Uno dei tanti giramondo del calcio che ha toccato anche la serie A, in maglia granata. Non fortunata e nemmeno duratura l’esperienza di Toni Polster in Italia col Torino ma la sua carriera è stata degna di nota così come la sua vita dopo il calcio. Vediamo insieme di ripercorrere la storia del centravanti austriaco e sapere cosa fa adesso. Anton Polster, detto Toni è nato a Vienna il 10 marzo 1964. Figlio d’arte ha cominciato nelle giovanili dell’Austria Vienna poi, dopo un anno di apprendistato nella serie B austriaca col Simmering, il ritorno alla casa madre e la sua consacrazione di grande centravanti d’area. A soli 18 anni segna 11 gol nel campionato austriaco. Ma sarà solo l’inizio. Vincerà per tre anni di fila la classifica marcatori in Patria e soprattutto altrettanti campionati. Arriverà fino a quota 39 gol nel torneo 1986-1987 sfiorando il record austriaco di 41 reti di Krankl (1977-‘78) ma consolandosi con la Scarpa d’Oro (all’epoca non c’erano i coefficienti per i vari campionati come oggi).
Il Torino lo portò in Italia nel campionato di serie A 1987-‘88. L’inizio di Toni con la maglia granata fu sfavillante. Segna all’esordio ad Avellino anche se il Toro va ko 2-1. Nella giornata successiva, alla “prima” al vecchio Comunale rifila una tripletta alla Sampdoria di Vialli e Mancini allenata da Boskov.
Nel 4-1 con cui il Toro mata la Samp, Polster è l’incubo di Vierchowod. La prima rete dopo pochi minuti riprendendo in mischia una punizione da lui stesso calciata sulla barriera, poi da vero rapace d’aria trafigge Bistazzoni altre due volte, incontenibile. La curva Maratona sogna di aver trovato l’erede di Pulici e Graziani. Anche perché alla sesta giornata arriva una doppietta che stende la Fiorentina in rete con Roberto Baggio. Eppure qualcosa si inceppa, Polster segna col contagocce, solo altre tre reti nel resto della stagione per un totale di 9, saranno 14 contando anche le Coppe. Per il Torino allenato da Gigi Radice sarà un’annata così e così chiusa amaramente con il derby-spareggio per la qualificazione alla Coppa Uefa perso ai rigori contro la Juventus.
Per Toni Polster le porte della Serie A si chiuderanno definitivamente. Persa la sfida con il calcio italiano di certo Toni non ha perso il fiuto del gol. E lo dimostrerà in ogni campionato e con ogni maglia che indosserà.
Segna 83 reti in Spagna in cinque stagioni tra il 1988 e il 1993 con Siviglia, Logroñés e Rayo Vallecano e 94 goal in sette anni in Germania tra il 1993 e il 2000, con le maglie di Colonia e Borussia Mönchengladbach. Nel 2000 torna in patria, al Salisburgo dove chiude la carriera mettendo a segno le sue ultime due reti.
Polster non poteva non essere il faro o meglio la punta di diamante della sua Nazionale. Anche se l’Austria del suo tempo scarseggiava di talento. Ma grazie ai suoi gol, 44, altro record, miglior marcatore di sempre con la Nazionale, l’Austria arrivò nella fase finale di due Mondiali, Italia ’90 e Francia ’98 dove segnò il suo unico gol in Coppa del Mondo in 6 gare, al Camerun. Curioso che in entrambe le edizioni, l’Austria di Polster, oltre che essere sempre eliminata dopo la fase a girone, abbia sempre affrontato e perso contro l’Italia: 1-0 a Roma nel ’90 con rete di Schillaci (era la gara d’esordio) e 2-1 a Francia ’98 con reti di Veri, Robi Baggio ed Herzog. Dopo il ritiro dal calcio giocato, Polster riprese la sua passione, oltre il pallone, la musica.
Diventò il cantante del gruppo pop austriaco degli Achtung Lieber. L’album di maggior successo, “Toni Walk On” (2006), ha venduto 40mila copie. “Cantare mi esalta – disse Toni in una vecchia intervista -, soprattutto ai concerti. È una sensazione paragonabile ai tempi in cui giocavo a pallone”. Toni Polster in Austria è una vera e propria celebrità. Nel 1997 fu nominato sportivo austriaco dell’anno, l’unico calciatore a riuscirvi dal 1955 e solo il quarto in 61 anni.
Oltre alla parentesi musicale Toni è rimasto ampiamente nel mondo del calcio, sia come opinionista televisivo (molti anche gli spot e i brand per cui è stato o è tuttora testimonial). Dopo un paio di esperienze come dirigente nei primi anni 2000 al Borussia Mönchengladbach e all’Austria Vienna, Polster ha cominciato ad allenare, sempre in Austria, prima alcune formazioni giovanili poi squadre di terza e seconda divisione fino a diventare allenatore dell’Admira Wacker.