Quando nel 1982 lo scandalo del calcioscommesse sconvolse la formazione dello Standard Liegi Michel Preud’homme era un giovane portiere dal futuro luminoso. Già titolare a soli 18 anni nella formazione di Liegi, Preud’homme venne squalificato e sospeso dalla federazione belga insieme con diversi compagni di squadra. La sua carriera subì, quindi, un brusco stop.
Nel 1986 il piccolo club del Malines (o Mechelen) gli offre l’opportunità di ripartire da zero. Una nuova carriera che riparte da un piccolo centro di provincia in una squadra che, fin lì, poteva vantare tre scudetti in bacheca l’ultimo dei quali vinto però nel lontanissimo 1948.
Nella stagione 1986-87 il Malines vinse la Coppa del Belgio e da lì nel 1987-‘88 arrivò a vincere la Coppa delle Coppe (memorabili le sfide in semifinale con l’Atalanta di Piotti e Mondonico). Nel 1988 arrivò anche la Supercoppa d’Europa e nella stagione 1988-‘89 Preud’homme & soci riportarono a Malines quel titolo del Belgio che mancava dal dopoguerra. Quella del Malines di quei tempi era una formazione straordinaria, oltre alle parate di Michel si ricordano i numeri di Erwin Koeman, Bruno Versavel, Eli Ohana per citarne alcuni.
Nel frattempo Preud’homme rilevò da Jean-Marie Pfaff il posto di titolare della nazionale belga e, nel mondiale di USA 1994 – anche se il Belgio uscirà subito agli ottavi di finale – gli venne assegnato il Premio Jascin come miglior portiere della manifestazione. Proprio nel 1994 Preud’homme si trasferì a Lisbona per giocare nel mitico Benfica. Resterà in Portogallo sino al 1999 quando si ritirerà dopo aver vinto una Coppa di lega – nel 1996- e soprattutto dopo aver fatto innamorare di lui e del suo stile unico e inimitabile i tifosi lusitani.
“Quando nel settembre del 2000 in visita al mitico Estádio da Luz entrai nello shop lì presente e mi presentai alla commessa in cassa chiedendo di poter acquistare un poster di Preud’homme – racconta il giornalista di “Appunti di calcio romantico” – la signorina mi spiegò con un sorriso a tutta bocca che, purtroppo, i poster dell’eroe belga erano esauriti sin dalla primavera del 1999, data della sua ultima apparizione in quello stadio. Mi spiegò che tra i giocatori stranieri passati di lì ben pochi erano amati come il grande capellone belga”.
Una leggenda quella di Preud’homme … il portiere che visse due carriere.