Il presidentissimo Fanuzzi e Di Marzio
Set 4, 2022

Raccontare Gianni Di Marzio dettagliatamente sarebbe difficile, lo hanno fatto altri e più qualificati del sottoscritto il quale non intende sottoporsi ad un mero esercizio di copiatura.

Il “mio” Di Marzio appare nel novembre 1988 nelle vesti di allenatore di un Catanzaro da serie B, o meglio sotto forma di un nome e cognome abbinato alla voce “mister” sulla pagina dell’album Panini, il mio primo album, la mia prima “Bibbia”. Quei nomi li imparavo a memoria come le carriere dei giocatori, se chiudo gli occhi ricordo Leo Armillei dell’Ascoli, Nedo Bettoli della Cremonese o Adolfo Anconetani del Pisa; negli anni quegli stessi nomi sono diventati storie, lette, cercate ed approfondite da un bimbo cresciuto nell’impresa di mantenere inalterato l’amore per il calcio, per quel calcio, ed allora provo, senza pretesa alcuna, a raccontarvi un pezzetto del Di Marzio in questione, un Gianni distante nel tempo e nei luoghi; prima metà degli anni 70, millenovecentosettantatrè per la precisione! Si sciolgono i Byrds, gli Honeybus e i Doors chiudendo una parentesi musicale che arrivava dal Beat e lasciando strada ad una musica decisamente “più lavorata” , Gimondi si aggiudica il giro di Francia esaltando una nazione e il Brindisi, nel suo piccolo, si stà costruendo un nome in cadetteria grazie al super campionato disputato da neopromossa agli ordini di Vinicio, una volta bomber ed ora  allenatore in rampa di lancio. Proprio Vinicio, al termine di quella stagione, parte per Napoli e la serie A, e suggerisce al presidentissimo Fanuzzi un nome nuovo, di un ragazzo che ha fatto bene alla Nocerina in serie D e, successivamente alla Juve Stabia in C, Gianni Di Marzio!

Gianni Di Marzio a Brindisi (foto dall’archivio di Alessandro Caiulo)

Di Marzio è un tecnico della generazione futura, vede lontano e non segue gli stereotipi in voga a quel tempo; accetta la sfida e si mette all’opera, fa arrivare dalla Nocerina il centrocampista col vizio del gol Amedeo Fiorillo (con lui due stagioni prima), Papadopulo dalla Lazio, il mediano Incalza dall’Internapoli, Abbondanza dal Napoli e gli attaccanti Franzoni dal Sorrento e Michesi dal Matera (un ritorno il suo); a questi si aggiungono i riconfermati, tra gli altri, Di Vincenzo, La Palma, Sensibile, Cantarelli, Giannattasio, e Boccolini. Serpeggia un goccio di scetticismo tra la tifoseria, mister giovane ed esordiente, acquisti non proprio di grido e una serie B da far tremare i polsi, ma presto il Gianni farà ricredere tutti.

Una formazione del Brindisi nella stagione 1973-’74

Alla prima di campionato espugna il “Partenio” di Avellino con una rimonta storica, sotto di due reti dopo mezz’ora la pareggia in tre minuti con Franzoni e  Palazzese ( 34′ e 37′) e la vince al minuto 76 con sigillo di Giannattasio; all’esordio casalingo poi piega la Reggiana di bomber Zandoli con una doppietta di Michesi che manda in estasi gli 8000 presenti e catapulta i biancazzurri in testa alla classifica con Novara e Varese. Il 14 ottobre invece cade al “Santa Giuliana” di Perugia per poi pareggiare in casa al cospetto del Como di Pippo Marchioro, una squadra che schiera gente come Casone, Pozzato e Vannini tanto per capirci; una doppia sconfitta nelle trasferte di Ferrara e Palermo pare mettere la parola fine all’entusiasmo brindisino, ma se a casa della Spal la sentenza è firmata Pezzato, a Palermo succede di tutto: la gara sul campo finisce 1-0 per i rosanero grazie ad un rigore di Barbana ma il portiere Di Vincenzo rimane vittima di un’aggressione da parte di un tifoso siciliano, coadiuvato nel folle gesto da un fotoreporter sui generis, ed è costretto al ricovero in ospedale; alla resa dei conti la giustizia sportiva assegna lo 0-2 a tavolino che rilancia Di Marzio e i suoi ragazzi.

La domenica successiva quando Michesi con una doppietta affonda il Bari, la truppa del giovane mister risulta seconda in classifica (comandano Ascoli e Novara con 10), poi con il pareggio di Ascoli acciuffato ad un soffio dal termina da Incalza, la vittoria interna sul Catanzaro a firma Giannattasio ed il pari strappato al Catania del guru Mazzetti i biancazzurri restano attaccati al sogno della A, ad un punto dai bianconeri piceni (14 a 13); ma proprio dopo la gara del “Cibali” succede qualcosa che nessuno si aspetta. Il tecnico si reca a Napoli senza il permesso del presidente e durante il tragitto che lo dovrebbe riportare a Brindisi è vittima, assieme alla moglie incinta, di un gravissimo incidente nei pressi di Angri (Sa) nel quale rischia la vita e ne esce grazie al tempestivo aiuto di un automobilista di passaggio. La questione disciplinare viene regolata da Fanuzzi con una temporanea sospensione dalla mansione di allenatore, ed infatti il Brindisi che all’ undicesima batte il Parma 2-1 è guidato in panchina dal vice Pierini, e, complice il pareggio dell’Ascoli a Palermo, si issa in testa alla classifica della cadetteria con Michesi re dei cannonieri (6 reti totali). Fanuzzi ci mette  un attimo a perdonare il giovane Di Marzio il quale già la domenica successiva, a Varese, è in panchina nell’ incredibile debacle subita dai brindisini sotto le doppiette di Calloni e Libera (per il Brindisi a segno il solito Michesi), quella partita è forse lo spartiacque della stagione, la truppa di Gianni cade in uno stato di depressione, di confusione rimanendo all’asciutto per tre partite consecutive, nei due risultati ad occhiali con Brescia ed Atalanta e nella sconfitta casalinga ad opera di un Taranto targato Invernizzi che confeziona lo 0-1 all’ ottantacinquesimo con Listanti che ammutolisce i 13000 presenti.

Gianni Di Marzio allenatore del Brindisi (foto di Giancarlo Fortunato )

Non vanno meglio le ultime quattro di andata, i ragazzi di Di Marzio escono sconfitti di misura ad Arezzo, si fanno raggiungere da Prunecchi nel finale di Brindisi-Ternana del 20 gennaio e replicano l’1-1 in quel di Novara quando il piemontese Enzo sigla nel finale il rigore che serve a riacciuffare il gol in apertura di Del Pelo, insomma nemmeno la fortuna gira per il verso giusto; il 3 febbraio all’ultima di andata , davanti a circa 4000 spettatori, il Brindisi non sfonda il muro difensivo che la Reggina costruisce davanti a Gazzaniga ma chiude comunque un positivo girone ascendente in settima posizione, a quattro punti da Varese e Como che al momento sarebbero promosse in A. Quella con i calabresi è di fatto l’ ultima panchina di Di Marzio alla corte di Fanuzzi, due giorni dopo la gara il tecnico parte per Vicenza dove dovrà sottoporsi ad un’operazione legata ai postumi dell’incidente di poco tempo prima, le prime due gare di ritorno ( 1-1 casalingo con l’Avellino e sconfitta a Reggio Emilia per 2-0) vedranno in panchina il fido secondo Pierini, poi Fanuzzi decide per l’esonero del giovane tecnico affidando la barca biancazzurra all’esperto Egizio Rubino, classe 1919 e con parecchia esperienza in A e B alla guida di Foggia, Catania e Perugia. Non andrà molto bene, Rubino otterrà una faticosa salvezza giunta all’ultima giornata nonostante la sconfitta di Reggio Calabria, purtroppo sul finale di quel campionato pesa sicuramente la prematura scomparsa del presidentissimo Fanuzzi avvenuta improvvisamente l’8 maggio ’74 a causa di un improvviso malore.

Le strade di Gianni e del Brindisi, di fatto, si separarono qui, anche se incroci successivi da avversari avvennero già nel campionato successivo, quando Di Marzio, alla guida del Catanzaro, affrontò il Brindisi il 19 gennaio in Calabria (0-0) e replicò il risultato ad occhiali il primo giugno in uno stadio gremito da 11000 spettatori e con il Brindisi guidato verso la salvezza da Mimmo Renna.

Di Marzio e Franco Fanuzzi (foto di Giancarlo Fortunato )

Il ’75-‘76 poi vede Di Marzio salire nell’olimpo del calcio italiano proiettando in  A i giallorossi catanzaresi, in quella stagione Gianni torna a Brindisi già il 14 settembre per disputare la gara valevole per il girone di Coppa Italia, i Calabresi si mostrano subito una macchina perfetta passando con un perentorio 3-1 davanti a 2500 persone che ritrovano anche Michesi come avversario; alla 16esima poi, in Calabria, Di Marzio vince 2-0 grazie ai sigilli di La Rosa e Ranieri, ed infine alla 35esima ottiene a Brindisi un decisivo 0-1, propiziato da un’autorete, per salire in A al pari di Genoa e Cesena beffando di un sol punto il Varese di Maroso.

Da quel giorno, e per molti anni, Di Marzio e Brindisi navigano mari diversi e lontani, fino alla stagione ’87-‘88 quando Gianni accetta la panchina del Cosenza, con la quale ottiene l’immediata promozione in B. Il tecnico è ospite al “Fanuzzi” alla seconda di campionato e sbanca il campo biancazzurro nel finale grazie ad un acuto del difensore Lombardo a otto dal termine; al ritorno identico risultato per i lupi della Sila con Giansanti a decidere su rigore al 54′. Questa è stata l’ultima stagione in cui le strade di Di Marzio e il Brindisi si sono incrociate, la società pugliese di lì a poco cadrà in un incubo finanziario e sportivo ancora oggi maledettamente attuale, mentre il tecnico approderà ancora a Catanzaro in sostituzione di Burgnich e per farsi conoscere da un bimbo che allora attaccava le figurine ed oggi prova a raccontare i personaggi di un altro calcio, di un altro mondo… buon viaggio mister!

Fabio Mignone

(dal libro “Brindisi Sport storia e passione” di T. Mariano)

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