Meaa!
Ott 10, 2024

Giuseppe Casari era conosciuto da tutti come Bepi. È lo storico portierone dell’Atalanta negli anni Quaranta e Cinquanta.

Nato a Martinengo il 10 aprile del 1922, Casari aveva una stazza imponente, ma nel contempo un’agilità sorprendente. Le sue parate erano spettacolari e le sue mani erano tenaglie che bloccavano il pallone.

Un uomo carismatico, un vero trascinatore. Il suo “meaa” urlato a squarciagola prima di uscire in presa alta era un preciso ordine dato ai compagni di squadra che gli dovevano lasciare così la palla.

Arrivato in Nazionale (partecipò alle Olimpiadi di Londra del 1948 e al Mondiale del 1950 in Brasile), passò alla storia già da inizio carriera per un plastico intervento in presa alta all’incrocio dei pali che negò il gol del pareggio al grande Valentino Mazzola in una partita vinta a Bergamo dall’Atalanta contro il Grande Torino.

Intervento di Casari

Celebre anche la rincorsa a tutto campo a Sentimenti IV, portiere della Juventus che, dopo averlo battuto trasformando un calcio di rigore, gli fece il gesto dell’ombrello.

Conosciutissimo a Bergamo, a fine carriera si trasformò in grande appassionato di arte moderna. Fu un uomo che seppe godersi la vita come avesse il cielo nel cuore, morendo a novantuno anni, il 12 novembre del 2013, nella sua provincia bergamasca.

Già Bergamo, vivaio di portieri! Da Pizzaballa a Ceresoli, da Rigamonti a Bodini. Casari occuperà sempre un posto speciale.

Al “Comunale” di Torino contro la Juventus

Spesso Casari fu colto di sorpresa nelle uscite ma sulla linea di porta, come detto, godeva di una presa simile a quella di una tigre. Fra sé e gli avversari riusciva a costruire una barriera di ghiaccio, infondendo tranquillità al resto della squadra. Quella in cui giocò era la Nazionale di Boniperti e di Amedeo Amadei, il Fornaretto della Roma. Una formazione azzurra, quella degli anni Cinquanta, che non vinse nulla, periodo non roseo per il calcio italiano.

“Bepi” Casari sulle figurine

Casari giocò poi anche nel Napoli per quattro anni. Anche all’ombra del Vesuvio divenne notissimo, perché il portiere azzurro addirittura prese parte al ‘Festival del Napoli’ da cantante, con un pezzo autobiografico ‘M’hanno fatto gol’. Poi nel 1952 Casari ebbe fama nazionale. Perché con la squadra partenopea andò a far visita al Pontefice, che a quel tempo era Pio XII. All’austero Papa tutti i compagni di Casari baciarono la mano. Lui, invece, quando vide Papa Pacelli gli strinse la mano e si presentò: ‘Piacere, Casari’! . Chiuse la carriera nel Padova.

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