Prima era buio, prima era nero. Per alcuni nostalgici si trattava della massima eleganza, del canone artistico. Per altri avanguardisti era un’epoca primitiva, banale, vittima della serialità. Se oggi osserviamo sul prato vedere piedi colorati e lucidi, lo dobbiamo ad un calciatore inglese, ad un brand tedesco e all’intuito del signor Brian Hewitt.
Ma andiamo con ordine. Siamo nella fine degli anni ’60, anni dorati per il calcio inglese, con i Tre Leoni sul tetto del mondo dopo l’exploit casalingo del 1966. Un brand tedesco, Hummel, si sta affacciando timidamente sul mercato britannico. Un’avanzata complessa, quasi impercettibile agli occhi del grande pubblico. Subentra qui, come ricordato da athletamag.com, la figura di Brian Hewitt, uomo scelto per le operazioni di marketing oltremanica.
Serve stupire, serve sovvertire le normali leggi del mercato e della pubblicità per fare breccia nel tempio del purismo calcistico. Nasce da questi presupposti l’intuizione di Hewitt: “Prima del 1970 Hummel vendeva circa 5mila paia di scarpe da calcio all’anno in Inghilterra, non riuscivamo a migliorare. Così ho parlato con i miei colleghi e ho detto: nessuno l’ha mai fatto prima, proviamo a colorare delle scarpe di bianco”.
Viene contattato Alan Ball, pedina fondamentale della nazionale inglese e dell’Everton campione in carica della First Division. L’opera di convincimento è piuttosto rapida, e Ball si trova a scendere in campo nel Charity Shield con la prima scarpa bianca della storia.
C’è un piccolo problema, però. La scarpa indossata non è una Hummel, ma un’Adidas dipinta. Il motivo? Non esistono modelli di Hummel che calzino perfettamente il piede del centrocampista di Farnworth.
Una svolta storica, un dettaglio che meraviglia l’intero popolo inglese. Il lunedì successivo al match tra Everton e Chelsea, Hummel riceve 12mila ordini. Ha ufficialmente inizio il trend del feticismo a colori, della scarpa come status symbol, dei piedi in vetrina.
Nel marasma di calzature nere iniziano a comparire vertiginosamente prima il bianco, poi il rosso, infine il fluo. I campi diventeranno passerelle, il calcio non sarà più lo stesso.