Estate 2005, il Villarreal non aveva abbandonato la pista che portava allo juventino Alessio Tacchinardi. Gli emissari dei canarini sbarcarono in Italia convinti di poter concludere l’affare in agilità, ma dovettero fare i conti con le resistenze del giocatore a tentare l’avventura in un altro paese. Poi gli spagnoli cercarono di riallacciare i rapporti con il procuratore e si aprì uno spiraglio.
Tacchinardi era stato giudicato il giocatore ideale per coprire le spalle alle scorribande di Riquelme e la sua esperienza internazionale, impreziosita dalla conquista della Champions nel 1996 era basilare in una squadra che allora doveva affrontare per la prima volta proprio la massima competizione europea per club. Il tecnico, Manuel Pellegrini, lo sapeva bene e continuava a mandare messaggi alla propria dirigenza: “Ho bisogno di un giocatore come Tacchinardi, uno con le sue caratteristiche”.
L’accordo tra le due società alla fine avvenne sulla base di un prestito biennale. Se il Sottomarino avesse mancato il colpo, l’alternativa più plausibile sarebbe rimasta Poulsen, il danese famoso per lo sputo di Totti agli Europei. Con il Villareal Tacchinardi raggiunse la semifinale della Champions League 2005-’06, dopo aver eliminato anche l’Inter.
Un anno dopo, protagonista di una buona stagione in Spagna, in campo e fuori (il presunto flirt con l’ ex miss Cile Gabriela Barros), il cremasco fu sul punto di lasciare il Villarreal, che pure voleva confermarlo, per tornare in Italia. Il “bell’Alessio” era ambito dal Milan. Alla guida della squadra rossonera c’era Carlo Ancelotti, estimatore del centrocampista fin dai tempi della comune esperienza nella Juventus, dove spesso Tacchinardi, con Ancelotti allenatore, trovava spazio nell’undici di partenza. Per questo Ancelotti avrebbe fatto sapere al giocatore di rivolerlo nel Milan. Il tira e molla tra l’allenatore di Reggiolo e il Real Madrid che lo voleva a tutti i costi, alla fine convinse Tacchinardi a rimanere ancora per un campionato con il Villareal, che concluse la Liga al quinto posto.
Terminata l’esperienza in Spagna, il 20 luglio 2007 rescisse il contratto, dopo tredici stagioni, con la società bianconera, accasandosi in Serie B al Brescia di Serse Cosmi. Ma questa è un’altra storia.
Mario Bocchio