Czeizler e Busini per la rinascita del Milan
Apr 21, 2022
Antonio Busini e Nils Liedholm

Nell’intera sua storia, il Milan ha avuto molti allenatori leggendari, tra cui Nereo Rocco, Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti.

Questi allenatori vengono ricordati non solo per i trofei vinti, ma per il modo in cui li hanno vinti. Ognuno di quei quattro uomini in panchina ha lasciato un segno indelebile in rossonero, ma spesso è stato dimenticato il tecnico che ha riportato il Milan ai successi.

Si chiama Lajos Czeizler e insieme al direttore tecnico Antonio Busini ha guidato una sorprendente rivoluzione a Milano.

Entrambi hanno giocato a calcio con diversi livelli di successo. Czeizler era un’ala sinistra e ha militato in Ungheria negli anni ’20 nel MTK e poi in Austria nello Schwechat. Busini è stato un centrocampista di grande fama, ha rappresentato squadre del calibro di Padova, Bologna e Fiorentina ed è stato campione in Serie A con i rossoblù. Ha debuttato anche nella Nazionale.

Con il ritiro dal calcio giocato Busini, nato a Padova nel 1904,  passò nella dirigenza del Diavolo. Czeizler iniziò invece la sua carriera in panchina a soli 30 anni , prima in Polonia, poi in Svezia e Italia con Udinese, Lazio ed anche Casale. È stato in Scandanivia che il tattico di Heves ha davvero lasciato il segno con il Norrköping.

Nella decima città più grande del paese, ha guidato il club a dominare il calcio svedese nel secondo dopoguerra, conquistando cinque scudetti e due coppe nazionali in sole sei stagioni. In quella squadra c’erano un centravanti di nome Gunnar Nordahl, e il trequartista Nils Lieldholm che guidava la squadra. La Svezia ha vinto la medaglia d’oro olimpica del 1948 per il calcio e il loro calcio stava riscuotendo interesse in tutta Europa.

Nel Norrköping “stellare”
In allenamento

Il Milan si interessò molto a questi talenti e ingaggiò Nordahl nel 1949.

Il Diavolo aveva attraversato un vero e proprio periodo sterile, non avendo vinto un titolo dal vecchio campionato italiano nel 1907. I milanisti guardavano con rabbia le rivali storiche Juventus e Inter dominare il calcio italiano, insieme al Grande Torino, ma il cambiamento stava arrivando.

Nordahl ha guidato l’attacco rossonero nella seconda metà del campionato 1948-‘49, i rossoneri sono arrivati ​​​​terzi dietro a granata e nerazzurri, ma la sua influenza con le sue parole è stata un colpo di genio. Nordahl ha suggerito non uno, non due, ma tre elementi al presidente del club, uno dei quali era Czeizler e due dei suoi compagni svedesi: Lieldholm e il capitano della nazionale Gunnar Gren.

La filosofia di Czeizler era semplice, ma molto divertente e molto efficace: attacca, attacca e attacca ancora.

Con il famoso Gre-No-Li in testa alla linea d’attacco insieme a Renzo Burini, la squadra lombarda andava a tutto gas sugli avversari per tutti i novanta minuti con incessante pressione e determinazione. Come per ogni rivoluzione, ci è voluto però del tempo prima che la squadra si adattasse, così è stato fino a novembre.

Nils Liedholm

Il Derby della Madonnina contro l’Inter ha visto il Milan in vantaggio 3-0, per poi perdere alla fine 6-5. All’indomani dello scontro, la squadra e l’allenatore sono stati duramente criticati dai giornalisti per la loro tattica, ma Czeizler è venuto in difesa dei suoi. Ha affermato che alla fine ne sarebbe valsa la pena.

La partita che ha davvero dato un’idea di ciò che la squadra alla fine avrebbe ottenuto è stata quella contro la Juve a Torino. I bianconeri passarono in vantaggio, ma quello che ne seguì fu quello che Nordahl poi definì “capolavoro”.

Lo stesso Nordahl ha pareggiato la partita con una conclusione superba dopo un bel gioco di costruzione, Gren ha portato la squadra in vantaggio con un tiro di sinistro e Lieldholm ha segnato il 3-1 con un gol di destro. Nordahl ha poi segnato il 4-1 prima ancora che fossero trascorsi 30 minuti. L’attaccante infine completò la sua tripletta e con le ulteriori reti di Burini ed Enrico Candiani il punteggio finale fu di 7-1 per il Milan.

Gunnar Nordahl

È stata la prima partita trasmessa in diretta televisiva in Italia, e che spettacolo i rossoneri hanno messo in scena per il pubblico! Il Milan comunque alla fine arrivò secondo dietro la Vecchia Signora, ma bettè il record di più gol segnati in una sola stagione con 118 e Nordahl finì capocannoniere.

Mostrarono di cosa erano capaci, ma era il momento di aggiungere sostanza allo stile e un trofeo alla bacheca.

Tuttavia, Czeizler sapeva che mentre l’attacco avrebbe fatto da solo, la squadra aveva bisogno di una maggiore copertura difensiva, quindi aggiunse Arturo Silvestri in retroguardia. Il terzino destro venne acquistato dal Modena e oltre al suo obiettivo primario di fermare gli attacchi avversari, aggiunse l’arma in più di essere un giocatore dinamico anche in avanti.

La squadra iniziò con sei vittorie perfette nelle prime sei partite e guidava la classifica della Serie A. Si è diretta verso la sfida con la Juve, con il club piemontese in cerca di vendetta dopo le botte subite diversi mesi prima. Lieldholm ha portato i rossoneri in vantaggio, ma un rigore di Karl Hansen ha pareggiato.

Una tattica chiave impiegata da Czeizler era quella di utilizzare Lieldhom un po’ più a fondo. Ha permesso al regista di sfruttare appieno la sua gamma completa di passaggi, visione e capacità di correre in area in profondità per segnare, cosa che ha sorpreso le altre squadre. Il Barone – come divenne noto – concluse quella stagione con 13 gol, la maggior parte dei quali provenienti dalle sue intelligenti corse finali.

La battaglia per il titolo fu tra il Milan e le due tradizionali rivali Juve e Inter.

Marzo del 1951 si rivelò un punto cardine della stagione, visto che il Milan trionfò su bianconeri e nerazzurri. Inutile dire che Nordahl ha avuto un enorme impatto poiché ha scritto il suo nome sul referto in entrambi gli incontri.

I festeggiamenti a “San Siro” per la conquista dello scudetto (foto Magliarossonera.it)

Il 10 giugno si decise il titolo, ma non come si sarebbe potuto pensare. Il Milan ospitava la Lazio, mentre l’Inter giocava in trasferta contro il Torino. Alla squadra rossonera non restava che battere i biancocelesti e lo scudetto sarebbe stato il suo, ma inaspettatamente perse 1-2.

Il Gre-No-Li del Milan: Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e il capitano Liedholm

Lasciò la porta completamente aperta all’Inter, ma in un altro colpo di scena, i nerazzurri persero contro il Torino. Quando arrivò la notizia, i giocatori del Milan, lo staff tecnico, la dirigenza esultarono di folle passione, poiché il club si apprestava a festeggiare il suo primo scudetto dopo 44 anni.

I tifosi saltarono le recinzioni e abbracciarono, baciarono e portarono in trionfo i giocatori come eroi. La festa durò fino a notte fonda poiché più di quattro decenni di delusioni, ferite e false speranze erano state finalmente messe a tacere. Tuttavia, c’era altro in arrivo da questa squadra straordinaria.

Dopo aver vinto il titolo italiano, i rossoneri si qualificarono per la Coppa Latina di quell’estate. Il torneo prevedeva quattro squadre, i campioni di Francia, Italia, Portogallo e Spagna.

Il Milan giocò la semifinale a soli dieci giorni dalla vittoria dello scudetto, contro l’Atletico Madrid, campione della Liga. Czeizler non lasciò che la squadra riposasse sugli allori e sottolineò ai suoi ragazzi che, proprio come in Italia, avrebbero dovuto attenersi alla sua filosofia offensiva anche nel nelle sfide internazionali.

Milano, stadio San Siro, 20 giugno 1951. Da sinistra: il calciatore svedese Henry Carlsson dell’Atlético Madrid, saluta i connazionali Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm, il famoso trio Gre-No-Li del Milan, prima dell’inizio della semifinale della Coppa Latina 1951 vinta 4-1 dal club italiano; i tre calciatori rossoneri indossano un’insolita divisa di cortesia azzurra, utilizzata in quest’unica occasione dalla squadra meneghina

I giocatori ascoltarono le parole del tecnico e fin dal primo minuto aggredirono la squadra spagnola. Non permisero mai loro di rifiatare. A rubare la scena quella sera a San Siro fu Mario Renosto, veneziano, che operava dalla fascia.

Il Milan vince la “Coppa Latina” nel 1951

Ha dribblato i difensori con il suo trucco per segnare il primo gol, ha preparato Nordahl per il suo unico tiro e ha completato una tripletta di altissima qualità, guidando la sua squadra alla vittoria per 4-1. Significava un posto nella loro prima finale europea in assoluto, dove incontrarono i campioni di Francia del Lille che avevano superato i portoghesi dello Sporting.

Le caricature dei giocatori milanisti nella stagione 1950-’51

Renosto però non partecipò alla finale che si è giocata quattro giorni dopo, visto che era a Buenos Aires a giocare per il Torino Simbolo nel ricordo degli Eroi morti a Superga. Il saccheggio portò le firme di Nordahl, che mise a segno una tripletta, di Burini e Annovazzi: il Milan vinse 5-0. Fu la dimostrazione della validità del credo dell’allenatore ungherese, che era stato così ferocemente criticato. Czeizler voleva che la sua squadra attaccasse sempre, mantenendo tale filosofia che alla fine ha permesso a tutti di incassare ricchi dividendi.

Così, dopo tanti anni, il Milan ha esaurito l’attesa per lo scudetto e ha messo le mani sul suo primo trofeo d’argento europeo nel giro di un paio di settimane. Questi trionfi non sarebbero stati possibili senza la tattica, la gestione umana e la lungimiranza di Czeizler, l’etica del lavoro e il reclutamento di Busini e il trio svedese Nordahl, Liedholm e Gren, che mentre giocava sul campo affascinava tutti coloro che lo guardavano. Che combinazione speciale quella per il Milan!

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