Il termine “mascotte” si riferisce sia ad animali sia a persone travestite da qualsiasi cosa che diventano poi il simbolo di un club calcistico. Il termine indica ovviamente anche i bambini che accompagnano i calciatori prima delle partite. La parola “mascot” ha origine latina e diventa popolare in Inghilterra nel 1881 grazie a un’operetta francese nota come “Le Mascott” (tradotta come “The Mascot”), che ebbe un successo oltre le attese. L’opera racconta la storia di Bettina, una trovatella che porta fortuna in tutte le case in cui lavora.
Ogni squadra di calcio si caratterizza per i colori della maglia, lo stemma e proprio la mascotte, vale a dire un simbolo rappresentativo. Quest’ultimo è stato istituito a partire nel 1928 grazie al suggerimento del giornalista Carlo Bergoglio, da tutti chiamato Carlin; sulla testata Guerin Sportivo avanzò la proposta di associare un’immagine di un personaggio o animale a ciascun team sportivo.
Le parole che utilizzò per motivare la sua idea furono le seguenti: “tutti comprenderanno come giovi alla simpatica popolarità d’una unità calcistica una caratteristica facile, che colpisca la fantasia del pubblico giovane, facendo sorridere e prestandosi all’esaltazione quanto all’umorismo. Forse molte squadre non hanno la celebrità che si meritano appunto per questo grigiore, per questa mancanza di denominazione popolaresca”. La proposta piacque e nelle settimane a seguire sulle testate locali si cominciò ad invitare le persone a scegliere un animale, ma volendo anche un personaggio, da abbinare alla propria squadra di calcio. La raccolta prese il nome di Araldica dei Calci e venne pubblicata ufficialmente sul Guerin Sportivo.
La maggior parte delle squadre ha mantenuto lo stesso simbolo negli anni, apportando talvolta solo qualche piccola modifica. Le principali squadre di calcio italiane hanno oggi le seguenti mascotte:
Juventus: una zebra di nome J, rigorosamente bianca e nera che rampa in salita.
Inter: un biscione di nome Ambrogio, che riprende lo stemma della famiglia Sforza di Milano.
Milan: Milanello, un diavolo rossonero che tiene un pallone in mano.
Torino: un toro rampante, già simbolo della città.
Roma: un lupetto di nome Romolo che indossa la maglia della Roma con il numero 753, il quale ricorda la fondazione della città nel 753 a.C., da parte dei fratelli Romolo e Remo che furono allattati da una lupa.
Lazio: un’aquila di nome Olimpia, come presente anche nello stemma ufficiale della squadra.
Napoli: un asinello, anche conosciuto come ciucco.
Fiorentina: un giglio rosso, simbolo anche della città di Firenze.
Sampdoria: il marinaio Baciccia, diminutivo di Giambattista o Giovan Battista, nomi molto diffusi a Genova.
Atalanta: la dea Atalanta, dea della corsa.
Bologna: il Balanzone, che ricorda una tipica maschera bolognese.
Chievo Verona: un uomo armato a cavallo, vale a dire un cavaliere.
Hellas Verona: un cane di nome Zigo.
Genoa: un grifone, presente anche nello stemma ufficiale della squadra.
Palermo: Kurò, aquilotto che indossa la maglia con il numero 04, che ricorda il 2004, anno in cui la squadra è tornata in serie A.