Rubinetti, capriole e porno: le vite di Tino
Giu 10, 2020

Quando si parla di Tino Asprilla risulta doveroso scindere in due parti, dal diverso peso specifico, la sua vita: quella in maglietta e calzettoni e l’altra, lontana dal rettangolo verde. La prima suddivisione riguarda un normale ragazzo di Tuluá, nato in una di quelle poche famiglie non obbligate a chiedere l’elemosina per strada o a ricercare denaro in altri modi meno nobili. Un bambino cresciuto a pane, tamales e tanto calcio.

Faustino Asprilla ai tempi dell’Atlético National

Quello di strada, quello che insegna a chi ancora è restio a seguire regole e tatticismi… del resto, che giri quella sfera e non rompeteci le scatole!  Non siamo più nei primi anni cinquanta e l’El Dorado colombiano è ormai roba da ripassare nei manuali del calcio, ma se in Colombia ci sai fare con i piedi allora stai sicuro che, prima o poi, finirai per indossare la casacca biancoverde dell’Atlético National.

2 febbraio 1994. I giocatori del Parma, Gianfranco Zola (a sinistra) e Faustino Asprilla (a destra), sollevano il trofeo della Supercoppa Uuefa 1993, conquistata dal club gialloblù nella doppia finale contro i connazionali del Milan

Tino ci arriva nel 1989, con il club fresco di Libertadores, e gli basta poco tempo per mettersi in mostra; ha delle gambe lunghe (che lo aiuteranno ad essere soprannominato “il polpo”), una muscolatura resistente come l’ebano ed un modo di interpretare il calcio che piace ai molti allenatori rivoluzionari del periodo.  La Colombia canna in maniera clamorosa le Olimpiadi del ’92, tuttavia Asprilla riesce con le sue giocate a impressionare diversi osservatori di tutto il mondo… in particolari quelli nostrani del Parma.

Con la maglia dei Cafeteros della Colombia

Alla corte di Nevio Scala arriva un calciatore esplosivo, capace di diventare un vero incubo per le difese avversarie anche grazie alla propria andatura barcollante: il primo anno è già Coppa della Coppe. Nei due periodi parmensi (divisi dalla parentesi inglese al Newcastle) Tino gioca tutte le quattro finali europee conquistate nella storia dal club, considerando pure l’esiguo minutaggio per l’ultimo atto della Coppa Uefa 1999. Inoltre, nel 1993, è una sua punizione a mettere il punto sul record d’imbattibilità (58 gare consecutive) del Milan di Capello. Il gol rocambolesco al Napoli, la doppietta al Vicente Calderon e le diverse incornate sottoporta sono solo alcuni capolavori del centravanti colombiano. Parlando dell’esperienza inglese come non citare la notte magica del St. James’ Park in cui Tino punì con una tripletta il Barcellona, regalando ai Magpies la prima vittoria in Champions della loro storia. 

Nel Newcastle, faccia a faccia con Eric Cantona del Manchester United

Versante nazionale? Occorre fare un passo indietro di quattro anni (5 settembre 1993) per tornare alla gara del El Monumental: Argentina – Colombia 0-5. Asprilla ne fa due e contribuisce alla qualificazione diretta per Usa ’94, mentre la Selección è costretta allo spareggio intercontinentale. Solo che esiste, come anticipato, anche la versione del Tino loco, quella lontana dal manto erboso ma vicina alle “stravaganze” (chiamiamole così) più impensabili. Appena sbarcato a Parma, tanto per non farsi mancare nulla, acquista cento rubinetti da spedire in Colombia: per carità, strano ma fin qui niente di “rilevante”. 

Ad Asprilla sono legati i più importanti momenti della storia del Parma

Il cammino in Coppa delle Coppe sorride al Parma che ottiene la finale anche per mezzo delle quattro reti firmate dal colombiano nel corso della competizione… ma salterà la gara di Wembley. Difatti l’attaccante torna dalla Colombia con il piede ingessato a causa, si dice, di un taglio procurato in piscina. In realtà un autobus gli aveva tagliato la strada e Tino, con calma olimpica, l’aveva inseguito per poi tirare un calcio al vetro del finestrino: “Se fossi riuscito ad entrare avrei potuto uccidere il conducente”

Faustino con una tra le divise “bianco latte”dell’era Parmalat

Nel frattempo coltiva la passione per le armi, tanto che la polizia ne rinviene due all’interno della sua macchina: “Mi hanno incastrato, quella volta non c’entravo nulla”.

Forse, ma anni dopo, ai tempi dell’Universidad de Chile, sparò realmente dei colpi di fucile nel bel mezzo di un allenamento gridando: “Correte bastardi! Non è così che ci si allena”. Magari è stato solo un raptus di follia perché “l’intenzione era quella di spronare i compagni”… o magari quelle armi ritrovate nell’auto non erano poi così tanto il frutto di una congiura.  A Parma tutto sommato vive tranquillo, condividendo le notti in ritiro con il compagno di stanza Benarrivo (“… in camera nostra c’era sempre una puzza incredibile… quello lì scoreggiava come un maiale” , dice del difensore) e ogni tanto facendo qualche visitina all’Hollywood insieme a Massimo Crippa… tra qualche goccia di champagne e alcuni inseguimenti per picchiare un travestito. 

La sua celebre capriola

Un problema non di poco conto gli capita durante il trasferimento al Newcastle, nel 1996. Gli accordi sono stati presi, i contratti praticamente firmati ma Tino non passa gli esami per alcuni “problemi fisici”. I bianconeri tentano di rimandarlo indietro ma il Parma non ci sta e alla fine, minacciando le vie legali, ottiene il pagamento di 17 miliardi. Tutto bene quel che finisce bene, tralasciando il fatto che si scoprirà in seguito la vera natura dei famigerati problemi fisici: positività alla cocaina. Inoltre il suo arrivo in terra inglese non è proprio dei migliori. 

Il Newcastle, nella stagione ’95-’96, viaggia a ritmi altissimi accumulando un vantaggio di 12 lunghezze sui rivali dello United; nella seconda parte di stagione è proprio il colombiano l’acquisto di spessore per rafforzare la rosa e mettere in bacheca una Premier che manca da quasi settant’anni.

Un personaggio eccentrico…

Tino sottoporta però è quasi nullo e il pessimo rendimento del club permette il clamoroso sorpasso degli uomini guidati da Sir Alex Ferguson. L’unica pedina arrivata può aver spezzato l’armonia dello spogliatoio? Domanda alla quale è dura dare una risposta ma certamente lo stipendio del colombiano (ben più alto di tutti gli altri compagni) non portò il buonumore. Problemi con la lingua? Ecco, in realtà il club gli aveva messo a disposizione un insegnante privato, tale Nick, ma l’attaccante (poco propenso per lo studio dell’inglese) lo pagò sottobanco per fargli da traduttore con le ragazze. 

… che ha occupato e continua ad occupare le copertine patinate

Beh, non c’è da scandalizzarsi, in fondo a Tino son sempre piaciute le belle donne, tanto da non rifiutare la loro presenza anche prima di una gara di campionato: pazienza se il giorno dopo c’è il Napoli come rivale… sei ragazze in camera vanno accolte come si deve. Tanti i flirt, che hanno dato lavoro ai giornali di gossip e un po’ meno a quelli sportivi. Maluccio pure sul versante nazionale, visto che fu rimandato a casa durante i Mondiali di Francia ’98: troppe le polemiche nei confronti del mister Gómez e il tornare in ritiro all’una di notte, dopo dei festini, non fu apprezzato nell’ambiente dei Cafeteros.  C’è poco da fare, per Asprilla il sesso è stato sempre una costante nella sua vita, tanto da farlo pure in aereo sulla tratta Bogotà – Londra. Un suo sogno? Farlo in un campo da calcio con le tribune piene: “… se la gente apprezza ti applaude altrimenti può lanciarti sassi e pomodori”. In palestra continua pure adesso ad andarci ma non tanto per spirito sportivo, perché “se non c’è figa torno a casa”.

Delle dimensioni del proprio membro si è discusso molto (alcuni compagni ai tempi del Parma hanno confermato quanto visto sotto le docce) e le proposte per aggregarlo al mondo del porno non sono mancate… ma incredibilmente, per ora, Tino ha rifiutato qualsiasi invito. Non ultimo quello fatto dall’ex giornalista, ora pornostar, Amaranta Hank: staremo a vedere.

Nel Palmeiras

 

Tra le attività che gestisce c’è uno zuccherificio (dove lavorava un tempo suo padre) e anche lì non sono mancati dei siparietti bizzarri. Si narra che tre prosperose ragazze avrebbero voluto fargli visita nello stabilimento ma i controllori, sistemati all’entrata dell’azienda, non autorizzarono il passaggio costringendole così a fare un giro più lungo. Asprilla alla fine ricevette la compagnia del trio ma non apprezzò, alla sua maniera, la serietà degli operatori: sparò quattro colpi di pistola al casello di controllo. Carattere non facile, quello di Tino, che in una gara contro il Paraguay fu espulso per una rissa con il portiere Chilavert; la lite continuò anche negli spogliatoi e in “soccorso” del colombiano arrivò un certo Julio Fierro (braccio destro di un narcotrafficante) che gli chiese il permesso per poter uccidere l’estremo difensore… per una volta l’attaccante utilizzò la cabeza e declinò la “gentile” offerta del malavitoso, salvando dunque la vita del paraguaiano. 

El Tino in Cile nell’Universidad

Prima di appendere gli scarpini al chiodo ricevette la proposta dell’ex compagno Osio per andare a giocare nel Valle d’Aosta in Serie D in Italia, club allenato dal “sindaco”, ma problemi burocratici impedirono un trasferimento alquanto singolare. 

Il Tino di oggi? Si gode certamente la vita, impegnato in mille attività imprenditoriali, una su tutte (casualmente) la vendita di profilattici. Condom Tino è un brand sinonimo di sicurezza (e ci mancherebbe altro visto il materiale in questione) e durante l’emergenza Covid-19 non si è fatto trovare impreparato: un preservativo gratis in ogni pacchetto da tre (“Aiutatemi a finirli, non riesco a utilizzarli tutti” è stato uno dei suoi lanci social). Da quella casa sull’albero, che accoglieva lui e i suoi sogni più innocenti da bambino, fino ai giorni d’oggi non ha mai smesso di sorridere alla vita, gustandosi ogni attimo.

Ecco, ci piace vederlo sempre così, libero e spensierato come quando si esibiva sul rettangolo verde in una serie infinita di capriole… e magari meno sparatorie.

Luca Fazi

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