Il simbolo della squadra, un mosaico a forma di cuore, replica di quello del Royal Mile
Set 6, 2022

A metà del Royal Mile, il celebre miglio di Edimburgo che collega il palazzo reale di Holyrood al Castello della città, all’altezza della porta ovest della Cattedrale di St. Giles (nella zona detta High Street), nei pressi del Parliament House oggi sede della Court of Session, si trova un mosaico a forma di cuore. È il cosiddetto Heart of Midlothian.  Fino a qualche decennio fa, il Midlothian era la regione in cui si trovava Edimburgo. La città non era propriamente al centro della regione stessa, piuttosto incorporava aree appartenenti all’Est e Ovest del Midlothian.

Il Tolbooth in un’incisione d’epoca

Nonostante ciò era il cuore amministrativo del cosidetto Edinburghshire o County of Edinburgh e il mosaico a forma di cuore e la placca di bronzo incastonata nel pavimento, indicano ancora oggi la posizione di quello che fu fino al 1817, anno della sua demolizione, il Tolbooth, centro amministrativo costruito attorno al 1561 come dogana per i mercanti. Divenuto col tempo il municipio della città, poi camera di consiglio e successivamente anche tribunale, nel XVII fu convertito in squallida prigione e in luogo di pubbliche esecuzioni. Si dice che proprio dove ora si trova il mosaico a forma di cuore, vi fossero le forche usate per impiccare i condannati a morte, le cui teste mozze venivano poi messe in mostra sul lato nord del Parliament Square. The Heart of Midlothian o Tolbooth, nella sua veste di prigione, divenne famoso anche grazie ad un romanzo di Sir Walter Scott, pubblicato nel 1818.

Il celebre mosaico a forma di cuore

Lo scrittore ci narra le avventure di una donna, tale Jeanie Deans che si recò a Londra a piedi, con l’intento di incontrare la Regina, grazie alla mediazione del Duca d’Argyll, al fine di poterle chiedere la grazia per la sorella, accusata ingiustamente di infanticidio.  Jeanie Deans è la prima protagonista donna in un romanzo di Walter Scott ed è anche la prima di bassa estrazione sociale. Fanno da sfondo alla trama, le cosidette rivolte di Porteous, dal nome del Capitano delle Guardie, John Porteous, che ordinò ai soldati di sparare sulla folla, ribellatasi all’esecuzione di due criminali, uccidendo molte persone. Porteous fu poi linciato dalla folla che riuscì a penetrare l’Old Tolbooth. La scelta di introdurre il personaggio del Duca dell’Argyll ci ricorda le posizioni politiche moderate di Scott in materia di Giacobismo. Spesso, passando nei pressi del mosaico, si potrà notare come i visitatori siano soliti sputare sull’ Heart of Midlothian. Si dice che la ragione sia molto antica: un tempo, i criminali in stato di libertà, in segno di disprezzo per la prigione e di fratellanza con i carcerati, erano soliti replicare il gesto, sputando sulla porta del Tolbooth.

1878, vittoria della Edinburgh FA Cup
1901, terza Coppa di Scozia

Un’altra ragione potrebbe essere più recente: si dice che siano stati i supporter dell’ Hibernian F.C., la squadra di calcio rivale di un’altra denominata appunto Heart of Midlothian F.C. a mostrare in questo modo il loro disprezzo per il simbolo della squadra, un mosaico a forma di cuore, replica di quello del Royal Mile. L’anno di fondazione è il 1874, il che pone gli Hearts, nome abituale della società, tra i club più antichi del Regno Unito: la Scottish FA era nata un anno prima, mentre la League non sarebbe sorta che nel 1890, e fino a quel momento gli Hearts, come vennero subito chiamati, giocarono una lunga serie di partite amichevoli e di coppette regionali contro squadre del circondario, compresi i rivali cittadini dell’Hibernian, dai quali la separazione non era solo calcistica, ma anche sociale e religiosa, un po’ come accadeva a Glasgow tra Celtic (origini irlandesi, proprio come gli “Hibs”) e i Rangers.

Dave McKay

Con la divisa dei primi anni, bianca con il cuore amaranto-marrone, l’Heart of Midlothian giocò ai Meadows fino al 1878, quando ci fu un passaggio temporaneo a Powederhall, e infine nella Gorgie Road, nel 1881. Pochi anni dopo, 1886, ci fu lo spostamento di po­che centinaia di metri allo storico Tynecastle, che però sorge sempre lungo la Gorgie Road: la prima partita, contro il Bolton Wanderers, fu una vittoria per 4-1. Il campionato scozzese partì nel 1890, e il club fu l’unico membro fondatore della League proveniente dalla zona est della Scozia, ma il primo successo degli Hearts (detti anche “Jam Tarts” o colloquialmente “Jambos”) venne nella Scottish Cup del 1891, con la vittoria 1-0 sul Dumbarton che all’epoca rappresentava una potenza e si era aggiudicato le prime due edizioni della League.

Il derbty con l’Hiberniian sul finire degli anni Sessanta

I 16.000 spettatori per la partita, all’ Hampden Park di Glasgow, furono un pubblico record per l’epoca, e i tifosi degli Hearts ebbero modo di esultare ancora negli anni seguenti, con la vittoria in campionato nel 1895, quando la stagione fu di sole diciotto partite eppure la squadra riuscì a terminare con cinque punti di vantaggio sul Celtic, e ancora nel 1897, mentre la Scottish Cup arrivò ancora nel 1896, 1901 e 1906, in quell’era pionieristica.  

1976, contro il Lipsia

Il successo del 1896 fu particolarmente gradito perché avversari della finale erano gli “Hibs”, superati 3-1, una sfida che non si sarebbe mai più ripetuta in un appuntamento decisivo di coppa e che rappresenta tuttora l’unica occasione in cui una finale di Scottish Cup non venne giocata a Glasgow, ma a Logie Green.

Ancora un’immagine vintage della supersfida d Edimburgo

Dopo questi periodi di splendore iniziale, nei quali gli Hearts erano perlomeno equiparabili alle potenze Celtic e Rangers e produssero giocatori del calibro di Bobby Walker, venne un lungo momento di buio, che in parte fu propiziato da una struggente partecipazione del club alle vicende della Grande Guerra, quella del 1914-‘18: l’intera squadra infatti si arruolò volontaria e incoraggiò tutti i tifosi a fare altrettanto. Sette di loro non fecero più ritorno. Gli Hearts sono la terza squadra più tifata e una delle più titolate di Scozia, inoltre è riuscita, per quattro volte (insieme ad Aberdeen e Hibernian) a rompere il potere della Old Firm. Dal 1906 al 1954 gli Hearts non vinsero alcun trofeo importante: tuttavia nel decennio seguente godettero di diversi successi, come i due campionati vinti nel 1958 e nel 1960, nonché una Scottish Cup nel 1956 e quattro Scottish League Cup, tra 1954, 1958, 1959 e 1962. Il periodo d’oro finì nella stagione 1964-‘65, quando gli Hearts vennero sconfitti 2-0 dal Kilmarnock, perdendo il campionato all’ultima giornata per la sola differenza reti.

Da quel momento i Maroons andarono in declino: retrocessero infatti nel 1977 dalla appena creata Scottish Football League. Nonostante l’immediata risalita nel 1978, la squadra di Edimburgo passò gli anni seguenti scendendo e risalendo da una lega all’altra, a causa della sua struttura antiquata, non rinnovata rispetto ad altre squadre. Quando gli Hearts non riuscirono più a risalire in Premier League arrivò Wallace Mercier, che riportò il club ai suoi vecchi fasti. La risalita si concluse nel 1988. Nei primi anni novanta gli Hearts ottennero poi un impressionante sfilza di 22 risultati utili consecutivi, tra questi la vittoria sui rivali dell’Hibernian per 2-1 nella Scottish Cup del 1994.

Mario Bocchio

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