“Mi chiamano il Rijkaard dell’Est”. Se la sparò grossa, non lo diede a vedere
Mag 13, 2021

“E tu Sandra cosa prendi?”

Sandra fece una smorfietta con la bocca, alzò lo sguardo, ripassò mentalmente qualcosa nella sua testa e sentenziò: “Coca, papi”. 

Nell’ Udinese, sulle figurine

“Sicura?”

“Sì, papi .”

“Sicura sicura?” Sandra non rispose, aveva ripreso a farsi i dispetti con Damian, si tiravano i capelli, si schiaffeggiavano, si spruzzavano la poca acqua rimasta nella borraccia.

Nel Zagłębie Lubin

“Smettila, Sandra…” Si girò verso il bancone, esausto, “…allora due Big Mac, due Coca-Cole piccole e tre… no, quattro patatine”. Due minuti dopo Piotr Czachowski, sua moglie Malgorzata e i loro due figli si sedettero in un tavolino del McDonald’s, a duecento metri in linea d’aria da piazza San Marco, a Venezia.

Nella Nazionale della Polonia

Era domenica, erano le due del pomeriggio, c’era il sole e il cielo era di un azzurro sfavillante, era la giornata perfetta per una gita, ma Piotr Czachowski era l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Non avrebbe dovuto essere lì: t-shirt bianca con gondola stampata, bermuda militare, infradito e macchinetta fotografica al collo.

Nel Legia Varsavia

“Sandra, lascia stare la cannuccia, dai Sandra…” Il mediano di belle speranze Piotr Czachowski arrivò in Italia nell’estate del 1992. Lo comprò l’Udinese dai campioni polacchi dello Zaglebie Lubin. Il giorno della presentazione disse: “Mi chiamano il Rijkaard dell’Est”. Se la sparò grossa, non lo diede a vedere. Aveva la faccia di marmo. Come i piedi, del resto. Giocò poco, giocò male, smise presto di credere che l’Italia gli avrebbe cambiato la vita.

Nel 1994, sempre al Legia

Quando lo esclusero dalla squadra, il mediano-turista tirò fuori dal garage la Lancia Delta, ci caricò su la famiglia e cominciò a girare il Nord Italia. Era cattolico: si inginocchiò e pregò nella Basilica del Santo a Padova. Aveva due figli: non si fece mancare la gita a Gardaland. Non era un vip, ma gli sarebbe piaciuto: salì a Cortina, ammirò il paesaggio, fece “ohhhhh”, cenò a lume di candela con sua moglie, menu fisso ventiduemila lire.

La domenica che la Czachowski’s Family andò in gita a Venezia, l’Udinese pareggiò all’Olimpico di Roma con un gol di Cicciobello Desideri a dieci minuti dalla fine.

Quel gol pesò molto nella lotta per non retrocedere, per via della classifica avulsa l’Udinese andò allo spareggio con il Brescia. Sei giorni dopo: Udinese-Brescia 3-1, i friulani restarono in A, Piotr Czachowski tornò a Cracovia, a sfogliare l’album con le foto dei piccioni in piazza San Marco. Quando si accorse che erano venute sfocate era già troppo tardi.

Furio Zara

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