A luglio di quest’anno 2019, nel ritiro precampionato allo stadio Zotti di Asiago, è cominciata la nuova avventura della formazione del Lanerossi Vicenza Virtus condotta dal tecnico Domenico Di Carlo. Si tratta di quel Di Carlo detto Mimmo, ex giocatore biancorosso, uno dei giocatori artefici nella conquista del prestigioso Trofeo di Coppa Italia vinto dalla Nobile Provinciale del Presidentissimo Pieraldo Dalle Carbonare nel 1997 battendo in finale con un secco 3 a 0 il Napoli.
Il tecnico di Cassino, per riportare il club agli antichi splendori, ha sposato appassionatamente il progetto rivoluzionario di Renzo Rosso, imprenditore che è riuscito a coinvolgere un buon gruppo di industriali votati alla stessa causa. Inutile dire che la scelta dell’allenatore, non solo per i tifosi ultras della leggendaria curva sud, è stata accompagnata dall’ovazione generale.
Anche perché Mimmo, da quel poco che capisco di calcio, è un mister molto tosto, come lo era da calciatore del resto. Egli, da quanto ho letto in giro, ha adottato una filosofia di gioco, in chiave moderna, affine a quella dell’indimenticabile Nereo Rocco: primo non prendere gol. Insomma questa è la cosa basilare: impostare una squadra dai piedi buoni su una granitica difesa. Noi, come tifosi simpatizzanti del Paròn del Milan di Rivera e della maglia vicentina con la R ad asola non possiamo che esserne felici, cercando in ogni momento d’aggrapparci ai vecchi ricordi nella speranza di riassaporare l’aroma degli antichi campionati riavvolgendo la pellicola della memoria.
Ebbene, proprio l’altro giorno stavo con quattro amici al bar, quando mi sono ritrovato fatalmente assorto ad ascoltare in sottofondo la canzone di Max Pezzali, cantante che assomiglia vagamente al presidente biancorosso Stefano Rosso figlio di Renzo, che più di ogni altra mi è rimasta dentro, evocando in me una strana sensazione.
Ascoltando il testo musicato andavo sfogliando mentalmente, in preda ad una sorta di paranoia nostalgica, le pagine degli album Panini d’epoca con le immagini di squadre e giocatori, cercando di rammentare il periodo di quando il Lanerossi stava ai vertici del calcio che conta, nel gota della Serie A.
Ed ecco che dalla nebbia diradata all’improvviso, riuscivo a mettere a fuoco, nell’immaginario evocato dalla canzone di Pezzali, la figurina di un altro Andrea Cisco che appena rammentavo; un difensore di nativo di Costozza, cresciuto nelle giovanili del Lanerossi e subentrato al forte terzino, ceduto in quella stagione al Cagliari campione d’Italia del mitico “rombo di tuono Gigi Riva, cioè Roberto De Petri.
Da lì in poi i ricordi si sono susseguiti tra note musicali e piccoli flash su campionati biancorossi altalenanti vissuti tra alti e bassi, gioie e dolori, fino ad arrivare ai tornei più vicini, piatti e avulsi. Ed è così che, inconsciamente, mi sono ritrovato con quattro amici al bar a canticchiare la coinvolgente ballata, con i ritornelli sulla dura legge del gol del mitico Cisco di Max Pezzali, quasi a voler invocare la rinascita biancorossa con lo spirito di squadra giusto.
Quello spirito immutabile nel tempo, legante fondamentale del gioco dolceamaro della sfera che sta alla base di ogni successo collettivo. Speriamo che questo sia l’anno buono! Forza Lane!!!
Quanti in questi anni ci han deluso quanti col sorriso dopo l’uso ci hanno buttato Si alza dalla sedia del bar chiuso lentamente Cisco e all’improvviso dice “Voi non capite un cazzo è un po’ come nel calcio È la dura legge del gol fai un gran bel gioco però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono Loro stanno chiusi ma alla prima opportunità salgon subito e la buttan dentro a noi la buttan dentro a noi”. Da queste foto io non lo direi che di tutta sta gente solo noi siam rimasti uniti senza fotterci mai Sull’amicizia e sulla lealtà ci abbiam puntato pure l’anima per noi chi l’ha fatto chi per noi lo farà.
Quante in questi anni ci han deluso quante ci hanno preso e poi di peso ci hanno buttato. Si alza dalla sedia del bar chiuso lentamente Cisco fa un sorriso e dice: “Noi abbiam capito tutto è un po’ come nel calcio È la dura legge del gol gli altri segneranno però che spettacolo quando giochiamo noi non molliamo mai Loro stanno chiusi ma cosa importa chi vincerà perché in fondo lo squadrone siamo noi lo squadrone siamo noi”.
Giuseppe (Joe) Bonato
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