“Vi lasciamo lui, così possiamo tornare a casa”: la parabola di Ladislas “Siklo” Smid
Set 14, 2025

Un giovane ungherese venduto per pagare il viaggio di ritorno diventa simbolo del Lens e il primo numero 10 della Nazionale francese.

Immaginate la scena: un gruppo di calciatori ungheresi, stanchi dopo una lunga tournée in Francia, seduti nello spogliatoio di Lens. Hanno giocato, hanno lottato, ma ora si trovano davanti a un problema più grande di qualsiasi avversario: non ci sono più soldi per rientrare a casa. I dirigenti si guardano negli occhi, disperati. Poi, l’idea che suona come una beffa e insieme come un colpo di genio: “Se non possiamo pagare il viaggio, perché non cediamo un nostro giocatore?”.

Tre primi piani di Ladislas Smid

Così prende forma il destino di Ladislas Smid, appena diciannovenne, centrocampista minuto – 166 centimetri appena – ma con un talento che non passa inosservato.

1948, il Lens
“Siklo” nella Francia

L’Attila Miskolc, il suo club, era una società giovane e fragile, nata nel 1926 dalla fusione di due realtà cittadine. Nel 1927 aveva persino conquistato la seconda divisione, e nel 1928 aveva sfiorato la Coppa d’Ungheria arrendendosi solo al grande Ferencváros. Poi erano iniziati i problemi: debiti, altalene di categoria, e la sensazione costante di vivere al di sopra delle proprie forze. La tournée in Francia avrebbe dovuto portare ossigeno alle casse. Invece, il 7 ottobre 1934, al termine di una partita con il Lens, arrivò la resa dei conti: le tasche erano vuote.

Il club francese, fiutando l’occasione, accetta lo scambio più surreale della sua storia: per 13.000 franchi acquista Smid e, senza saperlo, cambia il destino di tutti. L’Attila riesce a tornare in Ungheria, ma la sua parabola si chiuderà presto: nel 1936 perde lo status professionistico, nel 1940 sparisce del tutto. Smid invece resta in Francia.

Naturalizzato nel 1937, diventa “Siklo” e veste la maglia del Lens per quasi vent’anni, fino al 1950: quasi trecento partite, un punto di riferimento costante per i compagni e per la città. Nel 1945, a guerra appena conclusa, ottiene persino la convocazione con la Francia: quattro presenze in nazionale, tra cui un primato curioso e prestigioso. L’8 aprile a Losanna, contro la Svizzera, Smid è il primo a indossare la maglia numero 10 dei Bleus.

Il ragazzo che era stato “venduto per un biglietto di ritorno” non rientrerà mai più in patria. Vive e muore in Francia, a Corbie, nel settembre 1990, a settantacinque anni. A pochi chilometri da Lens, la città che lo aveva accolto come merce di scambio e lo aveva trasformato in una leggenda silenziosa.

Mario Bocchio

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