
Era il 1 maggio 1983, giorno della festa dei lavoratori e quale miglior occasione quella di recarsi al Comunale di Torino per assistere al big match Juventus-Inter, con obbiettivi decisamente opposti vista la classifica.
Per i bianconeri si trattava di una delle ultime occasioni per rimanere attaccati alle ultime speranze di scudetto, inseguendo la Roma capolista che già si pregustava il ritorno alla vittoria in campionato dopo ben quarant’ anni. Eppure i piemontesi erano impegnati anche su un altro fronte, visto che alla fine del mese sarebbero andati ad Atene alla conquista (invana) della loro prima Coppa dei Campioni.

Manco a dirlo, era la Juventus dei sei campioni del mondo a cui aggiungere Boniek e Platini: e qui fermiamoci perché forse è stata la squadra degli Agnelli più forte, potenzialmente, di tutta la storia. Bene, quell’anno si chiuderà con il successo in Coppa Italia contro il sorprendente Verona soltanto al minuto 120 dei supplementari nel match di ritorno (allora vigeva la formula dell’andata e ritorno) grazie ad un goal di Le Roi Michel.
Ma torniamo a quel pomeriggio ancora poco primaverile, con un preludio poco piacevole, visto che un mattone sfondò un vetro del pullman dell’Inter nei pressi dello stadio e Giampiero Marini, colpito, dovette essere portato in ospedale per le prime cure. Niente di che, per il futuro tecnico nerazzurro che se la vide brutta ma ebbe salva la vita.
La gara finisce 3-3, con lo stesso Platini protagonista di una doppietta. Nel giro di due settimane il giudice sportivo ribalta il risultato: 2-0 a tavolino all’Inter, 20 milioni di lire di multa e risarcimento danni alla Juventus, che chiuderà comunque al secondo posto.