Andriy Shevchenko si commuove in diretta televisiva mentre racconta il dramma della sua patria, l’Ucraina, attaccata e invasa dall’esercito della Russia dal 24 febbraio scorso: “L’Italia mi ha fatto sentire uno di voi, è la mia seconda patria – dice l’allenatore ed ex attaccante a Rai Tre, nella trasmissione Che tempo che fa – aprite il cuore al popolo e alla mia gente ai bambini e agli anziani che hanno tanto bisogno del vostro aiuto.
Ce n’è già tanto, lo so, ma ne chiedo ancora. Ho molti parenti ancora lì, li sento tutti i giorni ma sono molto preoccupato per la loro scelta di rimanere; mi raccontano quel che succede, città bombardate, dove muoiono bambini e anziani che non possono andarsene. E’ un incubo da cui vorrei potermi svegliare”.
Il 29 settembre, nella storia del Milan, rappresenta una data di rilievo assoluto. Giorno del compleanno dell’ex presidente Silvio Berlusconi, giorno del compleanno di Sheva. Nato a Dvirkivscyna, in Ucraina, proprio il 29 settembre 1976. Notato da uno scout della Dynamo Kiev all’età di 10 anni, nel 1994 passa in prima squadra grazie ad un’intuizione di Lobanovskyi e arriva fino a vincere la classifica cannonieri della Champions League 1999.
Il Milan se lo assicura così per 40 miliardi di lire e lui, alla prima stagione, mette a segno 24 reti. Nel 2002-‘03, superato un infortunio al menisco, contribuisce in maniera determinante alla vittoria della Champions League dei rossoneri. Nella stagione successiva decide la Supercoppa Europea e, ancora con 24 gol, vince nuovamente la classifica marcatori della Serie A e lo Scudetto.
Seguono una tripletta in finale di Supercoppa Italiana e, soprattutto, il Pallone d’Oro. Nel 2006 saluta per andare al Chelsea e, due anni dopo, torna in prestito a conclusione di una grande carriera. Oggi la paura e le lacrime.