Un grande sinistro, Óscar Omar Míguez è il capocannoniere dell’Uruguay nella storia dei Mondiali, con 8 gol segnati nel 1950 e ‘54 Purtroppo, a causa di errori manageriali, situazioni che si verificano sempre nel calcio uruguaiano, Míguez fu allontanato dalla squadra nel fiore degli anni, accusato di indisciplina, prima della partita con l’Ungheria nel 1954.
La codardia di quegli stessi dirigenti che non hanno osato comunicargli la loro decisione, alla quale si è aggiunta anche la complicità dello staff tecnico, ha costretto il grande capitano Obdulio Varela a dover informare il suo amico Míguez che era stato allontanato dalla Celeste. L’Uruguay perse 4 a 2 con l’Ungheria nella più bella partita della storia dei Mondiali, secondo gli esperti avrebbe potuto vincere prima dei supplementari se una palla di Schiaffino non fosse rimasta incollata nel fango con il portiere battuto.
Óscar Omar Míguez fu anche campione sudamericano nel 1956, dove fu scelto come miglior giocatore del torneo. Ha partecipato al trionfo del Peñarol del 1949, una delle migliori stagioni nella storia dei campionati uruguaiani, e ha segnato 20 gol nello stesso torneo. Era già stato capocannoniere del torneo uruguaiano nel 1948, mettendo a segno 8 gol fino allo sciopero generale dei calciatori.
Óscar Míguez ha giocato per il Peñarol, lo Sporting Cristal in Perú, il Rampla Juniors e ha concluso la sua carriera al Colón.
Il suo era un sinistro virtuoso, capace di sorprendere la difesa con un gol su stecca o rovesciata, la sua giocata preferita. “Cotorra” (pappagallo) Míguez sarà sicuramente in paradiso con il suo grande amico Julio Pérez e ascoltando il suo punto di riferimento Obdulio Varela, un altro tra i grandi della storia del calcio uruguaiano.
Óscar Omar Míguez è stato uno degli ultimi grandi giocatori a mettere i tacchetti nell’area di rigore e a riempirla di malizia. Rabonas, tunnels, chilenas e goal. Nacque il 5 dicembre 1927 nell’area di Montevideo che non lasciò mai, compresa tra Bulevar Artigas, Martín Fierro e poi Enrique Martínez, Victoria, Flores e, infine, Isabela, quando suo padre acquistò un caseificio.
Giocò per l’Araicuá e dopo un campionato nel Sud América, firmò per il Naranjitas nel 1943. Nel 1948 passò nella tercera del Peñarol. L’inglese Galloway lo promosse subito in prima squadra, dopo aver constatato le sue qualità tecniche e rimanendone stupito.
Debuttò con la Nazionale uruguaiana il 30 aprile 1950 a Rio de Janeiro contro il Paraguay e fu campione del mondo senza aver giocato, fino ad allora, con l’Uruguay a Montevideo. Con 28 reti è uno dei più grandi marcatori uruguagi nel professionismo. Inoltre, come detto, è il capocannoniere dell’Uruguay nella storia dei Mondiali con 8 gol (5 in Brasile 1950 e 3 in Svizzera 1954).
Per sei volte campione uruguaiano con il Peñarol (1949, 1951, 1953, 1954, 1958 e 1959, giocò nella magnifica squadra del 1949, dove brillarono al suo fianco, tra gli altri, Alcides Ghiggia, Juan Schiaffino, Juan Hohberg e Vidal. Fu anche protagonista dello storico “Classico della fuga”. Durante la sua permanenza a Peñarol, Míguez ha ricevuto diverse proposte di ingaggio da parte di grandi club europei, ma ha sempre dato priorità al suo amore per la squadra del aurinegra, rifiutando tutte le offerte ricevute.
Giocò nel Peñarol dal 1948 al 1959, anni in collezionò 137 partite e segnò 107 gol. La sua media impeccabile è stata di 0,78 reti a partita. Nella nazionale uruguaiana ha giocato 39 partite e segnato 27 gol tra il 1954 e il 1959. È nato conoscendo da subito il calcio, con enorme amore per sé stesso ha lasciato il ricordo di giocate e gol indimenticabili come i suoi classici “chilenas” o “rabonas”. È stato considerato dalla stampa, nella finale del Maracaná, il miglior centravanti del mondo.
È morto il 19 agosto 2006 a causa di un infarto. A quel tempo “El Cotorra” aveva 78 anni.
Mario Bocchio