Nel panorama del calcio internazionale l’Uruguay non è certo un paese di secondo piano. Le imprese dei vari Schiaffino, Ghiggia e Obdulio Varela, immortalate da Osvaldo Soriano, sono entrate nella leggenda. I titoli mondiali (1930 e 1950) e olimpici (1924 e 1928) sono lontani ma la Celeste rimane una delle nazionali più prestigiose del mondo, soprattutto se si considera che la piccola República Oriental ha meno abitanti della Toscana. Il quaranta per cento di questi vive a Montevideo, e ciò si riflette sulla composizione della Primera División, dove l’anno scorso giocavano ben 14 squadre della capitale su 16.
Le più blasonate sono il Peñarol (campione in carica, 52 titoli nazionali, 5 Coppe Libertadores e 3 Coppe Intercontinentali) e il Nacional (47-3-3), che messe insieme raccolgono l’ottanta per cento dei supporters uruguagi.
Il Peñarol nacque nel 1891 su iniziativa di alcuni lavoratori delle ferrovie, in maggioranza britannici, che scelsero come colori sociali il giallo e il nero dei segnali e delle locomotive. L’attuale denominazione risale al 1913 e deriva dal quartiere di Montevideo così chiamato per i molti immigrati piemontesi originari di Pinerolo. Il vetusto impianto del Peñarol (Contador Damiani, 12mila posti) non è più agibile, per cui i Carboneros si sono trasferiti al Centenario, il grande stadio costruito per i Mondiali del 1930. Ecco qua una coreografia prima di un incontro con il Santos in Coppa Libertadores:
Il Nacional fu fondato nel 1899 da un gruppo di giovani che volevano un club senza influenze europee e con soli giocatori uruguaiani. Per questo scelsero i colori della prima bandiera dell’indipendenza: blu, bianco e rosso.
Neppure lo stadio del Nacional, il Gran Parque Central, è molto capiente (25mila posti), e nelle grandi occasioni anche i Tricolores vengono ospitati al Centenario, dove il pubblico del Superclásico non è mai sceso sotto i 65mila spettatori. Si tratta del derby più antico del mondo dopo quelli britannici: siamo addirittura oltre i 500 incontri, con una leggera prevalenza degli Aurinegros. Il tifo è trasversale e la forte rivalità tra le due squadre non ha radici etiche o politiche, anche se il Peñarol ha una matrice più popolare.
I tifosi gialloneri della Barra Amsterdam vantavano il bandierone copricurva più grande del mondo: 309 metri di lunghezza e 46 di altezza. Ma i rivali della Banda del Parque li hanno superati, inaugurando uno striscione lungo 600 metri e alto 50 (eccolo qui:
Si tratta anche di un derby molto violento: nel 1994 un diciassettenne tifoso del Nacional fu ucciso a coltellate. Dal canto loro i Tricolores hanno spesso svaligiato le case dei capi tifosi avversari per rubare striscioni e bandiere.