Sapete dove si gioca il campionato di calcio più breve e più incredibile del mondo? In Groenlandia, dove è la natura a dominare sull’uomo con solo il venti per cento della terra abitabile: il resto è ghiacchio. Chi vive lì non può però rinunciare alla gioia del pallone e allora ogni anno dal 1971 i migliori calciatori della Groenlandia si riuniscono per giocare la Grønlandsbanken Final, una competizione di una settimana disputata nel Circolo Polare Artico.
I prati sono pochissimi e per circa nove mesi all’anno è impossibile giocare a calcio perché i campi sono soffocati da centimetri e centimetri di neve. In sette giorni si apre e chiude una stagione regolare con la partecipazione di 5000 calciatori, cioè il 10% della popolazione totale.
Le partite si svolgono su un’antica isola vulcanica, dove iceberg e balene sono visibili in lontananza. Dovete quindi immaginare un campo di calcio fatto di roccia o sabbia – e infatti non mancano infortuni, anche gravi – in mezzo al nulla, circondato dall’oceano e dai ghiacciai. Le otto squadre che a luglio ottengono la qualificazione nelle gare regionali possono di diritto partecipare alla Grønlandsbanken Final Non mancano passione e divertimento, tutto concentrato in una settimana. La Federazione danese sta aiutando con la costruzione di altri campi artificiali per garantire alla Groenlandia lo status riconosciuto dalla Fifa.
Il Campionato groenlandese venne creato nel 1958. Dal 1971 è organizzata dalla Federazione calcistica della Groenlandia. La squadra più titolata è la B-67 (Nuuk), vincitrice di 13 titoli, cinque dei quali consecutivi. L’attuale detentrice del titolo, conquistato nel 2019, è il Nagdlunguaq-48 (11). Il campionato è strutturato in tre fasi. Una prima fase locale. I vincitori di questa fase disputano dei tornei regionali ed infine i primi e secondi classificati di questi tornei disputano la terza fase che decide il vincitore del campionato. Nel 2020 per la prima volta nella sua storia il campionato di calcio è stato annullato dal governo per il contenimento dell’epidemia da Covid-19.
Lo stadio principale è quello di Nuuk, la capitale, che presenta un terreno sintetico e un panorama mozzafiato, caratterizzato anche da una collina di roccia a pochi metri dal campo. Insomma, un luogo unico e particolare per giocare a calcio, uno sport che non conosce limiti e confini, nemmeno quelli del Circolo Polare Artico.
La rappresentativa calcistica nazionale della Groenlandia è posta sotto l’egida della federazione calcistica groenlandese, la Grønland Boldspil-Union. La selezione non è riconosciuta a livello internazionale, in quanto la federazione groenlandese non è membro della FIFA, per quanto all’interno del Regno di Danimarca la Groenlandia abbia lo stesso status delle Isole Fær Øer, la cui nazionale è invece riconosciuta internazionalmente.
Jesper Grønkjær, nato a Nuuk, nel 1995, dopo aver giocato in piccoli club della cittadina di Thisted, venne chiamato per andare a giocare in uno dei più forti club danesi, l’Aalborg Boldspilklub, con cui vince un titolo nazionale nel 1995 e partecipa alla Champions League. Notato dall’ Ajax che lo acquista nel 1998., la sua presenza nei Paesi Bassi durò però poco, perché già nel 2000 passò al Chelsea, dove ha giocato per quattro anni.
Per la stagione 2004-2005 giocò con il Birmingham City, che lo prelevò dal Chelsea, e a gennaio venne ceduto all’Atlético Madrid. Anche qui rimase sei mesi prima di trasferirsi, nell’estate successiva, allo Stoccarda. Nella stagione 2006-’07 tornò in Danimarca, nel Copenaghen. Il 26 maggio 2011 annunciò il suo ritiro dal calcio giocato dopo aver giocato l’ultima partita di campionato contro l’Aalborg. Essendo la Groenlandia una dipendenza danese, Grønkjær ha sempre vestito la maglia bianco-rossa della Danimarca in nazionale.