Leggenda del CSKA Sofia, club per il quale ha trascorso gran parte della sua carriera, e della nazionale bulgara, Georgi Dimitrov è morto sabato 8 maggio 2021, di cancro, una malattia che ha cercato di curare a Saint-Étienne con suo figlio. Dimitrov conosceva un po’ la città avendo vestito la maglia verde per due stagioni (dal 1986 all’88), dopo un Mondiale durante il quale la Bulgaria arrivò agli ottavi e lui ebbe lo status di capitano della selezione. Una sorta di medaglia al merito per il difensore della nazionale che ha iniziato la carriera in prima divisione a soli 17 anni nel Beroe di Stara Zagora, lontano dalla capitale.
Georgi Dimitrov è un verde per la vita. A Saint-Étienne, forse, i tifosi più anziani dell’ASSE hanno conservato ottimi ricordi del nuovo arrivato post-Mexico ‘86, ma soprattutto a Stara Zagora, la città che ospita il Beroe, i “Verdi”, come vengono chiamati nel paese, accolsero il giovane Dimitrov nella loro prima squadra a partire dalla stagione 1975-‘76. Tre partite per imparare e mezza stagione (18 gare) dell’anno successivo finirono per convincere la dirigenza del grande CSKA ad avvicinarsi al fenomeno.
Dimitrov arrivò a Sofia nell’autunno del ’77 dopo aver iniziato la stagione con il Beroe. Entra in campo nella giornata del derby contro la Lokomotiv che vale per la settima giornata di campionato e per il prestigio nazionale. Poi non lascia più la squadra e gioca tutte le partite successive al centro della difesa del club dell’esercito bulgaro. Inamovibile nella sua posizione, Georgi Dimitrov ha imposto la sua stazza (1,87 metri, 82 chilogrammi) per nove stagioni al CSKA. Una fedeltà premiata dai titoli di campione bulgaro (1980, ‘81, ‘82 e ‘83) e da due coppe nazionali (1983 e ‘85).
Ma Dimitrov è anche un pilastro della difesa nella nazionale. Nonostante il suo esordio sia iniziato con una sconfitta contro l’Irlanda del Nord (0-2, il 29 novembre 1978 a Sofia), si è naturalmente affermato come “il giocatore che sarà” e ha totalizzato 77 presenze in nazionale, l’ultima durante un incontro amichevole tra la Bulgaria e l’Unione Sovietica (2-2, 21 settembre 1988). Il bel difensore, sposato da tempo con la cantante pop made in Bulgaria Kristina Dimitrova, si è distinto in particolare durante i Mondiali messicani.
Capitano della Bulgaria con il francese Michel Platini (a sinistra) e sempre a guardia degli avversari più pericolosi, come il messicano Hugo Sánchez e l’argentino Jorge Valdano
Fascia al braccio e con una squadra di guerrieri attorno a lui, Dimitrov e la Bulgaria tengono in scacco l’Italia campione in carica (1-1) nella partita d’esordio e raggiungono gli ottavi. Poi la Bulgaria viene battuta dal Messico (0-2), e torna a casa. Georgi Dimitrov va a Ovest e si trasferisce al Saint-Étienne.
A Mexico ’86, con Maradona, prima della sfida contro l’Argentina
Georgi ha trascorso due stagioni nel Forez. La prima all’insegna della luna di miele tra la nuova recluta e il suo allenatore Henryk Kasperczak. E una seconda meno radiosa, anche se l’ASSE chiude il suo campionato al quarto posto, costellata da infortuni, screzi con l’allenatore polacco e alcune questioni extra-sportive. Dimitrov torna al CSKA per ripristinare la sua immagine con una doppietta coppa-campionato (1989).
Mario Bocchio