parte della Selecciòn.
I padroni di casa presentarono, rispetto al trionfo ’78, la grande novità Diego Armando Maradona, giovanissimo che già mostrava le stimmate del fuoriclasse epocale; la squadra del Resto del Mondo venne affidata al nostro Enzo Bearzot, che dovette fronteggiare non pochi forfait (Lato, Bettega, Krankl, Bonhof, Torocsik), ma riuscì comunque a mettere insieme un bel drappello di campioni (come vedrete dal tabellino allegato), con ben quattro italiani: Cabrini, Tardelli, Causio e Rossi. Fu la squadra di Menotti a passare in vantaggio con una bella giocata di Dieguito, che raccolse un passaggio di Valencia per fare centro con un sinistro a giro. Nella ripresa cambiò tutto: su lancio di Causio, Zico mise al centro dalla destra e Galvan fece autogol nel tentativo di anticipare il nostro Pablito. Poi ancora Causio aprì il gioco per Toninho, sul cui cross Zico insaccò, da pochi passi, il punto del definitivo 2-1
Ha raccontato Marco Tardelli, che in quella partita fu espulso per un fallo su Maradona: “Vorrei far rivedere un nostro duello: onesto, leale. Io miravo sempre la palla, mai ginocchio o caviglie, e lui le prendeva, si rialzava e non si lamentava. Esagerai solo una volta, Argentina-Resto del mondo nel 1979, lo conoscevo poco, sapevo solo che era forte: fui espulso e poi gli chiesi scusa, o facevo così o mi facevo il segno della croce. Ero sicuro di marcarlo anche al Mondiale ‘82, ma Bearzot mi convocò: ‘Lo do a Gentile, ti voglio più libero a centrocampo’. Claudio lo fermò e io feci gol, il Vecio aveva capito tutto”. Quel Resto del Mondo era una squadra tosta, con poche cariatidi e molti giovani talenti, che finì per imporsi sui padroni di casa grazie a un’autorete propiziata da Rossi e al gol di Zico.
Quasi a compensare l’ingiustizia del 1978, l’unica gioia per gli argentini venne da un quasi esordiente che non aveva preso parte al Mondiale dei generali: il 18enne Diego Armando Maradona, ancora all’Argentinos Juniors, che scelse quel palcoscenico globale e quel campo coperto di carta igienica per lanciare al mondo il primo squillo della gloria futura, con un sinistro a giro all’incrocio che recava impresso il marchio della predestinazione.