28 maggio 1922, la Novese vince lo Scudetto. Vi proponiamo l’articolo pubblicato il 2 giugno di cento anni fa dal Guerin Sportivo.
«Temperatura a termosifone sul campo della Cremonese. Caldo in terra, in cielo, in ogni luogo. Vampate di afa salgono dal Po che è diventato un mostriciattolo di fiume: sembra che il rettangolo di giuoco sia il punto d’incrocio di tutte le caldure del mappamondo. Si suda soltanto a pensare: si suderà meglio più tardi, finita la gara, per il gentile intervento dei supporters di Portolongone.
Ah, povero Agostini! I bianco-celesti son giunti quasi soli.
Il “treno speciale” non è ancora entrato nell’ordine del “Sire di Novi”. Ma il Sire di Novi è presente, agonizzante per tifoide complicata. A complicarlo ci penseranno i supporters di Nisida, sempre per quel tale amore allo sport che è una delizia per tutti. Incerti del mestiere, anzi… certezze del mestiere. I rosso-neri hanno il piacere di non essere soli. Un capace e tronfio treno speciale (lire 50.000 di spesa) ha rovesciato sul campo neutro una interminabile colonna di accesi supporters. Vi è il solito barbetto specialista in scommesse e in svenimenti: v’è anche la signorina che funge da Mascotte e che più tardi si trasformerà in Furia danzante. Comincia il fuoco di fila dei complimenti e dei graziosi epiteti all’indirizzo della squadra bianco-celeste.
Toselli ne raccoglie più di tutto: ma anche Santamaria e Cevenini non si possono lagnare. E’ del resto un modo come un altro per onorare i nazionale. Questioni di gusti! Entra in scena Agostini. Egli non è Ludro ma oggi sarà egualmente la sua “grande giornata”. Un fischio. Il ballo comincia, dio, che danzatori! Vi è l’uomo pallido (il pallone si piglia in locali… privi di sole) che inaugura subito la danza delle Pampas. Come dite? Il football si giuoca sul pallone? Neanche per sogno. Si gioca sugli stinchi, ignoranti che non siete altro! Più tardi “l’uomo pallido” incapperà “nell’uomo di colore” che gli salderà la partita. Epidemia di tifo in tribuna. I cremonesi, brava gente, guardano esterrefatti. “Figlio di bag…” è l’epiteto più gentile. Ma alla meno peggio la partita prosegue. Primo goal rosso-nero. Urla di entusiasmo. La ragazza sviene. Il “barbetto” sfodera un pacco di manifestini che inneggiano ai… campioni d’Italia. Depressione mortale nel reparto bianco-celeste (un metro quadrato di spazio). Il balletto continua e stavolta è Zizì che mena la danza, uso Belgio. Il risultato non si fa attendere. Anche Carzino è… sverginato. Ribasso nelle azioni rosso-nere e tendenza al rialzo nelle bianco celesti. Il “Sire di Novi” entra in stato comatoso. L’arbitro fischia la fine del primo tempo. Ma i danzatori non sentono, l’uomo pallido pensa bene, anzi pensa male di trovare un posticino per suo pugno nello stomaco dell’uomo di colore. L’uomo di colore gli invia subito due righe di risposta sotto il mento. L’uomo pallido ringrazia e va nel mondo della luna per quarantacinque minuti.
Si riprende il fox-trott. In tribuna si cuoce. Dio! Che passione!
–Pago dieci! – urla “Barbetta”. – Quanti me ne dè? – Sbraita una bella ragazza a Santamaria. – Daghene venti centimetri! – suggerisce Zizì. Asti si toglie una scarpa perché il piede gli duole. Putiferio. – Morti di fame – categhe e scarpe, categhe! E il punto non viene nonostante che il Sire di Novi non viva più di ossigeno. Si vince? Si perde? I manifestini rosso-neri sono scomparsi. Dieci minuti, otto, cinque, due, trenta secondi. Fischio, siano ancora alla pari.
Tempi supplementari. Il primo se ne va senza infamia e senza lode, cioè senza goal. Anche il secondo sta per morire. Quanto manca? Due minuti. Poi sarà l’oltranza. I bianco-celesti bussano con qualche insistenza alla porta di Carzino: ma questi non lascia entrare. – Vi è il cemento armato! – urla “Barbetta”. – Nu se segna! – grida la ragazza. Gambarotta è d’avviso contrario. Piomba sulla porta. Un attimo, il goal è segnato, irresistibilmente.
È la vittoria! Ma è anche il principio delle botte. Non si fanno preferenze perché ne pigliano tutti. Arbitro, giocatori, spettatori, Autorità federali. Il campo è neutro? Infatti Agostini è subito neutralizzato ed il “Sire di Novi” pensa con nostalgia alla sua torre di Cristallo che forse non rivedrà più. Tutti i proiettili vanno a lavoro: ammiratissime le doppie gazzose che costituiscono bolidi eccellenti. Lo sa Mainardi che ne ha in tasca un campione. L’autobus dei bianco-celesti è preso d’assalto. I vetri vanno in frantumi. Anche i fiaschi e le comuni bottiglie servono egregiamente. Vi è la solita ragazza che è diventata una belva. La doma un fascista che le dice “ti voglio bene!” e intanto le fa tirar fuori la lingua. L’arbitro ed il Sire di Novi escono fra due
ufficiali e scortati dalla Regie Guardie. Corteo d’onore di prim’ordine.
Questo è accaduto nell’anno di grazia 1922, addì 28 maggio, sotto il sole canicolare di Cremona, per la disputa del Campionato Italiano di Prima Categoria, in un campo neutro, fra le squadre della U.S. Novese e dello S. G. Sampierdarenese. Sia lode a Dio e pace in terra agli arbitri ed ai vice presidenti di buona volontà».