Platini era il suo alter ego
Nov 2, 2024

È stato un giorno particolarmente triste quello del 26 marzo 2020.  Michel Hidalgo, ex allenatore della Francia, è scomparso all’età di 87 anni. Secondo i parenti, la sua morte non è stata legata all’epidemia di covid-19 che imperversava in tutto il mondo, ma è stata dovuta a uno stato di esaurimento generale in seguito ad una grave malattia che lo aveva fortemente indebolito negli ultimi anni. Originario di Leffrinckoucke – dove è nato il 22 marzo 1933 – ha portato così con sé uno dei capitoli più belli, se non il più brillante, della storia del calcio francese. Con la sua scomparsa, i nostri ricordi d’infanzia vengono a galla e rimarranno per sempre impressi nelle nostre menti.

Hidalgo in primo piano. A destra, quando era giocatore nel Monaco

Il più limpido è quello di una squadra francese dal calcio scintillante, incentrato sull’attacco, definita il “Brasile d’Europa” grazie al suo quadrato magico. Quello di un primo titolo internazionale con il successo dei transalpini durante gli Europei del 1984 organizzati in Francia. E poi ci sono tutti gli altri, belli o brutti, che ci passano per la testa. Entrato in carica nel marzo 1976 (Francia-Cecoslovacchia), succede a Stefan Kovács e innova integrando molti giovani nella squadra, tra cui un certo Michel Platini che diventerà poi il suo alter ego.

1976, alla guida della Francia

Come nella qualificazione ai Mondiali del ’78 in Argentina contro la Bulgaria (26 novembre 1977, 3-1) quando, al fischio finale, Michel Hidalgo scoppiò in lacrime, abbandonato dai nervi, per mostrare la sua gioia dopo anni di scarsità. Come gli appuntamenti mancati dei Tricolores nelle maggiori competizioni calcistiche internazionali. Ovviamente c’è la famosa Coppa del Mondo del 1982 in Spagna. Innanzitutto con l’episodio di Sheikh Fahid Al-Ahmad Al-Sabah durante Francia-Kuwait e il meraviglioso epilogo a Siviglia nonostante un’ingiusta eliminazione in semifinale contro la Germania Ovest, ancora oggi fonte di tanti rimpianti e risentimenti nei confronti dei pistoleri tedeschi . Una ferita mai rimarginata per molti.

Uomo immagine del calcio francese

Dopo il suo incarico da allenatore, l’ex giocatore del Le Havre (1952-‘54), dello Stade de Reims (1954-‘58) e del Monaco (1958-‘66) dove concluse la sua carriera professionistica, è entrato nello staff dell’ OM acquistato da Bernard Tapie che ha fiutato la mossa giusta.

Ha ricoperto il ruolo di direttore generale fino al 1991 e ha partecipato attivamente allo sviluppo e al successo dei marsigliesi alla fine degli anni ’80 (campioni di Francia 1989, ‘90, ‘91 e vincitori della Coppa di Francia ‘89 ).

Fu lui all’origine e alla creazione del centro di addestramento della Commanderie. Dopo la sua partenza dal Marsiglia, Michel Hidalgo si è allineato un po’ al mondo del calcio professionistico ma lo ha tenuto d’occhio diventando, tra l’altro, consulente televisivo. Va in un certo senso nel dimenticatoio, stanco e logorato da tutti questi anni trascorsi sul campo. Il calcio ha perso un uomo eccezionale. Un grande grazie a lei, signor Hidalgo.

Mario Bocchio

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