Fratelli che, come la maggior parte dei gemelli, amano vestirsi in modo identico – le maglie del Twente e del PSV Eindhoven per esempio – e portano la stessa acconciatura. Questo mocio biondo di una vecchia zia lontana che di tanto in tanto visita la famiglia, una tonnellata di regali sotto le braccia. Lo sanno bene da Bastia e Saint-Etienne con ricordi più o meno belli a seconda che siate della Corsica o del Forez.
Del loro villaggio natale, Helmond (la montagna dell’inferno, o qualcosa del genere, in olandese), René e Willy van de Kerkhof conservano ricordi nostalgici. Dal cimitero è la traduzione del loro cognome in olandese. È lì, nella piazza del paese, tra scuola e chiesa, che scoprono le prime emozioni con un pallone, giocando a calcio dopo le lezioni come diavoletti. Non rosso, René e Willy sono olandesi e non belgi.
Una passione bruciante che li portò entrambi al Twente (1970-‘73) all’inizio degli anni Settanta. Un’altra vecchia storia di zia per i gemelli che sono decisamente molto orientati alla famiglia. Un filo difficile da tagliare che li collega poi al Philips stadion, il terreno del PSV Eindhoven.
Attrezzature top di gamma per i nostri inseparabili fratelli nati sotto il segno dell’alta fedeltà. A Eindhoven, Willy è rimasto in modalità “ripetizione” fino alla fine della sua carriera (1988), mentre René si è messo in proprio a metà degli anni ’80. Non proprio cromato: Grecia all’Apollon Smyrnis poi Hong Kong alla Seiko dove mostra un certo dilettantismo nel quarzo. Tornando al punto di partenza, Helmond ed Eindhoven nell’Eindhoven.
È in nazionale che i fratelli van de Kerkhof hanno registrato i loro migliori risultati nonostante clamorosi fallimenti: due flop consecutivi ai Mondiali (‘74 e ‘78) con la maglia arancione. Eppure quelle Olanda erano un vero amplificatore per l’epoca. Ovviamente per loro c’è sempre stato un posto fisso in quel calcio troppo frizzante. Totale.
Mario Bocchio