Estate 1998. Il Mondiale degli Azzurri di Cesare Maldini si stampa sulla traversa di Gigi Di Biagio. L’Italia esce ai rigori nei quarti di finale contro i padroni di casa della Francia. Quello è l’anno indimenticabile di Marco Pantani che si aggiudica Giro d’Italia e Tour de France. Nel frattempo, a maggio, il Parlamento Europeo ha sancito la nascita della moneta unica europea: l’Euro. In Italia sono le ultime settimane del primo Governo Prodi che a ottobre verrà sfiduciato da Rifondazione Comunista. Al Quirinale siede ancora Oscar Luigi Scalfaro. È un’estate torrida, quella. Nel Belpaese ovunque si superano i 40 gradi. Ricky Martin canta “La copa de la vida” mentre le radio italiane trasmettono “Solo una volta o tutta la vita” di Alex Britti e “Vento d’estate” di Niccolò Fabi e Max Gazzè.
L’Avellino è saldamente nelle mani di Antonio Sibilia. Tuttavia, in seguito alla retrocessione del ‘96, i biancoverdi vengono da due mediocri annate in C1. La risalita in Cadetteria non c’è ancora stata. Tutt’altro. La squadra, nelle due stagioni precedenti, non è riuscita nemmeno a qualificarsi per i play off. Sei gli allenatori succedutisi sulla panchina dei Lupi negli ultimi 24 mesi: Giuliano Zoratti, Salvatore Di Somma e Pasquale Casale, il primo anno, Roberto Morinini, Aldo Cerantola e Adriano Lombardi il secondo. Un tourbillon che ha portato soltanto a un dodicesimo e a un settimo posto in classifica. Risultati tutt’altro che apprezzabili. La piazza ribolle e il Partenio, ormai, è diventato uno stadio per pochi intimi. Il Commenda, nonostante tutto, non ha nessuna intenzione di mollare la presa. Anzi. Fa e disfa la squadra come una moderna Penelope. Ma di Ulisse (la Serie B) nemmeno l’ombra… A fine giugno i Lupi sono ancora senza allenatore. Gabriele Geretto, il tecnico preferito da Sibilia, mostra qualche perplessità vista la fine che hanno fatto i suoi predecessori. L’ex trainer della Turris (con cui è appena retrocesso in C2…) preferirebbe accasarsi a Trapani. Al patron di Mercogliano viene così fatto anche un nome nuovo. Quello di Claudio Di Pucchio, reduce da Avezzano. A proporlo all’Avellino è Pasquale Luiso, ex giocatore irpino, ora a Vicenza, lanciato a Sora proprio da Di Pucchio. Sibilia si prende qualche giorno di tempo per decidere ma il suo pallino resta Geretto che, alla fine di un’estenuante trattativa, decide di sbarcare in Irpinia.
Dopo aver allenato per quattro stagioni il Conegliano in Interregionale ed aver fatto per due anni l’allenatore in seconda al Venezia e poi alla Reggina in Serie B, nel ‘91 Geretto diventa capo allenatore dei calabresi in C1, venendo esonerato nel corso della seconda stagione. Nel ‘93 guida il Monopoli in C2, chiudendo al quinto posto. Nel 1994-’95 subentra a Luigi Maifredi sulla panchina del Venezia, in Serie B, ma viene esonerato in favore di Giampiero Ventura. Dopo l’allontanamento di quest’ultimo, torna a sedere sulla panchina veneta fino al termine della stagione. Nel 1997-’98 l’avventura con la Turris con cui, come detto, retrocede in C2. Non il migliore dei biglietti da visita. Tant’è, Sibilia così ha deciso e i tifosi possono ben poco. Scelto il tecnico, si passa ai calciatori. Per una volta la rosa non viene completamente rivoluzionata. Anzi. Il patron decide di confermare Luigi Sassanelli, Emilio Abeni, Igor Bertoncelli, Davide De Filippis, Simone Dei Medici, Giuseppe Di Meo, Giuseppe Anaclerio, Antonio Bitetti, Luigi D’Alessio, Gaetano Pirone e Massimiliano Fanesi. Il nuovo tecnico, dal canto suo, si porta dietro dalla Turris il portiere Pasquale Visconti e il difensore goleador Stefano Trinchera. A completare la difesa, arrivano Massimo De Martis dalla Nocerina, Massimiliano Farris dal Fiorenzuola e Gaetano Lonardo dal Corigliano (Serie D). Sbarcano poi i centrocampisti Stefano Maria Amore dal Casarano e Domenico Giugliano dalla Battipagliese. Davanti, Mirko Pagliarini dal Pisa, Walter Piccioni dal Campobasso (Serie D) e Claudio Doria dal Taranto (Serie D). In rosa anche la punta scuola Inter Marco Nichetti e il giovanissimo Luigi Artiaco.
L’unico reparto ad essere rivoluzionato è così l’attacco. Nel ritiro di Serino Geretto, inizialmente, decide di puntare sul 4-3-3. Ma gli innesti di Piccioni e Pagliarini appaiono da subito insufficienti. In più Artiaco e Doria sono troppo acerbi per portare sulle proprie spalle il peso dell’attacco. La squadra non morde. C’è bisogno di qualcosa di più. Un colpo ad effetto che possa far saltare il banco. E’ a questo punto che arriva in ritiro un ragazzo di colore, nato in Angola ma naturalizzato portoghese. Si chiama Nelson Gil Almeida Gomes. Ha 26 anni e giunge ad Avellino dopo un provino andato male con lo Sheffield Wednesday nella Premier League inglese. In quelle stesse settimane sbarcano in Irpinia altri due stranieri: il centrocampista Emilio Fernando Cabrera e l’esterno Lopes Zacarias. Nelson arriva in prova e con un curriculum niente male. Cresciuto nel Settore Giovanile del Benfica, nel ‘91 passa all’Ovarense, quindi in Francia nel Tours in Serie B. Nel ‘93 ritorna in patria, prima nel Braga e poi nell’Estrela Amadora. Dal ‘95 l’esperienza in Svizzera con Yverdon e Wil, prima di sbarcare negli Stati Uniti dove, nel ‘97, firma con i Philadelphia Kix. Non solo. Nel frattempo, Nelson gioca in tutte le selezioni giovanili portoghesi, vincendo un Campionato del Mondo Under 20 nel ‘91, al fianco di Luis Figo e Manuel Rui Costa, e perdendo contro l’Italia la finale del Campionato Europeo U21 nel ’94 per il golden goal di Pierluigi Orlandini.
A Serino il “nostro” conquista il mister e firma un contratto di un anno con opzione sul secondo. Geretto è convinto che, con la sua rapidità, possa fare la differenza in C1. Nelson è una punta esterna brevilinea che spazia per convergere al centro e cercare così l’assist o il tiro. Ideale per il 4-3-3 del tecnico. La perla, però, la firma il presidente Sibilia. Subito dopo la chiusura dell’accordo, infatti, il patron biancoverde non nasconde un certo scetticismo: “Voglio vederlo all’opera ancora in qualche partita, i portoghesi che conosco sono quelli che entrano allo stadio senza pagare il biglietto”. Geniale. Nelle prime apparizioni, effettivamente, il portoghese non convince. Troppo fumoso per la terza serie. Nonostante tutto riesce ad andare a segno due volte nella Coppa Italia di Serie C, ma uno stiramento lo costringe subito ai box.
Nel Benfica
Il 6 settembre per i biancoverdi c’è il debutto in Campionato contro il Savoia, una delle favorite alla vittoria finale. L’Avellino di Geretto parte con il piede giusto, segno che il semianonimato, a volte, è meglio della pressione dovuta a un ruolo da rispettare. I Lupi vincono in rimonta 2 a 1. In goal De Filippis e Trinchera. Prestazione autoritaria contro un avversario di spessore. A questo punto i tifosi gongolano, ma dovranno subito ricredersi. Non si fa in tempo a gioire, infatti, ed ecco arrivare due sconfitte consecutive in trasferta contro Fermana (0-1) e Ascoli (1-2). Alla quarta giornata il pareggio interno contro il Gualdo (0-0). Quindi, un nuovo ko esterno. Questa volta ad Ancona (0-2). Al Partenio i Lupi impattano contro il Giulianova (0-0) e perdono poi a Foggia (0-1). Sibilia decide di intervenire pesantemente sul mercato. Fuori Giuseppe Anaclerio, spedito a Modena.
Il nuovo regista è l’esperto Aldo Dolcetti, ingaggiato dal Savoia. Anche l’attacco viene rinforzato con l’innesto di Paolo Zirafa dal Cittadella. All’ottava giornata l’Avellino torna alla vittoria. La Nocerina viene battuta grazie a un goal di Giugliano (1-0). Alla nona, a Battipaglia (0-0), debutta finalmente Nelson Gil Gomes. Per lui novanta minuti senza brillare. I Lupi, nel frattempo, sembrano essersi sbloccati. Arrivano altri dieci risultati utili consecutivi. In tutto, quattro vittorie e sei pareggi. Battuti Palermo (2-0) al Partenio e Savoia (1-0) in trasferta. L’undici di Geretto però segna con il contagocce. A gennaio si decide così di tornare sul mercato e di acquistare l’ex punta del Palermo, Antonio Rizzolo, che milita in Spagna nelle fila dell’Albacete. L’Avellino, tuttavia, continua il suo campionato fatto di poche reti e molti pareggi, concludendo la stagione con un anonimo nono posto. Geretto riesce comunque in un’impresa personale. Sarà, infatti, l’unico allenatore in grado di rimanere in sella un intero campionato sotto la presidenza Sibilia. Un record.
Nel frattempo, dopo il debutto in Campionato a Battipaglia, per Nelson Gil Gomes arriveranno soltanto due spezzoni di gara contro Lodigiani (7 minuti) e Acireale (14 minuti). Concludendo, di fatto, la propria esperienza in Irpinia con 3 presenze e 0 goal. In tutto 111 minuti giocati con la maglia dell’Avellino. Inutile dire che l’opzione sul secondo anno di contratto non verrà mai fatta valere.
Raffaele Tecce