Elegante, visione di gioco a testa alta, piedi buoni. Eppure Salvatore Fresi non è riuscito a fare la carriera che gli avevano pronosticato da giovane, quando esplose con la Salernitana, il suo primo e in realtà unico grande amore (“Devo tutto a questa squadra, poi ovviamente sono legato molto all’Inter squadra della quale da piccolo ero tifoso”). Ha giocato con tre big: Inter, Juventus e Napoli ma la sua carriera non è mai decollata a dispetto di quell’appellativo di “nuovo Franco Baresi” che si sarebbe rivelato un handicap per lui.
A Sky rivelò: “È stata un’etichetta che ho dovuto subire per tanti anni, lui era un campione io dovevo ancora dimostrare. All’Inter feci il difensore centrale per qualche mese, poi mi misero a centrocampo e non fui più né carne, né pesce”. All’Inter ci era arrivato nel ‘95, pagato 7 miliardi di lire, e ci rimase fino al ‘98, contribuendo anche alla vittoria della Coppa Uefa del 1998, quando c’era Ronaldo e si sfiorò lo scudetto: “Il gruppo era straordinario volevamo vincere, non ci siamo riusciti per altri motivi. Quando arrivò Ronaldo il primo giorno lo marcai io, il tempo di guardargli i piedi e alzare la testa che lui era già andato in porta, un calciatore incredibile”.
Quegli “altri motivi” li conoscono tutti: come dimenticare Ceccarini e quel rigore non concesso per fallo di Iuliano su Ronaldo? Fresi era in campo quel giorno e la sua compagna Francesca è tornata con un racconto inedito sui social: Francesca in un lungo post: “È venuto a trovarci un amico di vecchia data. Con una busta in mano mi ha detto: ‘ti ho portato un regalo. Ero con Salva dopo Juventus Inter, lui le avrebbe buttate, io gliel’ho rubate… è giusto che ora stiano qui…’. Juventus Inter del ’98, la partita che resterà alla storia per il rigore non dato per il fallo di Iuliano su Ronaldo… Mio marito che inveiva come una bestia contro l’arbitro insieme ai compagni e a Mister Simoni. Chi se lo dimentica”. Dopo l’Inter il Napoli ma fu una stagione disgraziata, chiusa con la retrocessione. Rinasce col Bologna e viene preso dalla Juve, con cui sia pur da riserva vince uno scudetto e due Supercoppe italiane.
Ma mi presero perché ero a parametro zero”. Poi Perugia, Catania, ancora Salernitana e Battipagliese ma senza incidere: “Dopo la Juve la mia carriera era finita, non è facile fare un passo indietro, ho mollato anche mentalmente e con mia moglie abbiamo deciso che era giusto smettere”. Poco dopo, però, ha scelto di tornare a giocare a calcio col Paolo Masullo, squadra di Seconda Categoria del salernitano.
Oggi Fresi trascorre gran parte della sua giornata a giocare a golf nella sua Salerno. “Diciamo che la natura mi attira, il golf è rilassante – ha spiegato – A Torino è nata questa passione per colpa di Del Piero. Andai a fare pratica e mi sono innamorato di questo gioco. Devi migliorare ogni giorno non è come il calcio che se sei bravo giochi, mi alleno più adesso che non da calciatore”. Ma ha anche fondato una scuola calcio a Salerno, diventando uno degli osservatori più stimati del team nerazzurro.