L’Audace Augusto
Ott 26, 2024

Ci sono persone che riemergono dai nostri ricordi e che hanno un impatto terapeutico per l’anima; ripensi a loro con un leggero sorriso che ti ruga la guancia, trasmettendoci quel tocco di nostalgia benefica. Ed è ciò che succede, quando la memoria corre ad Augusto Busin, guida e mentore della Ca’Pajella. Egli fu il barista-segretario tuttofare nell’oratorio del nuovo quartiere di Thiene, proprio nel periodo in cui fioriva la nostra meglio gioventù.

Augusto Busin. Partendo da sinistra: con la maglia del Savoia sul campo del Lanerossi Schio; con con la maglia del Thiene; Insieme a Stella e Mascotto nel Trento in C

Augusto era un uomo onesto e generoso; fu pioniere del calcio locale; un giovane difensore del Savoia verso la fine degli anni Venti e poi, dopo la fusione del club biancoazzurro con il Thiene, divenne una valorosa bandiera rossonera. Augusto, denominato nella formazione Busin III, con i fratelli Francesco (Busin I) detto “Chichi” e Antonio (Busin II)  detto ”Bigoli”, contribuì a conquistare ambiti traguardi sportivi col Thiene nei gloriosi anni Trenta. Con il ruolo di tenace terzino fu ceduto con i compagni di squadra Stella e Mascotto al Trento in Serie C e giocò pure nel Marzotto e nello Schio. Prima di arrivare a svolgere la sua apprezzata “mission”, cioè quella di gestire curare il bar del Patronato (Oratorio) nel nostro rione a metà degli anni Sessanta, Augusto aveva gestito il locale di famiglia in centro città; un esercizio pubblico molto frequentato dagli sportivi, non solo thienesi e ritrovo ufficiale del club rossonero.

La “Pasticceria Busin Biarraria” denominata “Bar Busin”

Ricordo che la rinomata “Pasticceria Busin Birraria”, denominata più in breve “Bar Busin”, era situata nell’angolo tra corso Garibaldi e viale Roma, di un antico palazzo merlettato, purtroppo demolito nel 1969 per fare spazio a un supermercato. Augusto era vedovo con i figli grandi tutti accasati; una persona molto devota e pragmatica. Ecco perché consigliava noi ragazzini della squadretta CSI di partecipare alla prima santa messa della domenica, per essere così ben svegli in campo al fischio d’inizio della gara. Da noi esigeva educazione e correttezza, sia dentro che fuori dal campo, sia dentro che fuori dal Patronato. Egli era un uomo tutto d’un pezzo che metteva grande passione in ogni iniziativa che concepiva; sentimento che sapeva trasmettere a tutti noi giovincelli, quando organizzò le partite di calcio di selezione per formare la nascente squadra cui aveva scelto di dare il nome di “Audace”.

Foto con dedica a Don Lino di Albertino Bigon ai tempi del Padova

Passione che poi esternava da grande tifoso qual era durante le dispute nei vari tornei, nei derby e quando affrontavamo le squadre “foreste” sul campo amico. Questo suo modo d’essere infondeva in noi fiducia; ci faceva sentire importanti ai suoi occhi, tanto da darci lo sprone per impegnarci al massimo.  Ma il suo entusiasmo non si fermava solo al calcio. Augusto organizzava anche le più disparate gite in bicicletta , al sabato mattina, sui monti della grande Guerra e nei luoghi della Resistenza, suscitando in noi l’interesse per la storia e per la natura della geografia locale. Queste sue virtù le condivideva con un altro grande uomo: Vincenzo Dagli Orti, meccanico-magazziniere volontario del Thiene.

“Coppa Livio Gemmo” 1968, vittoria dell’Audace

Ed è come rivederli ancora oggi, amici e complici, cuochi “stellati” a preparare il succulento rancio nel campeggio a Borca di Cadore, durante le vacanze estive organizzate sotto l’egida di un giovane don Lino Cecchetto. Era davvero uno straordinario privilegio ascoltare i racconti di due interlocutori, come Augusto e Vincenzo, quando, dopo qualche nostra insistenza si concedevano. Erano memorie belliche, pregne di paura, privazioni e fame, vissute in prima persona da loro stessi durante la seconda guerra mondiale, tra il fango del fronte greco dei Balcani, oppure nella la gelida steppa durante la ritirata di Russia con la dura prigionia. Insomma cucina, sport, storia e geografia all’aria aperta erano le materie che Augusto Busin con l’inseparabile amico Vincenzo ci facevano assaporare con sapienza e umanità. 

Marte 1968-’69

Come già detto, Augusto Busin era una persona piena d’iniziativa; il collaboratore ideale per un sacerdote pioniere come il padovano don Lino Cecchetto, grande amico di Albertino Bigon, un giovanissimo giocatore emergente che si stava affermando tra i biancoscudati nella città del Santo. E lo dobbiamo ad Augusto Busin se il nostro campo di calcio in quel periodo fu dotato dell’impianto di illuminazione per disputare le partite e gli allenamenti in notturna. Dallo stesso nostro promotore partì l’idea d’intitolare il terreno di gioco regolamentare a un suo compagno di squadra del Thiene, noto imprenditore scomparso tempo prima. Ricordo ancora adesso la sera dell’inaugurazione. Il nostro prode aveva organizzato abilmente l’incontro di cartello con una gara di prestigio: Lanerossi Vicenza –  Marte , squadra sponsorizzata di Terza Categoria del quartiere.

Lanerossi Vicenza 1968-’69

Era il tempo nel quale il club biancorosso berico giocava in Serie A e l’estremo difensore che si alternava tra i legni col giovane Adriano Bardin era un certo Franco Luison. Prima della gara, tanto attesa dal numeroso pubblico convenuto, noi giovanissimi dell’Audace disputammo la finale del torneo “Livio Gemmo”; denominazione che divenne da quella sera, con l’inaugurazione, anche quella dello stadio. L’entusiasmo era alle stelle perché vincemmo l’ambito trofeo che ritirai sul campo dal sindaco di Thiene, Ottorino Finozzi. Ma ciò che ricordo con maggior piacere  è che in quella serata ebbi l’onore, su iniziativa proprio di don Lino, di premiare personalmente con una pergamena di riconoscenza il nostro “Audace” e beneamato educatore per l’accurato insegnamento profuso con passione a tutti e in particolar modo ai numerosi giovani sportivi del quartiere. 

Giuseppe (Joe) Bonato

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