La Juve perde a Perugia, lo Scudetto va alla Lazio
Mag 19, 2022

Ventidue anni fa la Lazio vinceva il secondo scudetto della sua storia. L’undici di Eriksson supera all’ultima giornata la Juventus, sconfitta nel diluvio di Perugia.

Un undici della Lazio che vinse il suo econdo Scudetto

Sono passati ventidue anni da quel 14 maggio 2000, quando la Lazio completa una clamorosa rimonta alla Juventus, vincendo il suo secondo e ultimo Scudetto della storia biancoceleste.

Sven-Göran Eriksson

A novanta minuti dal termine del campionato, la classifica vedeva la Juventus a quota 71 punti con i capitolini indietro a quota 69. Ai bianconeri serve una vittoria per vincere il tricolore, con un pareggio ci sarebbe stato lo spareggio in caso di contemporanea vittoria della Lazio in casa contro la Reggina. Gli uomini di Ancelotti erano arrivati a avere un +9 di vantaggio ma Nesta e compagni avevano recuperato molto terreno, alimentando il sogno rimonta.

La gioia dei clciatori, tra i quali Simone Inzaghi

Inoltre, la settimana era stata arroventata da forti polemiche post Juventus-Parma, a causa di un gol annullato al gialloblu Cannavaro nel finale.

All’intervallo dell’ultima giornata in quel 14 maggio 2000 la situazione vedeva le due rivali appaiate in testa alla classifica: Lazio facile sulla Reggina, Juventus bloccata sullo 0 a 0 dal Perugia.

Il gol di Calori alla Juventus

Poi, però, sul “Curi” inizia un nubifragio che rischia di non far più riprendere il match. L’arbitro Collina fa più di una verifica e dopo circa un’ora e un quarto di attesa fa rientrare le squadre sul terreno di gioco. A inizio ripresa ecco il gol degli uomini di Mazzone: il difensore Calori calcia al volo e batte Var der Sar. I bianconeri si gettano all’attacco nel tentativo di trovare quantomeno il pareggio che significherebbe spareggio. Mazzantini è insuperabile e al triplice fischio esplode l’esultanza del popolo biancoceleste. L’ ex grifone ricorda con una certa amarezza quel giorno di gloria. “Da una parte fa piacere – ha detto Calori a Repubblica.it -. Chissà quanti vorrebbero avere il mio ruolo in questa storia. Dall’altra però sminuisce il resto. Insomma, questo gol se non proprio una condanna, rappresenta quanto meno una rottura…”.

“Sono sempre stato un professionista corretto – ha aggiunto – e segnerei di nuovo. Però certo, far perdere uno scudetto alla Juve… Io, juventino cresciuto nel mito di Gaetano Scirea”.

Calori è anche tornato sull’atmosfera di 20 anni fa. “Il presidente Gaucci era un personaggio vulcanico, caricava sempre la squadra, in qualunque partita”. In panchina poi c’era Mazzone e “Sor Carletto era uno spettacolo continuo. Diceva sempre ‘Me devono dà la scudetto degli onesti, me so sempre comportato da omo coretto’”. Quel giorno però niente di speciale. “Ci disse di andare in campo e fare la nostra partita”.

Riavvolgendo il nastro si arriva al match. “La Juve si mangiò un sacco di gol. In particolare Filippo Inzaghi, uno che non sbagliava mai, la porta quel giorno non la vide proprio’‘. Poi il nubifragio all’intervallo e “il sottopassaggio che portava al campo sembrava un fiume, pareva la fine del mondo. Onestamente va detto che la gara andava rinviata. Dopo 75′ di sospensione, nonostante il campo avesse tenuto in modo accettabile, non c’erano più le condizioni per giocare”. Alla ripartenza il mitico gol e “la Juve si fece prendere dalla foga e dalla stanchezza”.

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