Nel 2016 era stata una serata di grandi emozioni quella a Viareggio dove, dopo 25 anni, si era ritrovata la squadra del “patron” Giorgio Mendella, anche lui presente insieme ai giocatori di allora al ristorante Da Giorgio. Quasi un tornare indietro nel tempo. La squadra nella stagione 1989-’90 vinse il campionato di serie D, e l’anno dopo in C2 sfiorò la promozione.
La squadra, allestita dal ds Oreste Cinquini che dopo la brillante carriera in Italia è stato direttore sportivo della nazionale russa con Fabio Capello (ed è ancora in quel paese), era allenata da Enzo Riccomini (foto sotto, a sinistra)
Di quella rosa facevano parte anche Luciano Spalletti e Pierpaolo Bisoli, colonne
portanti di quel gruppo prima di allenare e giocare in serie A. Ma non solo.
C’erano anche Franco Baldini che poi è stato ds della Roma e del Real Madrid, Beppe Manarin, Giovanni Guerrini già in serie A con la Fiorentina, il capitano Andrea Mangoni e via via Paolo Valori e Andrea Telesio, Sandro Tatti, Luciano Fusini, Giorgio Eritreo e Gigi Cecchi (i tre ideatori di questa rimpatriata 25 anni dopo). E ancora i portieri Giancarlo Beni, Andrea Prosperi e e Marzio Fiaschi. Lele Zamagna che ora è apprezzatissimo ds dell’Atalanta in serie A, Carlo Caramelli, Marco Puppi, Massimo Gargani, Stefano Pontis, Stefano Rivieri, Pino Carillo, Andrea Stabile, Andrea Calonaci, Walter Casarotto, Massimiliano De Mozzi oltre al massaggiatore e fisioterapista Luciano Dati, finito poi alla Fiorentina.
Commosso il “patron”, Mendella: “A distanza di tanti anni rivivo le emozioni di quel tempo, siete stati leggendari, sono fiero di questo gruppo”.
Mendella controllava un network televisivo nazionale (Retemia), e per pochissimo non è riuscito a diventare presidente della Fiorentina o del Torino Calcio. Chissà, avrebbe forse potuto seguire le orme di altri (e più fortunati) imprenditori, proprietari di televisioni e con la passione per il pallone.
Il “telefinanziere” con base a Viareggio era un vero imbonitore, un persuasore catodico talentuoso, un uomo capace di parlare per ore e ore con un tono pacato e suggestivo, di vendere prodotti, prestiti, case o satelliti senza perdere per un solo momento tensione e vis affabulatoria. Nel suo campo un vero maestro, un grande personaggio. Tra il 1980 e il 1990 Mendella riuscì a costruire una vera e propria holding, la Intermercato, con un giro d’affari ipotizzato in circa 250 miliardi e una galassia di società controllate. Il gioiello era l’emittente televisiva Retemia; c’erano poi Primomercato, Capitalfinanziaria, Domovideo (che commercializzava videocassette), Finversilia, Publimercato ’90, Interco e il Viareggio Calcio. L’attività principale di Mendella era la raccolta di risparmio (si arrivò a circa 14mila investitori) dai telespettatori di Retemia, promettendo interessi dal 25 al 29% mensili; inizialmente sotto forma di mutui, successivamente in cambio dell’acquisto di azioni.
Il gruppo aveva anche avviato un’attività immobiliare in Romania, con l’intenzione di costruire circa 15mila appartamenti (prevenduti in tv) sulla costa del Mar Nero, e un centro commerciale a Bucarest. Con i soldi accumulati, nel 1988 Mendella aveva addirittura acquistato una banca, il Banco di Tricesimo, che avrebbe dovuto diventare la “banca del gruppo”. Voleva anche comprare Odeon Tv, Telemontecarlo, una squadra di calcio. Infine, il sogno: l’acquisto e il lancio di Primosat, un satellite in orbita intorno alla Terra da cui diffondere sul pianeta il segnale di Retemia. A contorno, le solite convention con migliaia di persone allo Stadio dei Pini di Viareggio a osannarlo, il coinvolgimento come azionisti-testimonial di celebrità come Ugo Tognazzi, Michele Placido, Gina Lollobrigida, Gino Bartali.
Mendella stava per farcela. Di solito, i Ponzi Schemes crollano perché non riescono più a pagare gli investitori. Intermercato invece è crollato perché la Consob e la Borsa, il 25 giugno 1990, decisero di sospendere la vendita delle sue azioni, rilevando una palese violazione della legge che regola la sollecitazione del risparmio: il primo di una lunga lista di provvedimenti e rilievi. Nel 1999 il Tribunale di Lucca ha condannato Mendella a nove anni di reclusione per bancarotta fraudolenta.