Da una parte l’Italia di Roberto Mancini, capace di eliminare Belgio e Spagna, dall’altra l’Inghilterra di Gareth Southgate che si giocherà una finale 55 anni dopo il trionfo Mondiale del 1966 (contro la Germania Ovest, quello del gol fantasma realizzato da Hurst). E sempre a Wembley. Quella di domenica 11 luglio (nello stesso giorno, ma nel 1982, gli Azzurri di Enzo Bearzot vinsero il Mondiale in Spagna) sarà la nona partita della Nazionale nel tempio del calcio, a Londra, nella tana dei Tre Leoni. E la settima contro i padroni di casa, l’Inghilterra. Concentrandoci solo sulle sfide con gli inglesi, i numeri danno ragione agli Azzurri: due vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta. Battaglie spesso epiche, senza esclusioni di colpi. Tra un paese che si vanta di aver inventato il calcio e l’altro che, pur non avendolo inventato, ha vinto quattro volte i Mondiali (1934, 1938, 1982 e 2006) e una volta gli Europei (1968).
La prima volta nel 1959 (2-2)
La prima volta risale al 6 maggio 1959. È un amichevole, si gioca di pomeriggio, finisce 2-2. L’anno prima l’Italia non ha partecipato al Mondiale in Svezia, mentre l’Inghilterra non riesce a imporre il proprio gioco in tornei del genere, snobbandoli a tal punto di essere accusata di «presunzione». Nel primo tempo è dominio dei padroni di casa, in gol con Bobby Charlton e Bradley. Sembra l’inizio di una disfatta, ma nella ripresa l’Italia – allenata dal ct Giovanni Ferrari – pareggia con Brighenti e Mariani. Erano la coppia d’attacco del Padova di Nereo Rocco.
L’epica vittoria del 1973 (0-1)
Per rivedere gli Azzurri a Wembley bisogna aspettare il 14 novembre 1973. L’Italia ci arriva da vicecampione del Mondo: tre anni prima a Messico 70 si è arresa in finale soltanto al Brasile di Pelè. Il secondo match nel tempio del calcio è un’altra amichevole. Questa data resta una pietra miliare della storia azzurra perché è la prima volta che la nostra Nazionale vince in casa dell’Inghilterra. Vista e rivista (da quasi tutte le generazioni), l’azione del gol non ha bisogno del ripasso di Youtube. Rivera apre a destra per Chinaglia, che si ingobbisce nello scatto e crossa un po’ troppo sul portiere. Ma il pallone è viscido, Shilton respinge corto e Capello la tocca in porta. 1-0 e tempio profanato. Quella sera (come altre sere) Zoff parò tutto e Rivera giocò una grande partita.
L’unica sconfitta nel 1977 (2-0)
Passano soltanto quattro anni (e due giorni) e il 16 novembre 1977 l’Italia si presenta a Wembley per la terza volta in una gara valida per le qualificazioni Mondiali del 1978. L’Inghilterra pareggia i conti vincendo 2-0, ma senza qualificarsi poi alla competizione iridata in Argentina, mentre gli Azzurri non compromettono il primato nel girone. Quello è un giorno drammatico nella storia d’Italia. A Torino nel pomeriggio le Brigate Rosse sparano a Carlo Casalegno, vicedirettore de La Stampa (morì pochi giorni dopo, il 29 novembre). In campo, la sera, segnano Keegan e Brooking. È una sconfitta indolore.
Un insolito 0-0 nel 1989
Sempre a novembre (15), ma nel 1989, risale la quarta sfida a Wembley. È un’altra amichevole e per la prima (e unica) volta finisce 0-0. Il ct è Azeglio Vicini ed è a grandi linee la squadra che arriva terza a Italia 90. In campo c’è Gianluca Vialli, oggi nello staff di Roberto Mancini.
Il bis azzurro nel 1997 (0-1)
Ed eccoci al 12 febbraio 1997, alla seconda vittoria azzurra a Wembley. Si giocano le qualificazioni Mondiali per Francia 98. In panchina c’è Cesare Maldini, subentrato ad Arrigo Sacchi dopo le sue dimissioni nel novembre 1996. Il gol di Zola è una ferita nell’orgoglio di un paese intero. Avviene tutto in un attimo. Minuto 19, lancio di Costacurta, l’attaccante (che giocava al Chelsea), aggancia il pallone e trafigge Walker. Poi è una resistenza. L’Italia conserva il vantaggio, finisce 1-0. E anche questa gara entra nella storia del nostro calcio.
L’ultima volta nel 2018 (1-1)
Fino all’ultima sfida a Wembley, la prima nel nuovo impianto inaugurato nel 2007. L’ennesima amichevole (di prestigio) che si gioca il 27 marzo 2018. È un’Italia frastornata perché qualche mese prima non è riuscita a qualificarsi (per la seconda volta) al Mondiale, eliminata dalla Svezia agli spareggi. In panchina, ad interim, c’è Luigi Di Biagio. Finisce 1-1: segna Vardy, pareggia Insigne su rigore a tre minuti dalla fine. Quell’Inghilterra arriva poi quarta a Russia 2018. L’Italia avvia la restaurazione con Mancini. Che a Wembley, assieme a Vialli (e Lombardo), ha perso la finale di Coppa dei Campioni nel 1992 contro il Barcellona (1-0, punizione vincente di Koeman ai supplementari). Ma che in questi Europei si è preso una rivincita con le altre due partite vinte nel tempio del calcio della nostra Nazionale: gli ottavi con l’Austria (2-1 con gol di Chiesa e Pessina) e la semifinale vinta 5-3 ai rigori con la Spagna.
Fonte: “Corriere della Sera”