A 75 anni Mircea Lucescu ha riportato il titolo di campione d’Ucraina alla Dinamo Kiev dopo cinque lunghi anni. Nessun allenatore aveva mai alzato un trofeo alla sua età. Ci è riuscito alla prima stagione, senza chiedere un rinforzo e con i tifosi contro per il suo passato ai rivali dello Shakhtar.
Sì, un’impresa vera e propria. “Otto mesi di lavoro durissimo, 24 ore al giorno, controllando tutto – racconta a Sportweek – Mi sono sfidato: dovevo dimostrare a Lucescu che Lucescu poteva ancora lavorare, dovevo trasformare gli eterni secondi in campioni d’Ucraina. Gli stessi giocatori arrivati secondi, perché non ho voluto fare mercato. Perché? Dopo la qualificazione alla Champions ci sono in cassa una trentina di milioni. Mi chiedono cosa voglio, e io: strutture. Piuttosto che prendere un giocatore fatemi una sala fitness e fate dei campi nuovi.
L’inverno qui è tremendo e ne abbiamo solo uno riscaldato che se gela si può usare solo a metà. Poi comprate un nuovo bus per le trasferte e dei pulmini per i più piccoli, e fate dei contratti migliori ai giovani che arrivano in prima squadra. Queste sono cose che restano. Così facendo ho ottenuto risultati notevoli. Quali? si è formato un gran gruppo, tutti si sentivano responsabilizzati e tutti potevano fare i titolari. E abbiamo vinto. I tifosi? Alla fine cantavano il mio nome. Sono soddisfazioni”.
Mircea Lucescu, l’uomo che ha sfidato se stesso. E ha vinto