L’Inghilterra è da sempre terra feconda per le imprese delle cosiddetta squadre della Provincia. Chi si ricorda ancora del grande Ipswich Town di Bobby Robson?. E in particolare, la vincente cavalcata europea del 1980-‘81?
La squadra del Suffolk ha avuto nella sua storia sostanzialmente due periodi d’oro. Il primo negli anni Sessanta quando, con Alf Ramsey, futuro c.t. campione del Mondo, vinse il titolo nel 1962 alla sua prima apparizione nella massima serie. E poi la lunga gestione di Bobby Robson, dal 1969, quando il tecnico di Sacriston incontrò per caso, mentre era a Portman Road a fare scouting per il Chelsea, il direttore sportivo Murray Sangster che gli offrì il posto di allenatore dell’Ipswich Town, fino al 1982 quando venne chiamato, pure lui, ad allenare la nazionale inglese.
Robson aveva solo 36 anni e un esonero al Fulham alle spalle nella sua prima esperienza in panchina, ma la sua si rivelò una gestione piena di soddisfazioni e grandi risultati. Dopo le prime, affannose stagioni costruì una squadra solida, spettacolare e vincente.
Il primo trofeo fu la Texaco Cup (una vecchia competizione che coinvolgeva club inglesi, scozzesi e irlandesi che non partecipavano alle coppe europee) nel 1972-’73, importante per i tifosi perché vinta battendo in finale gli acerrimi rivali del Norwich City. Poi ci fu un secondo posto dietro il grande Liverpool nel 1977, lo storico trionfo in FA Cup della stagione successiva, battendo 1-0 in finale l’Arsenal e tanti altri buoni piazzamenti nella massima divisione inglese.
Ottima anche l’esperienza europea con eliminazioni illustri (in primis il Real Madrid nella coppa Uefa 1973-’74) e dando del filo da torcere a vari giganti d’Europa. Tra i momenti più alti la doppia sfida con il Barcellona: nella coppa Uefa 1977-’78 i Tractor Boys vinsero 3-0 in casa, per poi perdere con lo stesso punteggio al Camp Nou (doppietta di Cruijff) e soccombere ai rigori. E l’anno dopo ancora il Barcellona li eliminò, con fatica, ai quarti della Coppa delle Coppe. Per non parlare dell’eliminazione, controversa, della Lazio nel 1973, con i giocatori italiani furibondi per l’arbitraggio, gli ultras scatenati e i biancocelesti squalificati per un anno dalle coppe europee.
Ma il vero capolavoro fu realizzato nella stagione 1980-’81 con la cavalcata trionfale in Coppa Uefa. La difesa muscolare costruita attorno a giocatori come Butcher e Osman, la regia olandese della coppia di centrocampisti Muehren e Thijssen, i bomber Paul Mariner e John Wark: Robson costruì negli anni una perfetta macchina da guerra, un mix di tipico gioco all’inglese e di calcio totale olandese, che dopo tante buone prestazioni passò all’incasso anche a livello continentale.
Il percorso in quella Coppa Uefa fu epico. Dopo aver eliminato l’Aris Salonicco, rischiando non poco nel match di ritorno in Grecia dopo il 5-1 dell’andata (poker di Wark), e i cecoslovacchi del Bohemians (con Panenka in gol a Praga), agli ottavi l’Ipswich fecero fuori i polacchi del Widzew Lodz della stella Boniek, di Smolarek e Zmuda che avevano precedentemente superato Manchester United e Juventus (devastante 5-0 casalingo con tripletta di Wark). E nel turno successivo superarono un altro futuro juventino, Michel Platini con il suo St. Etienne.
Il 4-1 in Francia nella partita d’andata è probabilmente la miglior prestazione di sempre dell’Ipswich Town. In semifinale i Tractor Boys, dei veri e propri trattori, asfaltarono un’altra avversaria tosta, il Colonia di Schuster, Littbarski, Bonhof e Schumacher. Niente pioggia di gol, stavolta. Robson affrontò i fortissimi tedeschi con grande prudenza: ne vennero fuori due partite piuttosto chiuse, vinte entrambe dagli inglesi per 1-0.
E in finale arrivò il trionfo contro la sorprendente AZ di Alkmaar della Scarpa d’Oro Kist: 3-0 a Portman Road e sconfitta per 4-2 in Olanda. Indimenticabile la stagione di Wark: 36 gol complessivi, 14 gol nella sola coppa Uefa, eletto miglior giovane europeo. Che stagione!